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Al nastro di partenza il nuovo piano di lavoro UE 2015-2018 per la cultura

  • Pubblicato il: 16/03/2015 - 10:59
Rubrica: 
VOCI DALL'EUROPA
Articolo a cura di: 
Erminia Sciacchitano

In partenza il piano di lavoro per la cultura 2015-2018, la piattaforma di cooperazione culturale europea varata nel 2007 con la risoluzione del Consiglio su un’Agenda europea per la cultura e i suoi obiettivi strategici, ovvero la promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale, la promozione della cultura quale catalizzatore della creatività ed elemento essenziale delle relazioni internazionali dell’Unione.  Al centro del dibattito  le governance partecipate,  multilivello,  dei beni culturali e l’audience development,. L'integrazione fra le raccomandazioni dei gruppi di esperti e le politiche a livello nazionale ed europeo rimane ancora una sfida.  Nasce una piattaforma di dialogo fra i portatori di interesse della società civile nel settore culturale e la Commissione europea: The Voice of Culture . Dall’esperto MiBACT distaccato a Bruxelles un quadro dei lavori in corso.
 
L’applicazione del Metodo di Coordinamento Aperto (MCA), progressivamente affermatosi con la Strategia di Lisbona, che richiedeva un coordinamento in materie di competenza degli Stati membri, (occupazione, protezione sociale, inclusione sociale, istruzione e formazione) per far convergere le politiche nazionali verso la realizzazione di determinati obiettivi comuni, si sta dimostrando efficace anche nel settore culturale.
 
La cooperazione tra gli Stati membri nel settore della cultura ha trovato nel MCA un quadro flessibile e non vincolante, per scambiare buone pratiche attorno a obiettivi strategici, che è risultato il metodo più frequentemente utilizzato per produrre risultati nell'ambito dell’Agenda europea per la cultura. Ricordiamo, infatti, che l’art. 167 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea prevede che la stessa possa incoraggiare in ambito culturale la cooperazione tra gli Stati e appoggiare e integrare la loro azione con azioni di incentivazione, raccomandazioni, progetti a carattere dimostrativo, scambio di esperienze e di conoscenze, ma non imporre l’armonizzazione delle politiche culturali.
 
Il valore aggiunto del lavoro di analisi e confronto delle esperienze e pratiche nelle politiche culturali europee, che si svolge essenzialmente in gruppi di lavoro costituiti da esperti nazionali, incaricati dal Consiglio di riflettere, riferire e formulare raccomandazioni in settori d’intervento definiti periodicamente in un piano di lavoro pluriennale, deriva soprattutto dall'apprendimento reciproco e dallo scambio delle migliori pratiche, mentre resta da migliorare l'impatto sulle politiche nazionali. Merita quindi di essere promosso e meglio conosciuto.
 
Il primo piano di lavoro (2008-2010) aveva individuato come iniziative prioritarie la mobilità degli artisti, laccesso alla cultura, lelaborazione di statistiche nel settore della cultura, la promozione delle industrie culturali e creative e lattuazione della convenzione UNESCO sulla protezione e promozione della diversità delle espressioni culturali.
 
Le sei priorità fissate nel secondo piano di lavoro (2011-2014): diversità culturale, dialogo interculturale e cultura accessibile e inclusiva; industrie culturali e creative; competenze e mobilità; patrimonio culturale e mobilità delle collezioni; cultura nelle relazioni esterne; statistiche culturali, hanno dato vita a specifici gruppi di lavoro. Vale la pena ricapitolarne i risultati prima di guardare il nuovo piano di lavoro, anche se ognuno dei filoni di indagine meriterebbe un approfondimento.
 
Rispetto al primo obiettivo, diversità culturale, dialogo interculturale e cultura accessibile e inclusiva,  gli esperti degli Stati membri hanno centrato la loro attenzione in primo luogo sul ruolo delle istituzioni culturali, finanziate con fondi pubblici, nella promozione dell'accesso alla cultura (2012), e in seguito sulle buone pratiche delle istituzioni pubbliche operanti nei settori dell'arte e della cultura nella promozione della diversità culturale e del dialogo interculturale (2014).
 
Per quanto riguarda i settori culturali e creativi, hanno operato tre gruppi MCA. Due hanno elaborato due relazioni sulle migliori pratiche: una sull'uso strategico dei fondi strutturali per sfruttare al meglio il potenziale offerto dai settori culturali e creativi (2012) e una sulle strategie di sostegno all’esportazione e all'internazionalizzazione dei medesimi settori (2014). Il terzo, dedicato ai sistemi di finanziamento esistenti per i settori culturali e creativi negli Stati membri dell’ UE, completerà i lavoro nel 2015.
 
