CONCORSO PERIFERIE. RICERCA E IDEE PER LA MESSA A VALORE DEI BISOGNI DEL TERRITORIO
Progetti per il miglioramento della qualità del decoro urbano; per generare nuove possibilità di spazio pubblico e integrazione con il patrimonio architettonico esistente; per rendere più vivibile e sostenibile dieci città italiane, adeguando delle infrastrutture sottoutilizzate ai servizi sociali, culturali, educativi e didattici. Questa la principale caratteristica nella carta di identità dei progetti vincitori del bando sulle Periferie. Verso la riduzione delle disuguaglianze. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Federica Galloni - Direttore Generale per l'Arte e l'Architettura Contemporanee e le Periferie Urbane del MiBACT.
Roma. Il 19 novembre 2016, MiBACT e Consiglio Nazionale degli Architetti hanno annunciato gli esiti del concorso di idee per la riqualificazione di aree urbane periferiche, bandito lo scorso mese di settembre dalla Direzione Generale Arte, Architettura e Periferie, in intesa con CNAPPC. Sono stati premiati dieci gruppi di giovani progettisti, per ognuno di loro è stato messo a disposizione un premio da 10.000 euro. Le aree di intervento, selezionate attraverso un bando di manifestazione d’interesse aperto a tutti i Comuni d’Italia, sono state selezionate tra 140 (58 del Sud e delle Isole, 35 del Centro e 47 del Nord) e riguardano zone pubbliche e strutture edilizie esistenti che necessitano di interventi di riqualificazione e rifunzionalizzazione con finalità d’interesse pubblico. I vincitori forniranno gratuitamente ai Comuni interessati affinché possano procedere alle successive fasi della progettazione e della realizzazione degli interventi. Ne abbiamo parlato con la dott.ssa Federica Galloni - Direttore Generale per l'Arte e l'Architettura Contemporanee e le Periferie Urbane del MiBACT.
Lo scorso settembre la Direzione Generale del MiBACT, in intesa con Consiglio Nazionale degli Architetti, ha bandito un concorso di idee per la riqualificazione di aree urbane periferiche. Quali sono state le motivazioni e quali gli obiettivi alla base di questa azione?
Il concorso rientra tra le azioni istituzionali volte alla valorizzazione e riqualificazione delle periferie urbane che la Direzione Generale Arte e Architettura Contemporanee e Periferie Urbane ha attivato in linea con gli obiettivi strategici affidati dal Ministro. La Direzione promuovendo la creatività contemporanea, affronta e fa proprie soprattutto quelle sfide che provengono da contesti urbani ad alta problematicità, non solo periferici, ma soprattutto marginali. E’ ormai condiviso quanto attraverso l’arte e l’architettura contemporanee si possa contribuire al recupero e alla riqualificazione dei paesaggi urbani degradati. Il concorso per le dieci aree periferiche interessa dunque lo spazio pubblico, non inteso come territorio senza identità o di nessuno, ma come patrimonio comune di condivisione di idee e progetti sui quali investire. In queste aree si potranno formare e sviluppare comunità urbane e relazioni sociali e l’architettura potrà rispondere per portare qualità e dare forma ai nuovi stili di vita in continua trasformazione. Anche il Governo, con le leggi di stabilità 2015 e 2016, ha voluto destinare ingenti fondi pubblici per la riqualificazione sociale e culturale delle aree urbane degradate italiane promuovendo nuove forme di welfare metropolitano. Proprio da questa esperienza, nella quale la Direzione è stata coinvolta in modo diretto, è emersa la difficoltà di alcuni enti locali di redigere progetti rispondenti alle reali necessità dei cittadini. Il concorso DGAAP/CNAPPC propone una visione concreta che parte dall’osservazione delle esigenze del territorio e ha l’intento di migliorare la qualità dell’ambiente edificato e di conseguenza la vita delle persone. Con il CNAPPC, è stata sottoscritto un accordo in tempi brevi, lavorando sui temi del riuso di strutture edilizie esistenti, della riqualificazione di luoghi caratterizzati da marginalità attraverso interventi anche di scala minore, ma qualificanti e innovativi. Le aree sono distribuite su tutto il territorio nazionale e sono state selezionate attraverso un bando di manifestazione d’interesse aperto a tutti i Comuni d’Italia.
Cinque parole per identificare come viene declinato il concetto di “periferia” dalla Direzione Generale, al giorno d’oggi?
Connessione e isolamento, pubblico e privato, autonomia e dipendenza, uniformità e varietà, manutenzione e abbandono, sono cinque coppie di termini oppositivi, che ben sintetizzano le problematiche e le possibili azioni d’intervento sulle periferie italiane. Le declinazioni più comuni del concetto di periferia, le identificano come luoghi di concentrazione dello svantaggio sociale e del degrado fisico, è necessario prestare attenzione anche ad altri aspetti e in particolare a quelli legati all’uso del territorio, è utile ampliare il concetto di periferia intervenendo su quei contesti segnati dalla mancanza o dalla scarsa dotazione dell’insieme di funzioni e servizi che normalmente qualificano i contesti urbani. Servizi e attività che garantiscono vitalità al territorio quali: cultura, commercio e turismo, società e sport, sviluppo territoriale, solo alcuni per citarne alcuni. A partire da questi concetti la Direzione ha avviato uno studio sulle periferie metropolitane su tutto il territorio nazionale, nove le realtà ad oggi indagate (Milano, Torino, Venezia, Genova, Firenze, Bologna, Napoli, Bari, Reggio Calabria) e prossimamente Roma. Lo studio è stato annunciato e a breve e verrà reso disponibile sul sito della direzione generale (www.aap.beniculturali.it)
Come avete scelto le aree nelle quali intervenire?
