La biblioteca che cambia
Da luogo convenzionale a spazio per nuove opportunità di formazione e coesione. Una ricerca dell’Osservatorio Culturale del Piemonte sui cambiamenti in atto nel mondo delle biblioteche
Da luogo convenzionale a spazio per nuove opportunità di formazione e coesione. Una ricerca dell’Osservatorio Culturale del Piemonte sui cambiamenti in atto nel mondo delle biblioteche
Nel ciclo di programmazione 2014-2020, l’Italia sarà capace di portare davvero la cultura, e soprattutto le sue tematiche più innovative e potenzialmente più impattanti sull’evoluzione dei modelli di vantaggio competitivo, nelle posizioni alte delle agende delle politiche economiche regionali o nazionali?
Paolo Castelnovi, già docente di pianificazione e progettazione del paesaggio presso il Politecnico di Torino e oggi presidente dell’Associazione Landscapefor, inizia con questo articolo una rubrica mensile sui temi del territorio e del paesaggio, che vedono impegnate molte fondazioni. La proposta di Renzo Piano fornisce lo spunto per una riflessione che continuerà nei prossimi numeri. Al centro dell’attenzione le problematiche della gestione del paesaggio innescate dalle prospettive di azione delle città metropolitane e dalla crisi dei livelli intermedi di governo territoriale (le province sono solo l’ultima di una serie di istituzioni fallite)
In partenza il piano di lavoro per la cultura 2015-2018, la piattaforma di cooperazione culturale europea varata nel 2007 con la risoluzione del Consiglio su un’Agenda europea per la cultura e i suoi obiettivi strategici
Con la Riforma delle Province (L. 56/2014, cosiddetta «Legge Delrio») il futuro di centinaia di strutture e servizi culturali su tutto il territorio nazionale è ancora una incognita. Quali enti li prenderanno in carico? Attraverso l’esperienza di Giuseppe Ariano percorriamo la genesi e i risultati gestionali di uno di questi, il Museo Archeologico Provinciale di Salerno, interessante modello di «gestione dal basso»
Non solo cultura ma anche più welfare nell’impegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Bologna. Nel 2013, Leoni Sibani, già Amministratore Delegato della banca di origine, ha preso le redini di Fondazione Carisbo. Un ricambio delicato nell’epoca della crisi, dopo l’era di Fabio Roversi Monaco, dodici anni di presidenza dell’ex Magnifico Rettore in un periodo di «vacche grasse», che ha lasciato il segno nella cultura bolognese. L’indirizzo è chiaro. Con risorse ridotte, forte presenza sul sociale e consolidamento dei progetti propri, il museo diffuso di Genus Bononiae in testa. Per proseguire nella riqualificazione urbanistica della città e renderla attrattiva turisticamente
La programmazione culturale per la Città Metropolitana di Milano dovrà fare i conti con notevoli criticità ereditate, ma anche con opportunità emergenti in un contesto creativo e dinamico. La ricerca «Progetti culturali e sviluppo urbano. Visioni, criticità e opportunità per nuove politiche nell’area metropolitana di Milano» - commissionata dall’Osservatorio della Fondazione Cariplo e coordinata dal Centro Studi Silvia Santagata-Ebla - evidenzia come sia urgente superare la frammentazione attuale e rilanciare nuovi progetti in una visione metropolitana. Simili riflessioni possono essere estese a livello nazionale e declinate in relazione ai contesti delle diverse Città Metropolitane
Il commento di Antonio Calabrò alla ricerca di Davide Ponzini, Federico Colleoni, Alessio Re
SPECIALE VALORIZZAZIONE DEGLI IMMOBILI PUBBLICI E SVILUPPO TERRITORIALE. Dalla necessità di ridefinire i parametri specifici per la valutazione delle progettualità culturali, all'esigenza di una nuova narrazione dei territori basata sul radicamento della produzione culturale, Luca Celi parla del sistema del credito e della sua relazione con i processi di valorizzazione Il commento di Serena Massimi, Head of UniCredit Pavilion Development and Management, alla ricerca di Davide Ponzini, Federico Colleoni, Alessio Re
Quale sarà il futuro delle città giunte alla fase finale della competizione europea? Intanto, nel 2015, sono tutte Capitali italiane della cultura, con programmi in cui, forse, l’evento prevarrà su una vera politica di cambiamento, ma con un’occasione da cogliere per mettere a sistema e non disperdere i risultati prodotti nella corsa a ECoC 2019.
E per il 2016 e il 2017 è online sul sito del MiBACT il bando per le prossime Capitali italiane della cultura, che godranno ciascuna di un finanziamento fino a un milione di euro
Grandi le potenzialità se «scuole, biblioteche, teatri, cinema, editoria e università diventano un ecosistema» e la biblioteca evolve in un luogo di socialità, di formazione sempre, ma di informazione, motore primo dell’inclusione e interculturalità. In un momento delicato di transizione, in cui il futuro di molte realtà di matrice provinciale è a rischio, apriamo un dialogo sul tema con Antonella Agnoli, Presidente della Fondazione Federiciana
La foresta pietrificata da oltre un secolo della filiera della produzione culturale, dell’organizzazione del sapere, ha avuto uno scossone. La flessione delle risorse pubbliche alla Cultura è una certezza. La crisi strutturale, la ricerca della sostenibilità economica, dapprima affannosa, sta muovendo le riflessioni sulla capacità della cultura di generare impatti (culturali, economici, sociali). Dal punto di vista sociologico, sono cambiate le regole della produzione e del consumo, anche culturale, vorticosamente accelerati dalle trasformazioni tecnologiche. Sono cambiate le prospettive di crescita economica. E’ cambiato il ruolo del privato, che quotidianamente dimostra e reclama il proprio ruolo di attore dell’interesse (anche) pubblico. Innovare la cultura e attraverso la cultura è necessario. «Il nuovo si muove intorno alle economie della condivisione e della collaborazione, alle sfide dell’innovazione sociale a vocazione culturale, all’allargamento e dei mercati della cultura. Che il nuovo sta non nella cultura in sé, ma nella cultura in relazione alle altre componenti sociali ed economiche», afferma Alessandra Gariboldi, Coordinatrice Ricerca e Consulenza della Fondazione Fitzcarraldo, impegnata nella consulenza all’evoluzione delle strategie dei grandi erogatori, tracciando una big picture
L’avvio della attuazione del DL 83/2014 e legge 106/2014 (c.d. Art Bonus) nel confermare la bontà delle scelte che ne stanno alla base cui si aggiunge la tempestiva messa in opera di importanti misure organizzative, mette anche in luce il peso dei vincoli preesistenti e la necessità di sorvegliare con attenzione gli effetti diretti e indiretti sulla amministrazione e sui soggetti pubblici e privati operanti nel settore. Precondizioni, dunque ciò che è prima di Art Bonus, da considerare attentamente per escludere distorsioni nella allocazione delle agevolazioni ed evitare ai soggetti esterni ritardi burocratici o processi decisionali opachi, e alla pubblica amministrazione il rischio di una singolare «partita di giro» alla fine della quale non sarebbero le risorse che aumentano ma il peso di decisori esterni, anche su quote di amministrazione ordinaria