Dai rammendi del G124 al nuovo abito per Battipaglia
Ispirandosi al modello del G124, a Battipaglia, in provincia di Salerno, si sperimenta innovazione sociale per definire le linee strategiche del nuovo PUC. Nasce così Battipaglia collabora
A Battipaglia la commissione prefettizia, insediatasi nel 2014 dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose, dovendo fare fronte alla necessità di definire il futuro Piano Urbanistico Comunale, decide di individuarne le linee guida strategiche sulla base di un patto di collaborazione territoriale tra amministrazione e cittadini.
Facciamo un passo indietro. Nel 2013 Renzo Piano crea il gruppo di lavoro G124, dal numero dell’ufficio del senatore a Palazzo Giustiniani, per progettare la riqualificazione delle periferie delle città italiane. Il gruppo è formato da sei giovani architetti, pagati con lo stipendio parlamentare di Renzo Piano interamente destinato a questo progetto, coordinati da tre tutor – gli architetti Massimo Alvisi, Mario Cucinella, Maurizio Milan – e da un gruppo di consulenti per garantire un ampio ventaglio di competenze ed arricchire il lavoro di analisi propedeutica al varo della progettazione nei luoghi prescelti.
I primi progetti sono stati attuati nell’area Borgata Vittoria di Torino, a Catania nel quartiere Librino e a Roma con l'intervento del Viadotto dei Presidenti. Quest'ultimo progetto è stato sviluppato dai giovani architetti Eloisa Susanna e Francesco Lorenzi coordinati dall'Arch. Massimo Alvisi (Alvisikirimoto + Partners). Nel frattempo i giovani architetti di G124 hanno dato vita a un team di progetto autonomo denominato INSITI.
Dopo l'esperienza romana del Viadotto, Alvisi viene chiamato dal nuovo commissario prefettizio di Battipaglia, Gerlando Iorio che, come ci racconta lo stesso Alvisi, «invece di svolgere un lavoro da 'prefetto passacarte', decide di studiare una nuova forma di assetto urbanistico della città e di definire un indirizzo strategico, non politico, per il futuro PUC».
L'intento del commissario è di adottare il metodo G124 per restituire al Comune di Battipaglia un Piano Urbanistico Comunale, frutto del patto di collaborazione territoriale, volto al recupero, alla rigenerazione, alla riqualificazione urbanistica e alla rivitalizzazione della città.
E il gruppo del Viadotto del Presidente accetta di buon grado, soprattutto per sperimentare il passaggio dall'approccio di rammendo di porzioni di città ad un intervento su scala urbana.
Oltre a Massimo Alvisi, Eloisa Susanna e Francesco Lorenzi, il gruppo di lavoro è formato da Christian Iaione (docente di governance dei beni comuni presso la LUISS Guido Carli nell’ambito del programma LabGov – LABoratorio per la GOVernance dei beni comuni), dall’urbanista Umberto Bloise, dal'architetto Paola Cannavò e dal sociologo Carlo Colloca.
Lo spirito guida per la definizione delle linee strategiche per il PUC di Battipaglia, come spiega Alvisi, è stato «partire da un'immagine concreta e semplice della località, un'immagine che rispecchiasse le idee e la visione dei cittadini, progettando NON FUORI ma NELLA città». Nella convinzione che l'indirizzo strategico del PUC non dovesse essere soltanto appannaggio dei tecnici.
Quindi «l'azione zero» è stata quella di innestare meccanismi attivi della cittadinanza, incentivando la collaborazione nelle varie fasi del processo iniziato nel gennaio 2015.
Il punto di partenza è stato il lavoro di ricerca sulla storia e sull'evoluzione urbanistica della città. Tra febbraio e marzo il gruppo di lavoro incontra membri dell'amministrazione, associazioni, cittadini attivi e innovatori sociali, imprese private responsabili, dirigenti delle principali scuole della città per confrontarsi e condividere la visione di Battipaglia.
Poiché uno dei cardini su cui viene impostato il lavoro è che parte del cambiamento può avvenire anche prima della definizione del PUC, fin da subito vengono attuati alcuni interventi. Il più significativo è stato il recupero del vecchio edificio della ex-scuola De Amicis, elemento importante della memoria storica della città, diventata in breve sede operativa degli incontri e biblioteca. La valenza simbolica dell'intervento è ben rappresentata dall'emozionante momento del passaggio dei volumi di mano in mano dal comune alla scuola: una catena di libri trasportati da tutti, bambini, insegnanti, cittadini, etc. Un'azione non di poco conto in un comune commissariato per camorra...