Nel 2012, nell'intento di migliorare il quadro politico per la mobilità degli artisti e degli operatori della cultura, un gruppo di lavoro MCA, costruendo su quanto già realizzato nella stagione 2008-2010, ha pubblicato la relazione Costruire un quadro solido per la mobilità degli artisti: cinque principi fondamentali, fornendo consigli pratici e concisi. Un altro gruppo di lavoro MCA, ha appena prodotto un manuale di buone pratiche sui soggiorni per artisti, di prossima pubblicazione.
A questo si aggiunge il lavoro di un gruppo di esperti riunito dalla Commissione, che  ha elaborato, nell'ambito del piano di lavoro, norme comuni per i servizi d’informazione e consulenza per gli artisti e i professionisti della cultura che desiderano maggiore mobilità.
 
Nel 2013, un gruppo MCA ha prodotto un "manuale delle politiche”, che definiva e delineava modelli di partenariati creativi e pratici di successo allo scopo di favorire l'interazione tra i settori culturali e creativi e altri settori, per esempio istruzione, formazione e settore imprenditoriale.
 
Per quanto riguarda il patrimonio culturale, nel 2012 un gruppo MCA ha studiato come semplificare la procedura di concessione e di assunzione dei prestiti di beni culturali fra gli Stati membri dell’UE. Infine un gruppo di esperti ad hoc riunito dalla Commissione ha esaminato la possibilità di elaborare orientamenti europei e un codice deontologico per quanto riguarda la dovuta diligenza nella lotta contro il traffico illecito di beni culturali.
 
L'Agenda per la cultura la indica come elemento vitale nelle relazioni esterne dell'Unione europea. Il piano di lavoro ha quindi  previsto numerose attività in questo campo, come ad esempio l'organizzazione di riunioni congiunte informali tra alti funzionari dei ministeri della cultura e degli affari esteri, molte delle quali organizzate dalle presidenze dell’UE.
 
Per quanto riguarda infine le statistiche culturali, nel maggio 2012 il progetto ESSnet-culture ha proposto un quadro metodologico per la produzione di dati culturali comparabili a livello UE.
 
Il nuovo programma di lavoro si fonda tra l'altro sull'idea, riaffermata dagli Stati membri dell'UE, che la cultura possa contribuire al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.
 
La terza edizione del piano di lavoro, varata a novembre 2014 dal Consiglio Dei Ministri della Cultura dell’Unione Europea, sotto la Presidenza italiana, presenta alcuni miglioramenti, introdotti dopo un’attenta valutazione, interna ed esterna, del metodo e dei risultati conseguiti nelle precedenti stagioni.
 
Sebbene il MCA si sia rivelato un valido quadro di riferimento per rafforzare la cooperazione e per migliorare la conoscenza reciproca le amministrazioni dell'UE, l'integrazione fra le raccomandazioni dei gruppi di esperti e le politiche a livello nazionale ed europeo rimane ancora una sfida. Fra i principi guida del nuovo piano compare quindi quello di una dimensione maggiormente strategica alle attività, rafforzando il legame tra il piano di lavoro e i lavori del Consiglio e delle presidenze di turno, integrando i risultati conseguiti dal precedente piano di lavoro per la cultura (2011-2014).
 
Gli stati hanno quindi deciso di concentrare le attività su un numero inferiore di priorità: cultura accessibile e inclusiva; patrimonio culturale; settori culturali e creativi: economia creativa e innovazione; promozione della diversità culturale, presenza della cultura nelle relazioni esterne dellUE e mobilità. A questi si aggiunge un obiettivo trasversale fortemente sentito e condiviso dagli Stati: disporre di statistiche culturali affidabili, comparabili e aggiornate come base per la definizione di solide  politiche culturali. A tal fine la Commissione ha già ripreso tale attività, sotto l’egida di Eurostat, per assi­curare la produzione e diffusione periodica di statistiche in materia di cultura, tenendo conto al contempo delle raccomandazioni contenute nella relazione dell’ESSnet-cultura. L’argomento merita maggiore spazio e sarà sviluppato in un prossimo articolo.
 
Due gruppi di lavoro MCA stanno quindi per prendere il via:
Uno sulla governance partecipativa del patrimonio culturale prenderà il via a breve, al fine di individuare approcci innovativi alla governance multilivello del patrimonio materiale, immateriale e digitale, che coinvolgono il settore pubblico, soggetti privati e la società civile, affrontando anche la cooperazione tra diversi livelli di governance e settori politici. Gli esperti procederanno a una mappatura e a un confronto fra le politiche pubbliche a livello nazionale e regionale per indivi­duare buone prassi anche in cooperazione con le reti esistenti nel campo del patrimonio culturale. L’obiettivo è di realizzare entro il 2016 un Manuale di buone prassi destinato ai responsabili politici e a gli enti attivi nel campo del patrimonio culturale.
 
