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Fondazione Artea incontra la Collezione La Gaia. Fontana e Manzoni in mostra a Fossano

  • Pubblicato il: 15/12/2017 - 00:01
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Giangavino Pazzola

Risorse private presenti sul territorio cuneese si mettono al lavoro in sinergia con il sistema pubblico, facendo le prove generali di progettualità future con un percorso espositivo di enorme valore. Da due settimane ha aperto i battenti, a Fossano, la mostra “Tesori nascosti dalla Collezione La Gaia. Fontana e Manzoni”, con opere che provengono dalla preziosa raccolta dell’imprenditore fossanese Matteo Viglietta e della compagna Bruna Girodengo, creando un’offerta culturale laddove il contemporaneo è poco presente. Il percorso espositivo curato da Eva Brioschi e Manuela Galliano, coprodotto e organizzato dalla Fondazione Artea in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Fossano e la Collezione La Gaia,  con il sostegno della Fondazione CRC,mette in mostra undici importanti lavori di due tra i più grandi autori della storia dell’arte italiana e mondiale.  Il primo atto di un progetto longitudinale. Ne abbiamo parlato con Michela Giuggia, presidente del consiglio di amministrazione della Fondazione Artea.
 
Il Comune di Fossano (CN) ha aperto ufficialmente le porte all’arte contemporanea con la prima mostra della Collezione La Gaia che sceglie il suo territorio per rivelarsi.  Che il percorso quasi quarantennale di acquisizioni e le oltre 1.700 opere custodite nella collina di Santo Stefano, in provincia di Cuneo, a  Busca rendano La Gaia una delle più prestigiose collezioni private a livello europeo è una questione risaputa. È vero, ancora, che la ricerca appassionata e la rilettura di questo patrimonio culturale continua a generare nuova conoscenza, a essere corpo vivo, attirando a sé l’attenzione di addetti ai lavori, appassionati e pubblico. Oltretutto, se queste opere – citando la curatrice Eva Brioschi in conferenza stampa – vengono «presentate per la prima volta in uno spazio pubblico», opere di altissima qualità come Merda d’artista (1961) e Corpo d’Aria (1960) di Manzoni, e quattro Concetti spaziali di Fontana, l’occasione diventa unica e imperdibile. È quello che sta succedendo al Castello degli Acaja di Fossano dove, a partire dal 30 novembre e sino al 29 aprile prossimo, è possibile ammirare undici opere di due grandissimi dell’arte contemporanea mondiale come Lucio Fontana e Piero Manzoni. La mostra “Tesori nascosti dalla collezione La Gaia. Fontana e Manzoni”, promossa e organizzata dalla Fondazione Artea, in collaborazione con la Regione Piemonte, il Comune di Fossano e la Collezione La Gaia e con il sostegno della Fondazione CRC , infatti, è un momento di condivisione pubblica di opere custodite con cura per anni e – allo stesso tempo – un’opportunità di rilancio turistico per il territorio fossanese, fortemente voluto dal sindaco di Fossano, Davide Sordella, che ha disegnato per Fossano un progetto di museo diffuso.
La collezione La Gaia nasce su iniziativa di Bruna e Matteo Viglietta, imprenditore fossanese, un vero colosso  nel campo della ferramenta, attivo in politica. Scherzando su di sé, Matteo Viglietta aveva commentato “pare strano che chi vende bulloni e chiodi si appassioni all’arte”. La coppia si avvicina prima all’arte moderna per poi dedicarsi all’arte contemporanea, collezionando nel tempo  «un nucleo che fa riferimento all’arte dai primi anni del Novecento agli anni Cinquanta, per proseguire con un più cospicuo gruppo di lavori dagli anni ’60 fino ai giorni nostri». Una raccolta impressionante, considerata tra le più importanti e ricche d’Europa a livello privato, che parte con Modigliani e Giacometti, Balla e Severin ai quali si aggiungono presto importanti opere da Fontana a Manzoni, da Richard Serra a Bill Viola, da Boetti a Pascali, da Kapoor a Cragg, da Mondino a Penone, da Segal a Kentridge. Un patrimonio custodito in un edificio fatto costruire quasi vent’anni fa a poca distanza dalla casa dei collezionisti, visitabile gratuitamente su appuntamento. Un tesoro che – insieme a tutte le altre collezioni private che vogliono avere un futuro, ci interroga su temi quali la collocazione, la destinazione e la gestione futura delle collezioni stesse.
In questo senso, il castello degli Acaja  è uno dei tanti simboli di una volontà amministrativa condivisa dai maggiori policy makers locali di “ripartire dalla cultura”, con l’amministrazione fossanese artefice di un ripensamento delle funzioni di tale spazio in chiave culturale (il castello ospita oggi la biblioteca comunale, spazi espositivi per le mostre e spazi per convegni e incontri).  Inoltre, il sindaco di Fossano, ha espresso pubblicamente la volontà di ospitare e custodire la Collezione La Gaia all’interno del Museo diffuso del Comune di Fossano. Altri esempi di tale “sentimento contemporaneo” sono il potenziamento dell’azione di Fondazione CRC, committente della ricerca Fattore Cultura. Realtà e potenzialità in provincia di Cuneo – curata dal CSS – EBLA Centro Studi Silvia Santagata,
