Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

Dichiarare guerra all’irrilevanza nell’azione

  • Pubblicato il: 25/07/2018 - 19:07
IN QUESTO NUMERO
Il 2018 è un gran torneo di date storiche ad alto impatto che sta offrendo molte opportunità di ri-lettura. Con gli anniversari, normalmente, arrivano i bilanci. Cosa abbiamo appreso dalla Storia di cui siamo figli?  
Il più celebrato è il cinquantenario del 1968, della contestazione studentesca, la miccia delle conquiste di nuove libertà. L’attivismo degli artisti. La nascita del movimento dell’Arte povera. Le opere delle idee, oggi pezzi da musei, contese come oggetto da investimento da ricche collezioni private a prezzi in crescendo.
Articolo a cura di: 
CS
Autore/i: 

I “RITORNANTI” per NUOVE INTRAPRESE

  • Pubblicato il: 17/07/2018 - 11:03
DOVE OSA L'INNOVAZIONE

L’Italia è un Paese che perde pezzi, anche tra i suoi giovani laureati. Donne e uomini che lasciano i propri territori spesso per scelta, ma anche per necessità. Allo stesso modo, e più raramente, questi pezzi rientrano, dopo un percorso di studi e professionale, arricchiti, aumentati, potenziati. Alle volte con “borse piene” di ricchezze diverse (e in ultimo economiche), altre con esperienze molto caratterizzanti, anche quando si trattasse di sconfitte. Raccogliamo le voci di alcuni “ritornanti”, neologismo che abbiamo contribuito a creare, partendo dalla Sicilia. Persone che, con molte possibilità per progettare il loro futuro, scelgono di diventare elementi biologicamente attivi per la ri-nascita della terra d’origine con i codici del nuovo millennio. In particolare ci occuperemo di coloro i quali sono orientati al benessere delle proprie comunità, attraverso pratiche culturali e di partecipazione.

Articolo a cura di: 
Francesco Mannino

Governance partecipativa del patrimonio culturale. Quando il processo e le relazioni valgono più del risultato

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:04
VOCI DALL'EUROPA
Pubblicato dalla DG istruzione e cultura della Commissione europea il rapporto sulla governance partecipativa del patrimonio culturale, uno dei prodotti dell’Anno europeo del patrimonio culturale, che promuove “modelli innovativi di governance partecipativa e di gestione del patrimonio culturale, coinvolgendo tutti i portatori di interessi, comprese le autorità pubbliche, il settore del patrimonio culturale, gli attori privati e le organizzazioni della società civile”. Erminia Sciacchitano, che ha curato i lavori per la Commissione europea, racconta il processo, i risultati e le prospettive di questo lavoro, mentre Unione europea e Consiglio d’Europa uniscono le forze per promuovere la ratifica della Convenzione quadro sul valore del patrimonio culturale per la società (Faro 2005).
Articolo a cura di: 
Erminia Sciacchitano. Chief Scientific advisor Anno europeo del patrimonio culturale – Commissione europea

Brevi Notizie dalle Fondazioni Americane

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:04
DAL MONDO

Nel 2017 in America le donazioni per l’arte, la cultura e le discipline umanistiche sono cresciute dell'8,7% rispetto all’anno precedente. Secondo GivingUSA2018 l'aumento delle offerte è stato generato da un’economia forte e dall’incremento del mercato azionario. Tra i principali benefattori ci sono i filantropi americani che hanno devoluto parte dei rendimenti degli investimenti, alle loro fondazioni.
 

