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pratiche culturali

Cultura: chiuso per inventario

  • Pubblicato il: 15/07/2018 - 00:03
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Questi mesi di vacanza, nel senso più largo del termine, sono l’occasione per ragionare di Cultura nel complesso, per fare il punto un po’ in profondità, come i bravi allenatori che, dopo un disastro agonistico, riprendono l’intera impostazione di gioco a partire dai fondamentali. “Quelli che emergono oggi, anche se sono antistorici, sono riferimenti valoriali che dureranno a lungo, che resisteranno a prove contrarie sino alla catastrofe, che genereranno crisi isteriche difficili da curare, come per ogni malattia mentale o ideologica”. Paolo Castelnovi invita a fare un inventario delle pratiche culturali e degli operatori. Esperimenti e attività reali per reagire alla pseudocultura degli slogan e dei fantasmi non verificabili. “propongo a ciascuno di quelli che si apprestano ad andare controvento, di fare un elenco, una mappa, un layout di chi conosce seriamente impegnato a FARE cultura. Non di chi ne parla, di chi coordina, di chi gestisce  (…) delle pratiche culturali indenni dalla corruzione delle parole d’ordine populiste, inconfrontabili con l’ottusità degli slogan di massa perché verificano ogni giorno e in ogni luogo la realtà delle situazioni, mobilitano davvero le persone e ottengono risultati effettivi, anche se spesso ridotti nelle dimensioni e nel tempo.
Articolo a cura di: 
Paolo Castelnovi, architetto paesaggista
Autore/i: 

L'altro «dove» che guarda il lato nascosto del cubo di cui vedo solo la parte rivolta a me

  • Pubblicato il: 15/11/2015 - 23:51
PAESAGGI
Michelangelo Pistoletto in visita all'Abbazia di Fossanova - Priverno (LT). Foto: Francesco Saverio Teruzzi

Nell’epoca dell’urbanizzazione planetaria, lontano dall’eco delle grandi città, pratiche artistiche e culturali si riappropriano dei territori trasformando gli spazi in luoghi. Il confine – territoriale e disciplinare – diventa l’occasione di una possibile «rinascita», una fenditura in cui far germogliare semi di cambiamento. L’arte e l’esperienza sensibile si fanno vettore di questa trasformazione coltivando i territori e facendo della «periferia» il terreno fertile di un processo in cui dimensione simbolica e pratica si coniugano. In questa nuova geografia in fieri il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto diventa il motore generativo per una nuova idea di urbanità

Articolo a cura di: 
Stefania Crobe
Autore/i: 

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