Una biennale a furor di popolo
Los Angeles. «Made in L.A. 2012» è il titolo della prima Biennale di Los Angeles, un progetto voluto dallo Hammer Museum in collaborazione con la LAX Art. Uno staff di cinque curatori dalle due istituzioni ha selezionato 60 artisti emergenti o poco noti attivi in città. Tra questi Morgan Fisher, il cui lavoro si vede raramente a Los Angeles ma che è protagonista sino al 29 luglio di una retrospettiva alla Generali Foundation di Vienna. L’idea di una biennale nasce dalla serie di mostre a invito organizzate dallo Hammer Museum, che ha misurato il polso della scena artistica locale. «Con “Made in L.A.” quello che vogliamo fare è dare un modello definito con un nome preciso: biennale», afferma Annie Philbin, direttore dello Hammer Museum. Un altro curatore della biennale, Malik Gaines, cita come modello «Greater New York», che si svolge ogni cinque anni. A suo dire, l’eclettismo stilistico è il comun denominatore dell’attuale mostra. Ci sono tuttavia altri collegamenti concettuali che fanno da fil rouge alle opere selezionate: archeologia, teatralità, soggettività e mitologia.
L’elenco degli artisti presenti sembra voler evitare il solito «fare tendenza» spesso associato con Los Angeles a favore di un tono più raccolto, locale e persino visionario. Molti giovani, autori di film, video e performance, fanno parte di una selezione intitolata da Anne Ellegood, curatore dello Hammer, «Ancore».
Gran parte delle opere in mostra sono inedite e realizzate grazie a un budget di 200mila dollari (un quarto dell’intero costo della biennale messo a disposizione dal Museo). Insieme a «Made in L.A.» si svolge la Venice Beach Biennial, un progetto più modesto di Ali Subotnick, curatrice allo Hammer, che si svolgerà sul lungomare di Venice dal 13 al 15 luglio. Artisti contemporanei come Barbara Kruger e Liz Craft espongono il loro lavoro accanto ai prodotti per turisti in vendita sul posto. Oltre allo Hammer Museum e alla LAX Art, la biennale è ospitata nella Los Angeles Municipal Art Gallery, a Los Feliz, nella zona est della città. Completa la mostra un programma di performance, film ed eventi.
I collezionisti Jarl e Pamela Mohn hanno messo a disposizione 100mila dollari, da spendere in cinque anni, quale dotazione di un premio a loro intitolato e destinato a uno degli artisti in mostra.
La rosa dei candidati sarà formulata prima da una giuria di curatori indipendenti e quindi dal pubblico. Le nomination verranno annunciate il 28 giugno e il vincitore sarà proclamato a metà agosto.
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