Vocazione fotografia. Torino
Nella capitale del contemporaneo nasce la Fondazione Camera-Centro italiano per la fotografia. Un progetto ideato da Lorenza Bravetta, un cervello di ritorno, dopo la brillante carriera in Magnum Photo a Parigi –anzi nel mondo – che l’ha portata alla direzione commerciale per l’Europa. Dopo le prove generali di collaborazione con la presentazione in città, nelle sedi piùprestigiose (da Palazzo Madama a Palazzo Reale, Fondazione Merz e Sandretto, Forte di Bard), delle opere dei grandi maestri del linguaggio che ha segnato il XX secolo, eccola con una istituzione che capitalizza una lunga storia del territorio, della produzione, del collezionismo e della FIF-Fondazione Italiana della Fotografia, oggi commissariata. Affianco alla Bravetta, a sostenere il progetto, ci sarà lo stimato professionista e collezionista Emanuele Chieli, promotore dell’iniziativa per amore della fotografia e passione per le sfide. I fondatori sono Intesa Sanpaolo, Magnum Photos, l’Associazione Promotori della Fondazione CAMERA, mentre Eni è partner istituzionale. La Città di Torino è stata da sempre al fianco di Camera, grazie al Sindaco Piero Fassino che ha creduto nel progetto fin dai primi passi
Torino. Con la mostra Boris Mikhailov: Ukraine, retrospettiva dedicata al fotografo originario delmargine (la radice slava di Ucraina significa margine, confine, periferia), verrà inaugurata la sede di Camera, il nuovo Centro Italiano per la Fotografia. Aprirà al pubblico il primo di ottobre, in via delle Rosine 18, presentandosi come spazio obliquo, di dialogo, di confronto, e di approfondimento della complessità attraverso le immagini. Artisti, intellettuali, curatori e istituzioni potranno incrociarsi in una progettualità volta a sviluppare nuove esperienze espositive che allarghino la conoscenza fotografica ad un pubblico più ampio ed eterogeneo possibile. Nei 2000 mq all’interno del complesso di proprietà dell’Opera Munifica Istruzione denominato Isolato di Santa Pelagia (IPAB torinese dalla quale Camera affitta gli spazi), questa nuova realtà prenderà forma secondo quattro assi principali: mostre, archivi, didattica e territori. Ne abbiamo parlato con Lorenza Bravetta, direttrice ed esperta di fotografia di lungo corso. Oggi nasce una fondazione torinese che guarda alla dimensione nazionale e respira con connessioni internazionali.
Potrebbe descriverci il concept alla base della nascita di questa istituzione e quale saràl'approccio progettuale che seguirete?
CAMERA nasce dal desiderio di dotare l'Italia di un Centro dove fruire, studiare e sperimentare la fotografia come linguaggio, strumento di documentazione del reale e forma di espressione artistica. La programmazione espositiva e didattica sarà improntata a questa missione e alterneràgrandi nomi della fotografia a progetti sperimentali e di ricerca, a esperienze collettive. L'obiettivoè contribuire alla valorizzazione della fotografia in Italia e trasmettere, con particolare attenzione alle nuove generazioni, i codici per leggere, interpretare e utilizzare le immagini come strumento di espressione e inclusione sociale. Attraverso questo lavoro, ci auguriamo di poter rappresentare il Paese in un contesto internazionale, diventando un interlocutore di livello per altre realtà che si occupano di fotografia nel mondo, nell'ottica di valorizzare la fotografia italiana al di fuori dei nostri confini.
Oltre la funzione espositiva, quali saranno i ruoli che CAMERA cercherà di interpretare? Quante persone verranno coinvolte nella gestione e come saranno organizzate?
All'attività espositiva, curata da Francesco Zanot, che prevede tre mostre principali all'annoverrà affiancata da una serie di mostre collaterali fuori e all'interno delle mura di CAMERA. Fin dall'autunno daremo vita a un intenso programma didattico rivolto principalmente alle scuole, ai bambini e agli strati più fragili della popolazione, per l'apprendimento della fotografia come linguaggio. Il programma di workshop, rivolto ad appassionati e amatori, realizzato in collaborazione con Magnum Photos, partner fondatore, e Leica, è già in corso e proseguirà con appuntamenti mensili in collaborazione con diverse Istituzioni sul territorio nazionale. CAMERA ha inoltre avviato, in collaborazione con l'Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e altri enti, un ambizioso progetto di censimento degli archivi fotografici italiani con l'intento di creare un fondo digitale unico, accessibile a tutti tramite una piattaforma web. Queste tre attività saranno affiancate da eventi, incontri e programmi collaterali, volti a dare degli approfondimenti sui temi trattati e a mettere la fotografia in relazione con altre forme di espressione artistica. Il team è composto da 7 persone: un direttore, un coordinatore generale/assistente di direzione, un responsabile della comunicazione e un responsabile per ciascuna delle attività sopra elencate (mostre, didattica e archivi) con un assistente alla curatela. Abbiamo inoltre un consulente esterno per lo sviluppo delle attivitàcommerciali e dei partenariati.
