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I musei come riserva di memoria quando la memoria ci abbandona

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 14:15
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Roberta Bolelli e Sendy Ghirardi

Il Museo Marino Marini presenta insieme ai suoi partner al convegno internazionale Musei Arte e Alzheimer di Firenze il progetto MA&A Museums Art & Alzheimer’s. Una best practice che abbatte i confini dati dalla malattia attraverso l’arte e la creatività, sviluppando un crossover culturale tra il mondo dei musei e il settore socio-sanitario.
Rendere l’arte accessibile alle persone con Alzheimer e a chi se ne prende cura. Questo l’impegnativo tema al centro del Convegno internazionale «Musei Arte e Alzheimer» - tenutosi a Firenze nell’Auditorium di Sant’Apollonia

Il Convegno è parte integrante del progetto europeo «MA&A Museums Art & Alzheimer’s» (finanziato nell’ambito dei fondi «Erasmus+» 2015 destinati all’educazione degli adulti), di cui ilMuseo Marino Marini di Firenze è project leader, che si propone di sviluppare attività educative volte a rendere i musei e l’arte accessibili alle persone con demenza,  ai loro familiari e ai caregiver  professionali, attraverso corsi di formazione. L’obiettivo è abbattere i confini dati dalla malattia attraverso l’arte e la creatività.
Il Museo Marino Marini di Firenze presenta una esperienza d’avanguardia su accessibilità e inclusione di tutti nella vita culturale e nell’incontro con l’arte. Costituito nel 1988 per iniziativa del Comune fiorentino e della Fondazione Marino Marini di Pistoia come uno spazio museale che coniuga felicemente antico e moderno - con lo scopo di assicurare la conservazione, la valorizzazione e l’esposizione delle opere donate dall’artista (1901-1980) e dalla moglie e promuovere manifestazioni artistiche e culturali - da tre anni propone «L’arte tra le mani», nucleo di un progetto con il quale il Settore Musei della Regione Toscana sta sviluppando le proprie politiche sui temi dell’inclusione sociale delle persone con Alzheimer e di chi se ne prende cura.
Il museo in quanto ambiente di apprendimento informale e l’arte come esperienza formativa favoriscono l’esplorazione di nuove forme di comunicazione e di relazione. Come sottolineato durante il convegno da Marco Trabucchi, Presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria di Brescia, l’apprezzamento delle arti consente di godere dell’hic et nunc, facilitando l’espressione dei contenuti endogeni che non sono cancellati dalla malattia.

L’esperienza artistica consente alle persone di acquisire nuove capacità di codificazione, di ridefinire la propria identità, trovando nuove possibilità di partecipazione alla vita sociale.
Come ricorda Santagata, «La qualità sociale può essere definita come la misura in cui le persone sono capaci di partecipare alla vita sociale, economica e culturale e allo sviluppo delle loro comunità in condizioni che migliorano il benessere e il potenziale individuale».
MA&A intende migliorare il benessere delle persone con demenza e dei loro caregiver, contribuendo a innescare un cambiamento nella percezione sociale della malattia e a creare una società dementia friendly.
Il progetto, selezionato per essere presentato nell’ambito di The Creative Age. Global Perspectives on Creativity and Aging 2016. NCCA Leadership Exchange and Conference che si terrà a Washington dal 24 al 28 Settembre, prevede la realizzazione di due lavori principali:
un corso di formazione rivolto a educatori museali e educatori geriatrici che vogliono implementare o creare programmi museali per le persone con demenza e i loro caregiver; e un corso per caregiver familiari e professionali, sulle modalità di comunicazione con le persone con demenza attraverso l’arte.
 
L’intenzione è di porre le basi per un ponte tra le istituzioni museali e il settore socio-sanitario per creare una prospettiva integrata che possa migliorare le condizioni di vita dei malati di alzheimer, portando il museo ad essere un luogo inclusivo, di cittadinanza e di incontro tra le persone e l’arte.  In questa prospettiva il museo diviene il punto di riferimento di una comunità e un acceleratore di esperienze capacitanti, sviluppando capitale umano, simbolico e sociale.
Questo è  ciò che si intende per crossover culturale, un’ibridazione innovativa che dà luogo ad effetti sistematici metodologicamente prevedibili, che sono oggetto di una programmazione di lungo termine per portare allo sviluppo di un nuovo welfare, che mette al centro l’uomo.
Il progetto è un’ulteriore prova che sottolinea l’impatto della cultura e dell’arte sul benessere degli individui, ormai riconosciuto a livello internazionale grazie agli studi della comunità scientifica di riferimento (Bygren, Konlaan, Grossi), e l’importanza della loro presenza nei processi di sviluppo della persona e della società.
 