Attraverso la pubblicazione di un avviso pubblico rivolto a tutti i Comuni italiani per la manifestazione di interesse alle procedure di selezione sono state individuate le dieci aree periferiche pubbliche. Ai Comuni veniva richiesto tramite il bando di presentare casi per i quali si auspicava: il miglioramento della qualità del decoro urbano, l’accrescimento della sicurezza territoriale e della capacità di resilienza urbana, il potenziamento delle prestazioni e dei servizi di scala urbana, la mobilità sostenibile e l'adeguamento delle infrastrutture destinate ai servizi sociali e culturali, educativi e didattici, nonché alle attività culturali ed educative. C’è stata una grande adesione, hanno partecipato 140 Comuni (58 dal Sud e Isole, 35 dal Centro e 47 dal Nord).
Quanti progetti avete raccolto, da quali aree provengono i progettisti e come è stato portato a termine il processo di selezione?
La Giuria, composta da due membri della DGGAAP e due del CNAPPC, presieduta un esperto in matria, ha individuato i vincitori tra i 220 partecipanti, provenienti da tutta Italia e dall’estero, attribuendo un punteggio, con un massimo di 100 punti, conseguente all’analisi di elementi considerati prioritari, che riguardavano in particolare: gli aspetti compositivi e formali della proposta, intesi come qualità, innovazione e rapporto con il contesto urbano - le caratteristiche funzionali, quali la capacità di riuso o rifunzionalizzazione e le prestazioni dei servizi, le specificità tecnologiche legate alla sostenibilità sociale, economica ed ambientale e la sicurezza, e in ultimo, la capacità di valorizzare l’area, ovvero gli effetti virtuosi previsti su scala urbana.
Che tipologie di progetti sono stati selezionati? Emergono punti di tangenza nelle pratiche e formalizzazioni proposte?
Più di una proposta vincitrice mette in atto dei processi di trasformazione urbana partecipati che coinvolge le comunità e propone una progettazione integrata che coinvolge gli abitanti delle aree interessate e soprattutto prevede l’ascolto e la comprensione delle loro necessità e si propone di rispondere di conseguenza ai bisogni reali. Altre proposte effettuano un’approfondita analisi urbana, non solo dal punto di vista dell’intervento fisico, ma anche delle trame, delle connessioni dei luoghi e di conseguenza dei loro usi. Sono state premiate idee che ridonano centralità agli spazi creando nuovi servizi, luoghi che recuperano dall’abbandono le proprietà pubbliche per finalizzarne gli usi alle esigenze della comunità.
La Direzione Generale assegnerà a ciascun vincitori un premio di 10.000 euro. Le idee saranno fornite gratuitamente ai Comuni interessati, affinché possano procedere alle successive fasi della progettazione e della realizzazione degli interventi.
Per facilitare l’effettiva realizzazione dei progetti sono state selezionate dal Comitato scientifico quelle proposte dei Comuni incluse nei rispettivi programmi triennali delle opere pubbliche. L’avvio dei processi di riqualificazione parte da azioni concrete sul territorio, qualora i progetti rimanessero sulla carta non avremmo raggiunto il nostro obiettivo di avviare il rinnovamento delle aree pubbliche.
Avete predisposto degli indicatori per la fase di monitoraggio dei progetti?
Con tutti i Comuni vincitori del bando, ed in particolare con gli uffici tecnici preposti, è nato un rapporto di collaborazione, le amministrazioni coinvolte hanno colto appieno l’opportunità offerta e siamo certi che proprio in questa prospettiva sarà importante proseguire il lavoro per una gestione attenta dei progetti. Alcuni Comuni hanno manifestato interesse anche per la presentazione pubblica delle idee proposte. Lo scorso novembre la Direzione generale ha sottoscritto con il CNAPPC un accordo per la seconda edizione del Concorso, visto che questa esperienza pilota è stata molto positiva e a partire dal monitoraggio dei risultati che si otterranno, sarà possibile anche definire nel dettaglio in cosa eventualmente migliorare la proposta.
Come è possibile conciliare le nuove pratiche di riuso e attivismo urbano con sistemi di pianificazione che talvolta appaiono un freno alle possibilità creative e visionarie dei progetti di riuso?
Sempre più Comuni fanno ricorso a pratiche di collaborazione tra cittadini e amministrazioni per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani al fine di migliorare la vivibilità e la qualità degli spazi e per assicurare la fruibilità collettiva di spazi pubblici o edifici non inseriti nei programmi comunali di manutenzione. Esiste il regolamento dei beni comuni che molti comuni hanno adottato ed è ormai provato che le attività della cittadinanza attiva promuovono la creatività, le arti, la formazione e la sperimentazione artistica e sono degli strumenti importanti per la riqualificazione delle aree urbane o dei singoli beni, per la produzione di valore per il territorio. La mia esperienza come Soprintendente di Roma prima e Direttore Regionale del Lazio poi, mi ha reso consapevole di quanto possano incidere sulla qualità di vita degli abitanti le problematiche di una pianificazione definita da molti ormai come insostenibile, poiché ancora essenzialmente basata su semplici previsioni conformative zonali.
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