Dopo esser stata il direttore di Magnum Photos per l’Europa continentale, questo per lei èun ritorno a Torino. Potrebbe tracciare i suoi percorsi? Che tipo di visione proietterà su questa nuova esperienza, partendo dal suo background?
Dopo 18 anni trascorsi in Magnum a Parigi, con ruoli diversi fino a dirigere negli ultimi 4 anni le attività dell'agenzia in Europa Continentale, ho provato il desiderio di rientrare in Italia per contribuire, con la mia esperienza e nel mio settore, a dare nuove opportunità al Paese. La formazione in Magnum è stata fortemente improntata a valori umanistici, di indipendenza e attenzione al sociale. CAMERA nasce in un'altra epoca e con obiettivi diversi rispetto a quelli di un'agenzia di stampa fondata nell'immediato dopoguerra, ma ritengo che il ruolo della fotografia, con le sue infinite possibilità di rappresentazione del reale, sia oggi più che mai un tema attuale e da investigare.
Quale sarà la funzione territoriale di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, considerata la sua posizione in città e quale sarà il suo ruolo sulla scala nazionale e internazionale? Quali network cercherete di attivare?
Vogliamo diventare un punto di riferimento locale e nazionale per lo studio e la fruizione della fotografia. L'obiettivo di CAMERA, che è una fondazione privata, è svolgere una missione complementare e di accompagnamento a quella del settore pubblico. La sfida sarà dunque dialogare con un pubblico vasto ed eterogeneo: dall'appassionato conoscitore al visitatore casuale, ai bambini, alle minoranze. La fotografia è un linguaggio immediato, se non universale, e tutti devono potersene appropriare. Siamo consapevoli di essere gli ultimi nati e terremo nella giusta considerazione le esperienze pregresse e quelle attuali per farne tesoro e instaurare sinergie con le realtà già attive in Italia. Vorremmo mettere la nostra "freschezza" a servizio dell'esigenza comune di fare sistema, affinché anche in questo settore l'Italia possa essere percepita come un unicum, forte di tutte le sue differenze. Ci auguriamo inoltre di poter avviare un dialogo anche con istituzioni che non si occupano di fotografia, al fine di mettere la fotografia in relazione ad altre forme di espressione artistica. Infine, abbiamo creato un comitato scientifico, composto dai direttori e curatori di alcune tra le principali realtà che si occupano di fotografia nel mondo, nell'ottica di condividere programmi e progettualità.
Potrebbe anticiparci come organizzerete la programmazione futura, considerata la dinamicità dell'istituzione?
La programmazione espositiva si comporrà di tre mostre principali all'anno, accompagnate da una serie di mostre collaterali che saranno ospitate nella Project Room. Ogni mostra saràcorrelata da una serie di incontri, dibattiti e proiezioni sul tema con relatori ed esperti selezionati. Nei giorni di apertura, dalle 9h alle 16h realizzeremo all'interno dei nostri spazi dei laboratori per le scuole - dai 6 ai 18 anni - dando la possibilità di approfondire i temi con laboratori pomeridiani extra scolastici e con appuntamenti più ludici come le "domeniche in famiglia". Per appassionati e amatori avremo workshop mensili, organizzati con Magnum Photos e Leica, tenuti da grandi nomi della fotografia mondiale e itineranti in diverse città italiane, realizzati in collaborazione con altri musei e istituzioni. Infine organizzeremo book signing, concerti, eventi in collaborazione con partner pubblici e privati, fuori e dentro la sede di CAMERA.
Quali strumenti vengono considerati al fine di ottenere una sostenibilità economica del progetto e quale sarà il ruolo delle importanti partnership e sponsorizzazioni, come per esempio quella di Intesa SanPaolo?
Senza la fiducia e il sostegno di Intesa Sanpaolo ed ENI, partner istituzionali, CAMERA non sarebbe nata. A queste due grandi realtà, che, facendo della fotografia un elemento centrale del proprio investimento nella cultura, hanno sposato il progetto con l'obiettivo di uno sviluppo sinergico e a lungo termine, si sono aggiunti due partner sostenitori, Reda e Lavazza. Ci auguriamo di poter incrementare presto il numero dei nostri sostenitori per garantire una programmazione interessante mantenendoci accessibili a tutti.
Siamo consapevoli di dover contare sulle nostre forze e sui ricavi legati alle attività editoriali, alla biglietteria e alla circuitazione delle mostre, ma non è realistico oggi pensare di poter essere sostenibili senza il contributo di realtà private e il mecenatismo dei singoli.