Partner internazionali di MA&A sono il Lehmbruck Museum di Duisburg in Germania, la Butler Gallery di Kilkenny in Irlanda e due organizzazioni non-profit lituane, Socialiniai Meno Projektai di Vilnius e Vsl Zmogiskuju istekliu stebesenos ir pletros biuras di Siauliai.
Per l’Italia accanto al Museo Marino Marini è presente Euridea s.r.l. , agenzia formativa accreditata dalla Regione Toscana.
Il convegno nasce in virtù di una riflessione sull’importanza della collaborazione e dell’implementazione di sinergie e scambi di conoscenza per la realizzazione dei progetti.
L’approccio relazionale che coinvolge diversi attori è il punto fondamentale che caratterizza una metodologia efficace.
Rete diventa la parola chiave, sia da un punto di vista del confronto tra tutti gli importanti partner del progetto, che da quello interno riferito all’integrazione delle competenze di diversi soggetti per costruire un nuovo welfare.
Nel convegno le esperienze dei partner si sono infatti confrontate con le testimonianze e i contributi di realtà del mondo socio-sanitario: dal sopracitato Marco Trabucchi, a Manlio Matera, presidente AIMA-Associazione Italiana Malattia Alzheimer Firenze, ad Avril Easton dell’Alzheimer Society of Ireland. La value network sviluppa un ecosistema che sostiene lo sviluppo e la validità di questi progetti per tutta la società. Questa esperienza ha delineato un Tuscany Approach caratterizzato dalla stretta collaborazione tra educatori museali e educatori geriatrici, dalla valorizzazione delle capacità residue delle persone con Alzheimer e dell’attenzione posta nei confronti dei caregiver.
 
«I musei oggi sono in prima linea in quanto rappresentano un laboratorio per una evoluzione olistica moderna», commenta, Patrizia Asproni, Presidente del Museo Marino Marini.
La Well-Being Culture è uno strumento d’aiuto valido per la prevenzione di patologie ad alto costo sociale. Ci si chiede quale ruolo debba essere riservato nella rete dei servizi ai musei che si assumono la responsabilità impegnativa di innescare un cambiamento sociale e hanno funzioni proattive nei confronti della comunità di riferimento.
La Regione Toscana ha riconosciuto l’importanza e la funzione del progetto MA&A, diventando un’avanguardia in Italia, attraverso la creazione di una rete dinamica e attiva di 14 musei d’arte e scienza con progetti dedicati a persone con demenza.
Una buona politica da imitare da tutte le Pubbliche Amministrazioni che possono supportare e incentivare, come in questo caso, i progetti nati dalle fondazioni private che hanno un forte impatto  sulla società in termini di welfare.
 
Il convegno è stato anche occasione d’incontro a tu per tu con Patrizia Asproni, Presidente di fresca nomina (dal 1° febbraio scorso) del Museo Marini, nonché Presidente della Fondazione Torino Musei, Direttore Beni Culturali Gruppo Giunti e Presidente Confcultura, oltre ad altri importanti incarichi in istituzioni e organismi che operano all’incrocio tra cultura economia e società civile. Esperienze importanti e diverse che rendono particolarmente interessante conoscere il suo punto di vista. Il Giornale delle Fondazioni le ha rivolto alcune domande.

