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Conflitto e patrimonio tra antico e contemporaneo

  • Pubblicato il: 16/03/2018 - 08:01
Autore/i: 
Rubrica: 
MUSEO QUO VADIS?
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli

Dalla collaborazione tra  i Musei Reali, il Museo Egizio-Fondazione Antichità Egizie, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e il Centro Scavi dell’Università degli Studi di Torino (CRAST) nasce un progetto espositivo “Anche le statue muoiono”  che invita alla riflessione sull’importanza del patrimonio culturale, creando un filo capace di unire tre prestigiose sedi espositive (Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali) e i reperti del passato con opere contemporanee. Un tema che sarà esplorato ulteriormente, a maggio, con un convegno internazionale. Un percorso accompagnato da Intesa Sanpaolo e dalla  Consulta Torino, l’associazione delle imprese del territorio a favore dei beni culturali.
Rubrica di ricerca in collaborazione con il Museo Marino Marini


Quattro istituzioni torinesi danno vita a un coro di voci che ripercorre il tema attualissimo della vulnerabilità, della distruzione sistematica e consapevole del patrimonio culturale, sottolineando contestualmente l’importanza della sua conservazione e protezione.
La mostra, articolata su tre sedi – Museo Egizio, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Musei Reali - mutua il proprio titolo da un documentario del 1953 realizzato dal regista francese Alain Resnais e si serve, come immagine guida, del dettaglio di una fotografia in bianco e nero di Mimmo Jodice (tratta dall’opera “Anamnesi”),  che mostra il volto di pietra di una statua vittima del tempo e della storia.

Il progetto scientifico – elaborato dai curatori Irene Calderoni, Stefano de Martino, Paolo Del Vesco, Christian Greco, Enrica Pagella, Elisa Panero – ruota attorno a tre temi principali: quello della distruzione e del saccheggio analizza in modo diacronico le motivazioni che hanno spinto gli uomini alla distruzione del patrimonio artistico e archeologico nel tentativo di mistificazione dell’identità altrui, di dispersione e annichilimento della memoria dei popoli. Il secondo tema è il potere delle immagini, mai soltanto semplici segni grafici, ma portatrici di innumerevoli significati e spesso strumento del potere. Terzo e ultimo tema è il ruolo dei musei: considerati istituzioni in bilico tra il principio di conservazione/protezione e l’attività di appropriazione ,“predatori” di patrimoni e custodi di reperti altrimenti esposti al rischio della distruzione e dell’oblio. Spesso simboli dell’Europa coloniale, oggi i Musei sono chiamati a rivalutare e ricostruire il loro ruolo di narratori della cultura, facendo luce sul racconto biografico dell’oggetto mostrato al pubblico.

La mostra sollecita l’urgenza di alcune domande “Qual è il ruolo di un patrimonio storico-artistico nei processi di costruzione dell’identità culturale di un popolo? Quali sono gli effetti di una devastazione così estrema sul senso di appartenenza, sull’idea di tradizione e condivisione, sulla possibilità di concepirsi come un insieme? Su quali basi si può costruire un futuro, se le tracce del proprio passato sono state sistematicamente obliterate? Come si può concepire un’idea di riparazione, di riconciliazione?”  e  tenta di rispondere attraverso il dialogo tra reperti antichi e opere di artisti contemporanei molti dei quali originari di paesi in cui i conflitti hanno messo a rischio e talvolta distrutto il patrimonio, come, a titolo esemplificativo Iraq, Iran e Siria.