La prima mostra della collezione La Gaia, dovrebbe preludere a un percorso di condivisione. L’organizzazione è stata affidata alla rinnovata Fondazione Artea  che si occupa della messa in rete e valorizzazione del patrimonio storico-artistico cuneese, nella progettazione, produzione e coproduzione di iniziative culturali, nella promozione  della partecipazione culturale attiva e dei processi di innovazione. Ri-fondata per volontà della Regione Piemonte nel 2016, Artea è operativa soltanto da pochi mesi, ma ha supportato la programmazione dell’offerta culturale e artistica diffusa sul territorio (con iniziative di successo promosse a Vinadio, al Castello del Roccolo, a Saluzzo, al Filatoio di Caraglio) e strategica (con la gestione del dossier di candidatura di Cuneo2020 e il coordinamento del progetto per un nuovo Urban Center a Cuneo).
Vicino logisticamente,  e nel contempo lontano come storia,  dai grandi centri del contemporaneo di  Milano e Torino, il cuneese  sta investendo  con uno sguardo di lungo periodo. I forti segni si leggono nelle Langhe, riconosciute dall’Unesco, dove  aziende vinicole di successo  hanno scelto i codici delle arti del tempo presente per posizionare il territorio e i prodotti della terra in un mercato globale. Ma anche altre aree possono aprirsi. Cosa ne pensa Michela Giuggia, Presidente della Fondazione Artea?  La mostra Tesori nascosti dalla collezione La Gaia. Fontana e Manzoni, ci racconta  Giuggia, «nasce con l’intenzione di mettere a valore tale patrimonio culturale in una città che ha espresso il desiderio di accogliere la collezione La Gaia e testare – in questo modo – il progetto del Museo diffuso di Fossano.  Artea, Comune di Fossano e Collezione La Gaia hanno ideato insieme questo percorso che abbiamo inteso sostenere sia in termini economici che occupandoci direttamente della realizzazione».
Le risorse che la Fondazione Artea sta investendo, (circa 300.000 per le iniziative prodotte e co prodotte, in questo primo anno di attività) nel territorio “sono significative seppur la vastità del territorio di riferimento ne richiederebbe di maggiori.” Tuttavia la possibilità di Artea di investire più o meno risorse economiche sul territorio non è l’aspetto principale della sua mission, quanto invece quello di offrire capacità progettuale, organizzativa, gestionale e comunicativa ad un territorio che è da sempre ricco di offerta culturale ma che fa fatica a emergere. «Cerchiamo di investire nella comunicazione delle nostre attività, oltre che nella strategia, nel coordinamento e nelle azioni di co-produzione, con un impegno notevole rispetto alle risorse che una realtà di una provincia come quella di Cuneo potrebbe destinare a tale capitolato di spesa. L’obiettivo è di implementare, con un intervento diretto, la qualità dei progetti e la ricaduta sul territorio. L’idea di costruire un settore interno che si occupi di comunicazione, infatti, serve a creare il megafono verso pubblici più ampi che molto spesso non vengono raggiunti a causa di una scarsità di risorse da investire in quell’ambito».
Dopo le mostre “Terra di Seta” al Filatoio di Caraglio  e la “Scelta di Giulio” alla Castiglia di Saluzzo, la Gaia a Fossano è una mossa azzeccata, considerando anche che il livello di partecipazione – sia in occasione dell’inaugurazione della mostra a Fossano sia nei primi due weekend in cui il percorso espositivo era visitabile - è stato alto per il territorio, registrando più di 400 visitatori ogni fine settimana. «È un piccolo intervento con undici straordinarie opere d’arte.  Il primo riflettore acceso per illuminare una strada che dovrà portare alla creazione di un polo museale all’interno della città di Fossano».
Dichiara il Sindaco di Fossano“Questa mostra ha il sapore delle prime volte. E’ il primo passo concreto per la realizzazone del Museo di Arte contemporanea con la Collezione La Gaia. Ed è la prima volta che siamo coordinati sul territorio grazie alla Candidatura di Cuneo Capitale Italiana della Cultura per il 2020”.
La mostra delle opere della Collezione La Gaia è solo un esempio di ciò che avverrà nella Granda, dove i prossimi passaggi potrebbero essere quelli di replicare tale esperienza anche con soggetti meno autonomi finanziariamente che – sebbene non possano avere grande sostenibilità economica – rappresentano una fonte preziosa di idea e progettualità.

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