Articolo a cura di: 
Ilaria M. Nizzo
Autore/i: 

Valutare i processi sociali, oltre la periferia del prodotto

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Prosegue il dibattito generato dall’articolo di Carola Carazzone, segretario generale di Assifero sui “falsi miti del Terzo Settore che ne impediscono lo sviluppo”. Ne conversiamo con il sociologo Gino Mazzoli, docente universitario, consigliere in fondazioni di origine bancaria, consulente e co-attore di progetti di welfare generativo. “Servono degli acceleratori in grado di incentivare scommesse coraggiose e l’attitudine a intraprenderle. Le Fondazioni possono rappresentare forse il più rilevante di questi acceleratori, perché possono permettersi la pazienza di allestire una massa critica di sperimentazioni e soprattutto di concedere loro un tempo di incubazione  abitualmente non consentito, oltre che gestire un’ineludibile funzione di accompagnamento  allo sviluppo di queste nuove forme di vita.”
Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Autore/i: 

Come può la prospettiva antropologica dar senso al dialogo interculturale? 

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Marco Aime, torinese, insegna antropologia culturale all’Università di Genova. Autore di studi sulle popolazioni alpine e sull’Africa, oratore molto apprezzato e seguito in diversi contesti culturali, ha pubblicato numerosi saggi di studi antropologici. Lo abbiamo intervistato durante l'evento satellite di #ArtLab18 di Fondazione Fitzcarraldo a Genova, al workshop “La Cultura come possibilità”, con le organizzazioni culturali che si occupano di temi migratori. 
Articolo a cura di: 
Francesca Vittori

Cultura: chiuso per inventario

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Questi mesi di vacanza, nel senso più largo del termine, sono l’occasione per ragionare di Cultura nel complesso, per fare il punto un po’ in profondità, come i bravi allenatori che, dopo un disastro agonistico, riprendono l’intera impostazione di gioco a partire dai fondamentali. “Quelli che emergono oggi, anche se sono antistorici, sono riferimenti valoriali che dureranno a lungo, che resisteranno a prove contrarie sino alla catastrofe, che genereranno crisi isteriche difficili da curare, come per ogni malattia mentale o ideologica”. Paolo Castelnovi invita a fare un inventario delle pratiche culturali e degli operatori. Esperimenti e attività reali per reagire alla pseudocultura degli slogan e dei fantasmi non verificabili. “propongo a ciascuno di quelli che si apprestano ad andare controvento, di fare un elenco, una mappa, un layout di chi conosce seriamente impegnato a FARE cultura. Non di chi ne parla, di chi coordina, di chi gestisce  (…) delle pratiche culturali indenni dalla corruzione delle parole d’ordine populiste, inconfrontabili con l’ottusità degli slogan di massa perché verificano ogni giorno e in ogni luogo la realtà delle situazioni, mobilitano davvero le persone e ottengono risultati effettivi, anche se spesso ridotti nelle dimensioni e nel tempo.
Articolo a cura di: 
Paolo Castelnovi, architetto paesaggista
Autore/i: 

L’occupazione culturale in Europa. Potenziale e paradossi dell’economia creativa

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
STUDI E RICERCHE

Conferenze, studi e rapporti che analizzano e promuovono l’investimento in cultura e creatività sono ormai all’ordine del giorno. In effetti, i settori culturali e creativi - dalle arti visive, al teatro, al cinema, al design e all’architettura, per citarne alcuni - contribuiscono alla nostra economia, non solo in termini di incidenza sul PIL (probabilmente sottostimata) ma anche per il loro dinamismo e resilienza. L’occupazione culturale è infatti cresciuta dello 0,7% tra il 2008 e il 2011, anni di profonda crisi. Può sembrare poco, ma è un andamento opposto a quello registrato nel resto dell’economia negli stessi anni (-1,4%) (fonte: Eurostat). Eppure, le condizioni di lavoro tipiche di questi settori mostrano un quadro meno roseo. « Fare l’artista » oggi significa ancora essere esposti alla precarietà lavorativa, più che in altri lavori. Probabilmente questo non stupirà nessuno, ma solo recentemente abbiamo avuto i primi dati a livello europeo che confermano quest’intuizione e permettono di studiarne le sfaccettature.

