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L'innovazione culturale si prende il proprio spazio

  • Pubblicato il: 16/02/2015 - 10:32
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Francesca Vittori

Forse non è un caso che ad ospitare la presentazione torinese del bando culturability - spazi di innovazione sociale sia stata scelta la sala Espace di via Mantova. Un edificio del 1911, sede della casa di produzione Ambrosio che Eleonora Duse definì «la casa madre di tutte le case di films in Italia» e che vive oggi una seconda vita, ospitando studi professionali e centri culturali. Uno spazio che il 22 gennaio 2015 ha visto una sala gremita con oltre 230 persone per la tappa torinese di presentazione del bando promosso dalla Fondazione Unipolis fondazione d’impresa del Gruppo Unipol. Con Walter Dondi, Direttore della Fondazione Unipolis, e Roberta Franceschinelli, responsabile di culturability, all’incontro sono intervenuti Antonella Parigi - Assessore Cultura e Turismo Regione Piemonte e Luca Dal Pozzolo - Direttore Osservatorio Culturale del Piemonte, che hanno posto il binomio cultura e impresa al centro di un dibattito che va oltre i confini territoriali Piemontesi.
 
Con culturability il concetto di fare impresa con la cultura è sceso tra la gente per attraversare l'Italia in un tour durato tre settimane che ha toccato diverse città. Da Torino a Palermo, passando per Milano, Napoli, Firenze e Bari, sei incontri per raccontare l'iniziativa e rispondere alle domande degli interessati, ma anche per confrontarsi con le istituzioni e gli altri interlocutori locali. Questa nuova edizione del bando parte dall'incontro con le comunità come cardine di un'iniziativa che vede nella cultura un fattore di inclusione sociale e uno strumento per promuovere il benessere individuale e collettivo. In che modo? Stimolando la fioritura di nuove iniziative che abbiano l'obiettivo di far crescere le comunità, mettendo al centro quelle che il premio Nobel Amartya Sen definisce le 'capabilities'[1] ovvero quelle capacità che contribuiscono allo sviluppo della libertà individuale e al miglioramento della qualità della vita.
Cultura e capability: questi gli elementi che compongono il neologismo. Il progetto culturability vede una prima forma embrionale nel 2009 quando Unipolis mette in campo la propria esperienza al fianco di associazioni presenti su territori sfibrati dalle tensioni sociali: dalla città dell'Aquila, reduce dal terremoto, a Scampia fino alle periferie di Palermo. Il successo di queste iniziative ha spinto la Fondazione Unipolis a dare vita nel 2013 al bando «culturability - fare insieme cooperativa» e nel 2014 alla nuova edizione del bando «culturability - spazi di innovazione sociale».
Protagonisti: gli spazi urbani abbandonati e le periferie, veri e propri non luoghi da rammendare e ricucire. Innovazione sociale, welfare culturale e sviluppo sono le parole chiave di una call che mira a sostenere iniziative volte a riqualificare aree e luoghi degradati per farne occasioni di crescita culturale e sociale. Con la nuova edizione del bando, Unipolis mette a disposizione complessivamente 360 mila euro per 6 progetti, a ciascuno dei quali è destinato un contributo a fondo perduto di 40 mila euro, oltre ad altri 20 mila sotto forma di attività di incubazione e formazione.
L’iniziativa è rivolta ad organizzazioni non profit, cooperative sociali, team di giovani non ancora costituiti e altri soggetti associativi - composti in prevalenza da under 35 - ed è sviluppata con Make a Cube3 e Fondazione Fitzcarraldo, in qualità di partner operativi, patrocinio dell’Agenzia Nazionale per i Giovani e di Cittalia – Fondazione Anci e la media partnership di Nòva24.
Secondo Walter Dondi, Direttore della Fondazione Unipolis, «C'è un risvolto sociale e politico attorno al riuso degli spazi. Le città sono i principali luoghi in cui si manifestano le tensioni sociali e la scarsa qualità urbana delle periferie è spesso all'origine di tensioni interetniche, povertà ed emarginazioni». L'attenzione è infatti sulle disuguaglianze che si annidano nell'abbandono delle periferie cittadine. «Bisogna fare qualcosa, invertendo la tendenza e trasformando spazi inutilizzati e degradati in luoghi d'incontro, cultura e socializzazione. Il tutto con attività che aumentino la qualità della vita, rendendo le città più vivibili e partecipate. Poiché la partecipazione è alla base della crescita culturale e civile del Paese». Il bando vuole essere uno stimolo a cimentarsi con questi obiettivi per giovani e associazioni: Roberta Franceschinelli, responsabile culturability chiarisce le caratteristiche di eleggibilità dei progetti " un'anima sociale forte, per rispondere in modo nuovo ai bisogni emergenti della società. Innovazione culturale e sociale, sostenibilità, capacità di promuovere reti locali e virtuali: sono queste le parole chiave del bando". Per questo motivo, le proposte devono durare nel tempo, saper collaborare con i territori e non ridursi a iniziative spot fugaci ed effimere. «Punto focale è la capacità di mettersi in rete e fare scelte condivise, creando percorsi di cittadinanza attiva e nuove dinamiche di welfare comunitario».
La call lanciata il 1 dicembre 2014 è aperta fino al 28 febbraio 2015. Si partecipa online, iscrivendosi al sito e compilando il form.
I progetti pervenuti saranno sottoposti a un team composto da Unipolis, Fondazione Fitzcarraldo e Make a Cube3. Una shortlist di 20 progetti accederà alla fase successiva, con un percorso di formazione che favorirà la coprogettazione e la conoscenza reciproca e sarà finalizzato a rafforzare i progetti. Fra questi, infine una commissione di valutazione del bando selezionerà i 6 vincitori, che riceveranno il contributo economico e vivranno un processo di mentoring e incubazione.
 