Dagli incontri e dalla conoscenza del territorio sono emersi 4 temi cardine intorno ai quali ruotare l'elaborazione di una strategia urbana collaborativa.
1. BATTIPAGLIA PUBBLICA, che riguarda il recupero e la riqualificazione dello spazio pubblico disponibile, di cui la città è carente, come aree verdi ed edifici, favorendo la costruzione di partenariati pubblico-privato-comunità.
2. BATTIPAGLIA RIGENERATA, che riguarda la rivitalizzazione delle aree occupate da ex attività industriali dismesse, degli edifici di pregio delle masserie e delle antiche cascine, dei beni confiscati alle mafie, dell’edilizia abusiva destinata alla demolizione, molto diffusi a Battipaglia, ma che possono diventare risorse per le economie del territorio.
3. BATTIPAGLIA ECOLOGICA, che riguarda la necessità di reinvestire nella cura collaborativa della «salute del territorio» risolvendo i problemi infrastrutturali e comportamentali che determinano situazioni di rischio idrogeologico e di pericolo di inquinamento delle falde acquifere, regolamentando lo sfruttamento delle risorsa suolo e riqualificando la fascia litoranea e il sistema della mobilità.
4. BATTIPAGLIA CREATIVA, che riguarda la capacità di costruire il rilancio della città ponendo le basi sull’educazione e la conoscenza. Edifici di alto valore simbolico e culturale come la ex-Scuola De Amicis, il Castelluccio e il Tabacchificio dovranno diventare i nodi strategici su cui basare lo sviluppo cognitivo della città, trasformandola in un crocevia di saperi, conoscenza, cultura, ricerca, sperimentazione scientifica.
Le linee guida, redatte nel documento prodotto da Christian Iaione, sono state presentate durante l’iniziativa «Battipaglia Collabora», svoltasi negli scorsi 21 e 22 giugno, una delle tappe più significative del percorso. Le azioni che si sono svolte durante le giornate della manifestazione hanno esemplificato ed anticipato l’attuazione e le modalità attraverso le quali i cittadini possono, collaborando tra loro e con le istituzioni, contribuire a costruire insieme il futuro del territorio battipagliese.
Sulla scia di questa iniziativa infatti il Comune di Battipaglia ha riaperto gli accessi al mare, impegnandosi per garantire l'accessibilità e la pulizia della spiaggia, e ha avviato le opere di demolizione dei manufatti abusivi con l'obiettivo di riqualificare e riordinare tutta la fascia costiera e la pineta.
Inoltre, grazie alla collaborazione con i cittadini, sono state portate a termine numerose azioni virtuose: sono stati recuperati e valorizzati fabbricati storici e masserie come il complesso di Santa Lucia, è stato aperto un nuovo spazio pubblico con verde attrezzato nel quartiere periferico di Belvedere, è stato inaugurato un nuovo tratto di pista ciclabile, è stato realizzato un piccolo intervento di riqualificazione urbana con la pittura e sistemazione a verde di alcune aiuole e fioriere lungo alcune strade e piazze della città.
La manifestazione si è conclusa con il Festival della Legalità, promosso dall'Associazione Con Le Mani: una serata di incontro, con artisti di strada, musica, mercatini, divertimento.
L'8 luglio viene inaugurato il Caffè 21 marzo, un bar realizzato in un bene confiscato alla criminalità organizzata e che è stato assegnato dal Comune, attraverso bando pubblico, ad un’Associazione Temporanea di Scopo composta da: Gruppo Agesci Battipaglia 1°, Associazione Back to life, Associazione Mariarosa, Legambiente Circolo Vento in faccia, Cooperativa Lazzarelle, ICATT di Eboli.
Il percorso di rigenerazione di Battipaglia proseguirà con il lancio di un concorso per la redazione del PUC.
Le visioni di Piano sembrano poter diventare realtà. Il concetto che «è meglio riformare il territorio che abbiamo: non costruire, ma trasformare» forse comincia a passare. Ma si fa strada anche la necessità di definire visioni e attuare trasformazioni «partendo dal basso», attraverso un patto di collaborazione con il territorio. Certamente il processo non è scontato, così come non lo è la comprensione del metodo e il livello di cooperazione. A Battipaglia alcuni soggetti non hanno voluto partecipare al confronto, ma molti di più sono quelli coinvolti: associazioni locali, produttori agricoli, imprenditori, scuole e poi Libera, WWF, Legambiente, ConfAgricoltura, ConfCommercio tanto per citarne alcuni.
Il processo è replicabile e, secondo il parere di Massimo Alvisi, può trovare ulteriori terreni di sperimentazione proprio al Sud. Le condizioni ci sono, gli attrattori anche, si aspettano gli investitori.
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