Articolo a cura di: 
Valentina Montalto

LA CULTURA IN PIEMONTE "IERI, OGGI, DOMANI"

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
STUDI E RICERCHE
In occasione dei suoi venti anni di attività, l'Osservatorio Culturale del Piemonte racconta  attraverso le Arti come le "turbolenze del digitale" hanno rivoluzionato i consumi culturali. “A cambiare è il mondo, e la cultura dentro al mondo”, afferma il Direttore, Luca Dal Pozzolo. ”Concentrarsi sulle minime variazioni dei dati, sui cambiamenti delle percentuali annuali, non è sufficiente. Dobbiamo cambiare prospettiva e capire quanto il digitale ha pervaso le nostre esistenze, impattando in modo capillare sui nostri comportamenti, dando origine a nuovi vissuti e a nuovi tipi di socialità oltre che a nuovi modi di consumare cultura”.  Da queste considerazioni OCP adotta una nuova prospettiva d’analisi, che mette al centro le persone e i loro vissuti, con ascolti in profondità dei cittadini. Su questo sfondo sono stati dati della Cultura nel 2017: crescono gli ingressi ai musei e sono in lieve aumento le risorse economiche per la cultura. Segno meno per il cinema come in tutto il Paese. Interessante lettura della partecipazione culturale di una Regione paradigmatica per l’investimento pluriennale nella Cultura e nelle politiche di audience engagement, lente di interpretazione di fenomeni in corso a livello nazionale.
Articolo a cura di: 
Francesca Vittori

Quanto conta la nostra cultura? Dai progetti di mappatura ai filoni di ricerca più innovativi

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:02
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Nello scenario attuale, cultura e creatività vengono sempre più identificate come fattori di innovazione, crescita e sviluppo, per imprese e territori. Motivare l’investimento in questi asset – particolarmente significativi per l’Italia – resta però complesso a causa delle sfide concettuali e metodologiche che la misurazione del loro valore e dei loro impatti comporta. Con il riconoscimento della cultura quale settore economico negli anni ’90, da allora si è registrata una domanda crescente di metriche e metodologie di valutazione degli impatti socioeconomici dei cosidetti “settori culturali e creativi”. Tale domanda ha interessato enti governativi a tutti i livelli, che vedono nella cultura e nella creatività degli asset con cui uscire fuori dalla crisi e ripensare le economie moderne, ma anche l’accademia e centri di ricerca, che stanno avanzando approcci innovativi in materia. (Estratto dal rapporto Io sono Cultura 2018, realizzato in collaborazione con Fondazione Symbola e Unioncamere)
Articolo a cura di: 
Valentina Montalto

Quando la partecipazione crea comunità

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:02
DOVE OSA L'INNOVAZIONE

Stimolare il desiderio di partecipazione e far diventare la partecipazione culturale una pratica ordinaria, dettata dal più profondo bisogno. È questa la grande sfida per le industrie culturali e creative che operano secondo le logiche della responsabilità sociale della cultura, orientate dalla consapevolezza che non sono i pubblici a dover cambiare ma che è il sistema a dover adottare nuovi paradigmi. Una riflessione di Maura Romano per il Rapporto Symbola-Unioncamere  “Io Sono Cultura 2018”, che mette sotto la lente l’operato di imprese culturali e creative che adottano il presupposto della rilevanza sociale delle azioni che promuovono e che non prescindono dall’analisi sul ruolo complesso e multifocale che cultura e creatività sono chiamate a rivestire nella società contemporanea.  Dall’Ars Electronica Festival di Linz, città che ha fatto di un complesso e solido sistema integrato di attività culturali e creative,  il perno del suo sviluppo economico, al lavoro del Comune di Varsavia, a S. João da Madeira che punta a diventare città creativa, trasformando  un’ex fabbrica storica di olive, passando dall’Old Biscuit Mill di Cape Town, per tuffarsi a Napoli e a Tor Pignattara,  Romano, stimola il ragionamento sui diversi livelli di produzione del valore perché  “Si tende a cadere nella trappola della semplificazione e porre più semplicemente lo sguardo sul cosa si produce e meno sul perché.” Ingredienti fondamentale la produzione di contenuti culturali in ottica di engagement ma anche nell’empowerment dei pubblici. Estratto dal rapporto Io sono Cultura 2018, realizzato in collaborazione con Fondazione Symbola e Unioncamere”