Cultura come strumento trasversale per la coesione sociale e l'innovazione ma soprattutto come fattore per lo sviluppo di attività imprenditoriali: anche per Antonella Parigi, Assessore Cultura e Turismo Regione Piemonte «La cultura è una risorsa strategica indispensabile per far ripartire il paese; un elemento che crea enorme valore aggiunto attorno a progetti materiali e immateriali rivolti alla collettività». Per dare concretezza al binomio cultura e impresa è però necessario agire sulle capabilities, facilitare l'accesso alla formazione e fornire gli strumenti per comprendere la complessità dello scenario attuale. Quel che la Regione Piemonte sta cercando di fare con Hangar, il progetto che sviluppa competenze imprenditoriali per agire nell'ecosistema culturale e creativo. E quel che culturability propone attivando percorsi di incubazione destinati ai 6 progetti selezionati.
 
L'azione diretta sulle capabilities genera quella che Luca Dal Pozzolo, Direttore dell'Osservatorio Culturale del Piemonte, definisce la 'Spirale dello Sviluppo' un processo che attraverso l'investimento sul capitale umano e sulle competenze ha un impatto benefico sull'economia. "Fino a qualche anno fa - afferma Dal Pozzolo - un programma come culturability sarebbe stato definito 'urbanistico', aggettivo che sottintende la liberazione di grandi masse economiche finalizzate a modificare radicalmente il territorio". D'altro canto, come anticipato da alcune valutazioni del programma Urban dell'UE, assistiamo oggi a un cambio di paradigma che trasforma gli spazi in un'occasione per fare società civile mettendo al centro la cultura. «Accompagnare le imprese culturali in questo processo significa fondare la fase di progettazione su obiettivi raggiungibili e allo stesso tempo studiare le logiche di sviluppo di quelle realtà che riescono ad emergere per sostenersi con la cultura». Tutto ciò al fine di trasformare gli esempi di successo in modelli replicabili, perché solo quando l'innovazione genera un processo ripetibile diviene un'opportunità di sviluppo.
 
 
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[1] Sen Amartya, (1985). Commodities and capabilities. Amsterdam New York New York, N.Y., U.S.A: North-Holland Sole distributors for the U.S.A. and Canada, Elsevier Science Pub. Co.