Un gruppo di lavoro sulla Promozione dellaccesso alla cultura con mezzi digitali: politiche e strategie per l’audience development, nel quale gli esperti procederanno a una mappatura delle strategie e dei programmi esistenti e all’identificazione di buone prassi per produrre a fine 2016 un manuale di buone pratiche destinato agli enti culturali e ai professionisti della cultura. Il gruppo si interroga su come le tecnologie digitali hanno modificato il modo in cui le persone accedono a contenuti culturali, li producono e li utilizzano e sullimpatto del passaggio al digitale sulle politiche di ampliamento del pubblico e le prassi degli enti culturali. Un sottogruppo si occuperà della Promozione della lettura nellambiente digitale al fine di incoraggiare l’accesso e l’ampliamento del pubblico, mappando il quadro regolamentare con particolare riferimento alle prassi in materia di concessione di licenze, ai servizi transfrontalieri e al prestito elettronico da parte delle biblioteche pubbliche.
 
Il MCA resta il principale metodo di lavoro della cooperazione tra Stati membri, anche se i gruppi di lavoro avranno un mandato leggermente più lungo passando da un anno e mezzo a due anni. A questo si affiancheranno riunioni informali di funzionari dei ministeri della cultura, anche con altri ministeri; gruppi di esperti ad hoc o seminari tematici organizzati dalla Commissione su questioni connesse agli argomenti del piano di lavoro e interagire con altri strumenti del piano di lavoro; riunioni di valutazione organizzate dalla Commissione nei settori politici ampiamente affrontati dai precedenti piani di lavoro per la cultura; conferenze, studi e iniziative di apprendimento tra pari.
 
Maggiore attenzione sarà inoltre data alla diffusione dei risultati a livello regionale, nazionale ed europeo. La Commissione inoltre pubblicizzerà i risultati del programma di lavoro tra le parti interessate nel Forum europeo biennale della cultura.
Una novità importante riguarda infine la nuova piattaforma di dialogo fra i portatori di interesse della società civile nel settore culturale e la Commissione europea: The Voice of Culture 
Seguendo le conclusioni del Consiglio, che invitavano la Commissione e gli Stati membri a consultare e informare regolarmente le parti interessate sull'avanzamento dei lavori e sui risultati ottenuti con l'attuazione del piano di lavoro, la Commissione ha regolarmente invitato alle riunioni MCA nelle scorse stagioni le tre piattaforme:   per un’Europa interculturale,  per l'accesso alla cultura e  quella per le industrie culturali e creative.
 
Seguendo le raccomandazioni formulate nelle valutazioni, la Commissione intende mantenere un dialogo costante con la società civile anche nella nuova stagione, pur modificandone il processo per permettere di offrire contributi più aperti, inclusivi e flessibili. La Commissione ha quindi avviato un nuovo dialogo strutturato rinnovato che si concentrerà su iniziative specifiche e temi legati a quelli del nuovo piano di lavoro.
 
In questo nuovo contesto è stato appena lanciato un invito a partecipare a cinque sessioni di brainstorming, programmate nel corso del 2015-2016 e via via dedicate a temi differenti.  Ad ogni sessione potranno partecipare 40 rappresentanti del settore culturale, che avranno l'opportunità di confrontarsi fra loro e di presentare il risultato della loro riflessione in un documento di policy da presentare alla Commissione europea e ai gruppi di lavoro che stanno lavorando su temi analoghi nell'ambito del Metodo di Coordinamento Aperto.
Quattro dei temi scelti sono allineati con le priorità del Piano di lavoro per la cultura 2015-2018, in modo da massimizzare le sinergie e il dialogo fra i diversi livelli sui temi in discussione. Il quinto tema sarà invece scelto dagli stessi portatori di interesse, attraverso una consultazione on-line.
 
È stato appena lanciato l'invito a partecipare alle due prime sessioni di brainstorming, incentrate sugli stessi temi dei due gruppi di lavoro che prendono il via nel 2015: Audience Development via digital means e Governance partecipativa del patrimonio culturale. Il termine per presentare le candidature è il 25 marzo a questo link. Fra tutte le candidature presentate saranno selezionati 40 partecipanti. 
 
Voci dall'Europa, stavolta, diventa ascolto dall'Europa.

 

 
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