Franco Broccardi
Napoli Zona franca per la Cultura? Prosegue il dibattito
Qualche giorno fa Marco D’Isanto ha rilanciato l’idea di fare di Napoli un laboratorio “dove sperimentare un grande progetto nel comparto culturale e della creatività attraverso interventi di defiscalizzazione”, una Zona Economica Speciale della cultura in cui sviluppare progetti liberi dalle abituali zavorre del fisco e della burocrazia e che possano, quindi, per il tramite della cultura, fungere da traino sociale ed economico. Un esperimento, questo, a valenza europea dove potrebbe essere esportato nelle aree depresse ad elevata contrazione di beni culturali per stimolarne la rinascita. Il dibattito partito dalle colonne del Corriere del Mezzogiorno si è acceso. Un commento di Franco Broccardi.
Bande a parte: gli isolati del terzo settore
La riforma del Terzo Settore è un fenomeno ineludibile con cui gli operatori culturali devono giocoforza interfacciarsi. La tempestività dell’analisi può fare la differenza e il rischio, al contrario, è quello di trovarsi fuori tempo come i relitti della tecnologia fotografati da Jim Golden. Di essere uno StarTAC all’epoca degli smartphones
Qualcosa in cui sperare, forse: social lending e titoli di solidarietà
Tra e pieghe della riforma del terzo settore si possono trovare interessanti norme su cui la letteratura non si è ancora soffermata a dovere dovendo, per forza di cose, digerire altre pantagrueliche novità
Le imprese culturali come teorema scientifico
Come sarebbe stato il passato se il futuro fosse arrivato prima? È la frase che riassume la filosofia steampunk, quella letteratura, e non solo, che immagina un mondo anacronistico in cui elementi attuali vengono trasportati nell’epoca vittoriana creando un effetto straniante, anche divertente, ma sostanzialmente inutile. Ecco, il dibattito attorno alle imprese culturali che negli ultimi tempi sempre più spesso possiamo trovare in articoli, convegni, incontri, siti e confronti tra economisti, operatori e politici molto spesso sembra rimandare a questo: qualcosa fuori tempo tra tecnica moderna e abiti vittoriani. Si guarda al futuro dal punto di vista del passato un po’ come i videogames che, per quanto fantascientifici, rimangono comunque giochi bidimensionali. Ne parla Franco Broccardi. “il futuro per molte realtà che spesso già di fatto operano in un perimetro imprenditoriale, sarà quello di diventare qualcosa di diverso da ciò che sono ora, diventare altro”
Focus Impresa Culturale. Imprese culturali e creative alla ricerca di definizione
Un primo commento dalla prima Conferenza Nazionale sulle imprese culturali - tema al centro dell’impegno di numerosi enti della filantropia istituzionale- organizzata a L’Aquila da Federculture, AGIS, Alleanza delle Cooperative e Forum del Terzo Settore che parte dalla confusione sotto il cielo, con perimetri in continua evoluzione, nonostante il vasto e irrisolto dibattito presente in Europa: di cosa stiamo parlando? “Non è un semplice e ozioso vagabondaggio linguistico e semantico bensì lo scacchiere su cui si gioca la partita dei fondi europei.” Un settore di peso economico rilevantissimo e di crescente potenziale di sviluppo, “enorme, sconosciuto e sottovalutato” che va “sdoganato”. Una nuova proposta di Federculture, integra la visione della Legge in bozza della Commissione Cultura della Camera, con “fiscalità di vantaggio” per le imprese culturali. Visione che dovrà integrarsi con lo scenario aperto sulle Imprese sociali dalla Riforma del Terzo Settore
La società benefit, un primato italiano
Una riflessione sulla società benefit come nuovo modello di business per la corporate social responsability
La cultura si fa, non si può solo dire
La cultura si fa (si deve fare) impresa: senza pensare di perdere il proprio valore intrinseco e in quanto impresa non può prescindere da competenze sui temi di gestione, accountability, sostenibilità, finanziamento, tecnica economica e fiscale opera. Il 15 dicembre, alla Triennale, l’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Milano (che ha costituito una specifica Commissione dedicata all’Economia della Cultura) in collaborazione con Federculture chiama a raccolta i suoi iscritti per parlare di semplificazione, leva fiscale, cooperazione tra amenti pubblico e privato, con i relativi centri di competenza ministeriale. Una strada per rafforare il ruolo delle imprese culturali, normando nel rispetto della loro rilevanza pubblica, economica e sociale. E rafforzare il ruolo dei Commercialisti all’interno del rapporto tra politica e sistema culturale
Art bonus, società concertistiche e pubblica utilità
L’Art Bonus supera i 100 milioni di donazioni a partire dalla sua prima applicazione di fine 2014 fino a oggi. L’agevolazione fiscale al 65 per cento per le donazioni in cultura, che ci pone all’avanguardia in Europa, si rivela un successo e dimostra quanto cittadini, enti e imprese abbiano a cuore la tutela del patrimonio culturale nazionale”, Ha annunciato Il Ministro Dario Franceschini. 100 milioni, di cui oltre 3 milioni e mezzo provengono da persone fisiche, oltre 45 da enti e fondazioni bancarie e circa 51 milioni da imprese. La Lombardia guida la classifica dei donatori con 33.3 milioni di euro, un terzo della raccolta. Seguono Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna. ci sono Regioni a zero: Basilicata, Valle D'Aosta e Molise. Quali gli sviluppi?