Il Museo Egizio con Anche le Statue muoiono si apre per la prima volta all’arte contemporanea ospitando la mostra nella sala mostre dedicata a Khaled al-Asaad, barbaramente ucciso dall’Isis, nel tentativo di difendere il sito archeologico di Palmira di cui era direttore da oltre 30 anni. Nove artisti contemporanei dialogano, attraverso le loro opere – installazioni, video, fotografie – con reperti millenari. Il percorso inizia con un suggestivo incontro tra sguardi: quelli dei nove volti fotografati da Mimmo Jodice e quelli spezzati dei governatori di Qau el-Kebir (1900 – 1850 a.C). Un importante momento di riflessione sul ruolo dei Musei è affidato a opere quali quelle di Ali Cherri, Liz Glynn e Kader Attia. Una sala dell’esposizione è dedicata alle fotografie prodotte dal CRAST a Ninive: il Centro di Ricerche torinesi ha documentato per l’ultima volta – prima che fosse completamente raso al suolo – la bellezza del ‘Palazzo senza Eguali’ di Sennacherib.  Per la Presidente della Fondazione, Evelina Christillin “la mostra Anche le Statue muoiono è la concreta dimostrazione di come la sinergia tra enti culturali sia in grado di produrre un importante risultato: una mostra diffusa sul territorio cittadino, riconosciuta tra le iniziative legate all’Anno Europeo del Patrimonio. Per il Museo Egizio l’inaugurazione di questa mostra rappresenta, inoltre, un segnale di apertura verso altri linguaggi artistici, in questo caso quelli dell’arte contemporanea, a testimonianza di un approccio che vuole questo Museo disponibile a ogni tipo di dialogo.”.

Alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo si indaga sul presente, riflettendo sui temi del museo, dell’archeologia, del colonialismo, dell’identità nazionale e delle relazioni tra culture. Al centro della mostra, le sedici teche museali di Kader Attia, vuote e con i vetri infranti, invitano lo spettatore a riflettere sui diversi modi in cui i reperti museali sono stati oltraggiati. Le medesime tematiche, variamente declinate, sono riprese dagli artisti Mark Manders, Simon Wachsmuth e Lamia Joreige. Due reperti provenienti dalle collezioni del Museo Egizio, mostrano i segni della violenza di cui sono state vittime nel lontano passato.

I Musei Reali propongono una riflessione con l’esposizione di reperti archeologici e opere d’arte: dai rilievi assiri, all’arte cipriota e romana fino alla pittura di Roger van der Weyden. Il percorso si intreccia con l’arte contemporanea attraverso la spettacolare installazione di Mariana Castillo Deball, nel centralissimo Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale, e le riprese filmiche della recente attività di ricerca e di recupero attuata dal Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino in Iraq.
Storie di reimpieghi, distruzioni o saccheggi, ma anche nuovi contesti di forma e di significato, identità perdute, smembramenti e lunghi viaggi: uno scenario attuale sulle logiche di mercato che, ieri come oggi, hanno regolato l’ingresso dei beni culturali nelle grandi raccolte dinastiche prima e nelle collezioni dei più noti musei occidentali poi. La Direttrice, Enrica Pagella afferma che "i Musei Reali riflettono sul ruolo controverso del museo nel tempo, quale luogo di tutela e conservazione al servizio della società, ma anche teatro di decontestualizzazione e appropriazione. Un ruolo che, dalla Convenzione di Faro, va necessariamente rimesso in discussione. Oggi con  un gioco di rimando tra passato e presente, con uno sguardo rivolto al futuro".

Stefano De Martino, Direttore del Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia (CRAST) dell’Università di Torino  sottolinea come il suo ente “sia presente in Medio Oriente da molti anni con scavi archeologici e attività di ricerca e formazione, impegnandosi, in particolare, nei lavori di riallestimento delle sale monumentali dell'Iraq Museum di Baghdad. La collaborazione tra la Fondazione Museo Egizio, la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e i Musei Reali è un segnale forte della capacità di tutte queste strutture a operare in sinergia su temi comuni”.

 “Anche le statue muoiono” si fonda sulla convinzione della capacità dell’arte di generare nuovi discorsi, ponendosi un duplice obiettivo: informare e mostrare al pubblico il risultato delle recenti e violente distruzioni che hanno travolto il patrimonio artistico e culturale di molti paesi; ma anche sensibilizzare perché è solo attraverso la conoscenza dei beni culturali che si può giungere a un’attenta tutela del patrimonio, eredità e memoria da tramandare e proteggere.  I temi verranno approfonditi a maggio in un convegno internazionale che coinvolgerà studiosi ed esperti delle diverse discipline che, proprio a partire dall’esposizione, svilupperanno le molteplici suggestioni che gravitano intorno alla vulnerabilità e alla distruzione dei tesori dell’arte, alla necessità e all’importanza di un’attenta opera di protezione e conservazione del patrimonio culturale.

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Ph Mimmo Jodice, Demetra