Solo un mese e mezzo dall’insediamento ed è già impegnata in questa giornata internazionale di discussione e di confronto. Come intende caratterizzare il Museo Marino Marini (MMM) sotto la sua guida e che significato ha per lei, fiorentina, questo nuovo incarico?
Sono stata onorata da questo incarico perché ritengo  che il MMM sia centrale nella politica culturale fiorentina. Firenze è Rinascimento e il MMM è spazio che esprime modernità  e contemporaneità in perfetta continuità con la stratificazione storica, testimoniata peraltro dalla Cappella Rucellai, capolavoro di Leon Battista Alberti, che dà vita ad un percorso museale non solo coerente ma all’avanguardia. Un altro segno di congiuntura storica è dato dal fatto che la città deve il MMM alla volontà di una donna, Marina, la moglie di Marino Marini, che con grane lungimiranza ha voluto che il patrimonio artistico di suo marito rimanesse in dono a Firenze oltre che a Pistoia. Un gesto di grande generosità che accomuno a quello di Anna Maria Luisa de' Medici, l'ultima rappresentante della casata fiorentina, che  con il «Patto di famiglia»,  introdotto nel suo testamento alla città, permise che l’attuale patrimonio degli Uffizi restasse a Firenze, contribuendo di fatto a preservarne l’identità. Entrambe donne illuminate, che hanno fatto pratica del loro pensiero, lasciando in eredità alle generazioni che le hanno seguite i principi della bellezza come coesione sociale, del caring e della condivisione, nel nome dell’arte e della cultura. E, in questo concetto di well being  si inserisce anche  l’attività del MMM che ho trovato straordinaria sul progetto «MA&A», vincitore della selezione europea, con invito a Washington per l’alta qualità del progetto stesso. Valenza importantissima perché il Museo si presta particolarmente all’interazione con la città.
 Ecco, la mission che mi prefiggo è quella di radicare ancora di più il  MMM nel tessuto fiorentino, vorrei che diventasse il MUSEO della città: mentre gli altri Musei sono più frequentati dai turisti che dai cittadini,  il MMM deve diventare un quotidiano punto di riferimento, un museo da vivere e non solo da visitare , un museo di tutti e per tutti. Il settore didattico del Museo è già molto avanzato e apprezzato. E quindi anche questa parte di caregiver rientra nella visione che ho definito «olistica», onnicomprensiva, per cui non esistono barriere di cittadinanza e di inclusione.
 

Lei ha una esperienza d’avanguardia nel rapporto Arte e Cura, Cultura e Salute: che relazione c’è tra il progetto seguito a Torino al Sant’Anna «Nati con la cultura» e il progetto che avvierà qui al MMM? Se in quel progetto le parole d’ordine erano inclusione futuro e welfare, nel progetto sulla disabilità le parole d’ordine potrebbero essere collaborazione lavorare in rete creare ponti?
Sì, le parole chiave sono certamente queste. «Nati con la cultura»  è un progetto che proporremo anche con il MMM. Coinvolgere fin dalla nascita i bambini e le famiglie nei progetti culturali significa creare comunità e il nostro Museo sarà una comunità, nel senso più ampio e inclusivo del termine, anche per ovviare alla profonda solitudine che caratterizza la nostra epoca.
Superare quindi l’isolamento e la solitudine di chi la memoria abbandona attraverso la comunità realizzata intorno ad un Museo come contenitore di memoria?
I Musei saranno sempre più laboratori di conoscenza, di sapere e ricerca. Il tempo è ormai diventato una dimensione unica, come dimostrano le ultime scoperte della fisica, e il museo non è più un contenitore passivo di memoria, ma è la chiave per decodificare il presente e governare il futuro.

Lei sostiene l’esigenza di mettere in campo grandi progetti strategici di cultura e l’importanza che in essi i territori possono assumere. Come crede si possano mobilitare le sinergie intorno a questi progetti?
Il privilegio di governare due importanti istituzioni artistiche a Torino e Firenze porterà ad implementare le sinergie già esistenti, anche per volontà degli stessi Sindaci fra le due capitali della cultura, con collaborazioni non solo su mostre temporanee, ma su progetti strategici.
Il MMM amplierà inoltre la collaborazione con Pistoia, città vivacissima dal punto di vista culturale che ha ben meritato di essere la capitale italiana della cultura del 2017.
Anche il legame tra queste città nello scambio delle conoscenze e delle competenze nell’arte e nelle industrie creative e culturali sarà una delle principali missioni del MMM, con l’obiettivo di una particolare attenzione ai temi nuovi della cultura.

Riferimenti
Santagata, W(2008), Libro bianco sulla creatività, Mibac, Roma.