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Parole e immagini d’arte: il racconto della Fondazione Spinola Banna

  • Pubblicato il: 24/04/2013 - 00:28
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Gian Gavino Pazzola

Torino. Lunedì 15 aprile, il Circolo dei Lettori capitanato dal suo Presidente, il curatore Luca Beatrice, presenta il nuovo programma di formazione post-universitaria sull’arte contemporanea della Fondazione Spinola Banna, che si avvicina al suo decimo compleanno. «Nel 2004 Gianluca Spinola la fonda. Erano  anni in cui in Italia l’alta formazione artistica non era accessibile», commenta  Gail Cochrane che la dirige dagli esordi. «Dislivelli formativi tra le accademie, assenza di corsi specializzanti e carenze strutturali nel sistema post universitario facevano emergere un gap culturale rispetto ad altre nazioni».
È in questo spazio che si inserisce – in regime di complementarietà – l’attività della Spinola Banna, con un programma post universitario che si articola in workshop intensivi con residenza dedicati ad artisti under 35 attivi sul territorio nazionale.  Un’affascinante tenuta è stata ristrutturata per dare e «agli artisti  selezionati la possibilità di vivere – da una parte – a contatto con la natura, in una bolla di sapone, e assaporare il valore della complessità, dello scambio e del rimettersi in gioco – dall’altra». I laboratori vengono tenuti da visiting professors internazionali che, coinvolgendo otto artisti selezionati per corso (tre corsi annuali), apportano esperienza e conoscenza di ampio respiro.
Per il 2013 gli artisti scelti da Guido Costa, curatore scientifico, saranno Doug AshfordRirkrit Tiravanija, i curatori Marta Kuzma e Luca Beatrice, che sono risorsa importante poiché è «un’esigenza per l’artista confrontarsi con esso far crescere il loro lavoro e se stessi come persone. Per i giovani artisti è vitale lo scambio di esperienze che completino il bagaglio di conoscenze e relazioni sempre più necessario per chi intende confrontarsi sul territorio globalizzato delle arti visive».

Gli artisti passati in Spinola Banna, dal 2005 ad oggi, durante i workshop sono stati oltre 100, di un’età media tra i 28 e i 30 anni – tra i quali Franco Ariaudo, Andrea Caretto & Raffaella Spagna, Isola & Norzi, Giulio Delvé per citarne solo alcuni, mentre i personaggi intervenuti sono oltre 50, tutti di profilo internazionale come Alberto Garutti (che ha aperto nel 2005), passando per Francesco Vezzoli, Milovan Farronato, Jorge Peris, Martin Creed, Tim Rollins & KOS, Tobias Rehberger, Benjamin Weil, Mario Airò

Il progetto è accompagnato fin dalla prima edizione dalla Compagnia di San Paolo, rappresentata dal suo Vice Presidente  Luca Remmert,  che ne evidenzia la convergenza di obiettivi con l’ente che rappresenta «l’attenzione ai giovani.  Un modello di successo, replicabile,  che arriva dalla sperimentazione del privato, che converge sugli assi di sviluppo  del  territorio».  Una cooperazione tra istituzioni che coinvolge anche Via Farini e la Fondazione Bevilacqua La Masa,  per creare una piattaforma dell’esistente e  massa critica tra enti di ricerca che condividono l’idea politica dell’educazione. residenze per artisti dalla loro nascita.

Guido Costa, con due precisazioni “politico terapeutiche” sul progetto alla base della Spinola Banna: «siamo partiti dalla constatazione dei problemi che un giovane potrebbe avere nella relazione con il  sistema dell’arte contemporanea che, così come si è organizzato, può essere massacrante. Abbiamo creato un luogo concluso, separato, ma nel contempo  osmotico con il fuori». Uno spazio di sperimentazione, ma anche una zona cuscinetto, nella quale realizzare esperimenti che permettano di costruire un contatto mediato con il mondo dell’arte. Una separazione – dunque – per ricostruire una «erotica della comunicazione culturale, nella quale l’artista combatte il narcisismo, atteggiamento che preclude la comunicazione, la creazione collettiva e  mentre abbiamo bisogno di risonanza». Spinola Banna è  una sorta di boa all’interno del mondo creativo, capace di preparare «un uso ecologico dell’arte che può avvenire attraverso una creazione collettiva. È stato chiaro a noi e, epidermicamente, a tutti quelli che hanno partecipato ai master. La logica di produzione fa un cattivo servizio all’arte, produce arte disinnescata, decorazione e non riflessione».

Alla Spinola Banna trova spazio anche il Progetto Musica, committenza di nuove opere destinate a entrare nel repertorio dei gruppi chiamati ad eseguirle, e nella creazione di un laboratorio annuale durante il quale autori e interpreti, sotto la guida di un importante compositore, mettono a punto le opere commissionate in vista della loro prima esecuzione, che avviene nella sala da concerto della Fondazione. Nel 2011 il Progetto Musica ha ottenuto il XXX Premio Franco Abbiati per la Musica "Duilio Courir".

La Fondazione ha avviato  un’attività editoriale a scopo documentativo, o patrocinando la pubblicazione di volumi di critica e saggistica musicale e di monografie sull’arte contemporanea. I volumi della collana riguardanti le arti visive sono pubblicati in sinergia con altre istituzioni italiane e straniere. Tra questi  I quaderni di Banna, registrazione  filmata dei workshop del  programma di residenze, pubblicati per divulgare il processo maieutico  sia in ambito artistico che musicale.  Il Progetto Musica è corredato dal libretto di sala con le presentazioni di tutti i partecipanti al laboratorio e delle opere commissionate, e la registrazione del concerto finale.

In Spinola Banna, l’approccio all’esperienza e all’essere persone passa per il contatto, per lo scontro e l’avvicinamento. Sperimentalmente si costruisce assieme in forma nuova un’attenzione all’uso sociale delle arti, filo rosso della programmazione e attività della Fondazione stessa. Banna, un luogo dove cognizione e percezione si assimilano nella dimensione visionaria di un privato.

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