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Trenta ore non stop al Palais de Tokyo aspettando la riapertura

  • Pubblicato il: 13/04/2012 - 12:23
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DAL MONDO
Articolo a cura di: 
Anna Maria Merlo

Parigi. Riapertura in due tempi, per il Palais de Tokyo, dopo dieci mesi di lavori e 20 milioni di euro di spesa, che ne hanno triplicato la superficie. Il 12 e 13 aprile, per 30 ore consecutive, l’(entre)ouverture presenta, negli spazi rinnovati e ingranditi, performance, concerti e installazioni, con la presenza di una cinquantina di artisti, che accompagneranno il pubblico. Poi, il 20 aprile, si inaugura la terza edizione della Triennale di arte contemporanea, intitolata «Intensa prossimità» (fino al 26 agosto) e tutte le novità del nuovo Palais de Tokyo inizieranno a funzionare normalmente. Ormai, il Palais de Tokyo occupa tutti i 22mila metri quadrati dell’edificio costruito nel 1937 per l’Esposizione Internazionale. Gli architetti Anne Lacaton e Jean-Philippe Vassal, che avevano firmato il museo nel 2002 con l’apertura dell’ala occidentale, sono intervenuti con lo stesso stile minimalista e intenzionalmente «non finito» sui circa 14mila metri quadrati residui. Il Palais de Tokyo diventa così il più grande centro d’arte contemporanea d’Europa, la Francia si dota di un nuovo polo importante, dopo il Pompidou inaugurato nel 1977 e la creazione dei Frac nel 1983.
Nato per difendere e far conoscere la «giovane creazione» francese, il Palais de Tokyo ora dedicherà anche spazi ad artisti noti, oltre ad allargare i propri interessi a design, musica e moda. Ma lo spirito resta quello impresso dal primo presidente, Pierre Restany. Per Jean de Loisy, ex del Pompidou che a giugno ha preso la direzione del Palais de Tokyo dopo le dimissioni di Olivier Kaeppelin, è un luogo «immenso e libero, senza collezione, senza obblighi rispetto al passato, che ha la responsabilità di riuscire a declinare al presente il singolare, l’eterogeneo, l’anacronistico, l’inatteso». Nella riqualificazione degli spazi, gli architetti hanno fatto riferimento al Fun Palace di Cédric Price: l’edificio diventa un hub dove si incrociano diverse attività. «La particolarità del Palais de Tokyo, affermano Lacaton e Vassal, è la grande libertà che il luogo propone alle opere d’arte e ai visitatori», in uno spazio che Jean de Loisy definisce «assolutamente atipico, monumento recente e già rovina del passato, coperto di cicatrici delle trasformazioni successive». Gli spazi si snodano ora su quattro livelli, con immense sale espositive che vanno dalla Galleria alta, luminosissima, fino alla Galleria bassa, più intima. C’è una vista sorprendente sulla Senna, ci sono zone per le conferenze, le performance, sale cinematografiche (recuperate dal periodo del progetto, poi fallito, di farne un Palazzo del cinema). La libreria è stata ingrandita, i ristoranti sono diventati due e uno spazio, anche per ragioni di bilancio, sarà adibito a iniziative private.
All’interno, vengono aperti i «Nuovi Moduli» della Fondation Pierre Bergé-Yves Saint Laurent, che propongono delle mostre a rotazione ogni due mesi di cinque giovani artisti.
La programmazione degli spazi espositivi è organizzata in tre stagioni annuali, con 4-5 mostre per stagione, distribuite su tutti e quattro i livelli, tra grandi monografie, esposizioni a tema e «carta bianca» ad artisti e curator esterni. È stato creato il meccanismo delle «Allerte»: al di fuori della programmazione, gli artisti sono invitati a intervenire per reagire a tutto ciò che succede.
Le installazioni, inaugurate il 13 aprile, dureranno un anno: per la prima tornata, ci sono interventi di Jean-Michel Alberola, Peter Bussenhout, Ulla von Brandenburg, Laurent Derobert, Vincent Ganivet, Christian Marclay e Julien Salaud. Nell’ambito del programma pedagogico del Pavillon Neuflize Obc, creato nel 2001 da Ange Leccia (che continuerà a dirigerlo), verranno invitati artisti residenti. Le partnership con le altre istituzioni della Collina dei Musei (Musée du quai Branly, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, Cité de l’Architecture) saranno rafforzate.
Per i bambini, oltre al già consolidato programma Tok-Tok, l’architetto tedesco Hans Walter Müller costruirà, entro la fine dell’anno, un Little Palais tutto colorato.

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da Il Giornale dell'Arte numero 319, aprile 2012