Articolo a cura di: 
Maura Romano – Socia fondatrice di Melting Pro
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Focus Montagna XXI secolo. Esiste un modello valle Maira?

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:02
PAESAGGI
Storie di ri-nascita. Una lunga valle che dalla piana interna cuneese si spinge nel cuore dell’Europa occitana, dove qualità dell’ambiente, valorizzazione delle risorse storiche e culturali, turismo responsabile di provenienza internazionale stanno configurando un modello di sviluppo specifico. Un modello che oggi si arricchisce di nuove progettualità sui diritti di cittadinanza e l’offerta di servizi grazie alla sperimentazione locale operata dalla Strategia nazionale per le Aree Interne.  Prosegue la campagna di ascolto del Prof. Antonio De Rossi che incontra in questo numero Roberto Colombero, dinamico Presidente dell’Unione Montana Valle Maira, nonché sindaco di Canosio e veterinario.
 
Articolo a cura di: 
Antonio De Rossi
Autore/i: 

Focus Montagna XXI secolo. Appennino e patrimonio culturale

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:02
PAESAGGI
Riprendiamo il contributo di Luca Dal Pozzolo, responsabile ricerca Fondazione Fitzcarraldo, al Rapporto 2018 "Io sono Cultura" di Fondazione Symbola, sull’opportunità che si apre per lo sviluppo delle aree montane, confinate da “spopolamento, l’inacessibilità, l’esclusione dalle opportunità urbane e da una socialità ricca e dinamica, l’enclave al di fuori di logiche consumistiche (..) in una dimensione esistenzialmente minoritaria e residuale”. Oggi la prospettiva pare ribaltarsi. Dal Pozzolo evidenzia la trappola “ della sopravvalutazione salvifica della bellezza capace di trainare qualsiasi dinamica di sviluppo” e presenta nuove chiavi di lettura del “patrimonio culturale materiale e immateriale  che può diventare asset cruciale per l’occupazione a partire da una riflessione su come innestare il futuro digitale nella memoria dei luoghi, come declinare al futuro una capacità di vivere in accordo con il genius loci in territori a bassa densità, ma condividendo infrastrutture di connessione - anche digitali – e capacità d’impresa (Estratto dal rapporto Io sono Cultura 2018, realizzato in collaborazione con Fondazione Symbola e Unioncamere)
Articolo a cura di: 
Luca Dal Pozzolo
Autore/i: 

Focus Montagna-Patrimoni naturali per lo sviluppo

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:02
PAESAGGI
I Parchi della provincia di Cuneo tra tutela dell’ambiente e promozione dello sviluppo economico e turistico. Presentato il Quaderno 34 della Fondazione CRC. La ricerca, curata dal Centro Studi e Innovazione della Fondazione e realizzata in collaborazione con l’Associazione Dislivelli e DMO Piemonte, indaga la complessa realtà dei tre Parchi naturali di rilevanza regionale che si trovano in provincia di Cuneo – le Aree protette delle Alpi Marittime, le Aree protette del Monviso e il Parco fluviale Gesso Stura – restituendo un quadro aggiornato delle loro principali caratteristiche fisiche, demografiche ed economiche, con uno specifico approfondimento sul settore turistico. Dall’analisi delle principali strategie e progettualità a livello nazionale e internazionale, emerge, inoltre, la polivalenza del ruolo che i Parchi naturali possono giocare per tutta la comunità provinciale.
Articolo a cura di: 
Redazione
Autore/i: 

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