Palazzo Te fa Scuola sul fare Arte
Rubrica di ricerca in collaborazione con il Museo Marino Marini
Baia Curioni sta lavorando sulla sfida del ri-posizionamento internazionale, che riguarda non solo il ruolo del Centro, ma tutta la città. Meno grandi mostre, più coinvolgimento. Dopo aver prodotto mostre di ricerca - tra le quali il percorso sul rapporto tra cultura d’impresa e umanesimo, attraverso le grandi figure imprenditoriali che con l’arte hanno nutrito la loro visione, il loro successo, nel rispetto delle comunità di azione -, ora Palazzo Te, che in passato ha avuto alterne strategie, ma si era connotato come contenitore espositivo, vara una Scuola di pensiero attraverso le Arti dalla quale, con la città di Mantova, attende spunti di riflessione sul futuro.
Il progetto si apre con “Fare Arte”, il workshop residenziale condotto a luglio dall’artista visivo Stefano Arienti, la poetessa e drammaturga Mariangela Gualtieri, il ballerino e coreografo Virgilio Sieni nella villa giuliesca. Un appuntamento che ha fatto boom di richieste, ma solo quaranta sono stati i posti disponibili. Il percorso di apprendimento ha avuto a fianco lo stesso Baia Curioni, che dirige la scuola, affiancato dai ricercatori Simone Autera, Marta Equi Perazzini e Stefania Gerevini. “Stiamo cercando di essere inclusivi”, afferma Baia Curioni. “Impressiona soprattutto la qualità delle persone che hanno chiesto di partecipare: assessori alla cultura, attori, allievi del conservatorio, insegnanti, ricercatori, mediatori, rappresentanti di imprese e associazioni. Un terzo è mantovano, il resto è arrivato da fuori. Non solo: tre partecipanti sono arrivati grazie a borse di studio della Yale School of Art, la scuola d’arte più importante degli Stati Uniti. Due post laurea e un ricercatore».
Per il primo anno si tratta di una scuola di progetto con momenti di riflessione sull’uso del palazzo . “I partecipanti sono progettisti, ricchi di idee e creatività. Saranno sorgenti interessanti soprattutto per pensare le attività dei giardini, dell’esedra, della parte che sarà aperta alla città”.
Workshop a porte chiuse e due momenti di contributi, di apertura alla città. Una serata a Lunetta sul progetto di arte pubblica, l’altro sul progetto Mantova Hub di cultura scientifico-botanica.
Quali gli obiettivi di una Scuola di Palazzo Te?
«La scuola vuole essere un luogo di riflessione sulla cultura, sulle sue pratiche e il suo senso individuale e sociale - sottolinea Baia Curioni - L’attività educativa sarà il cuore pulsante di ciò che poi le mostre, le sale, le attività per i bambini, sviluppano in altro modo, ma si tratta sempre di un’operazione creativa” afferma Baia Curioni. «Credo sia una bella operazione che crea un ponte con una delle più grandi scuole d’arte del mondo. I maestri, ciascuno nel proprio campo, hanno grandi progetti, con intorno persone di grande qualità. Sarà un percorso molto sperimentale, con l’attività di documentazione che sarà svolta proprio a partire da un vero e proprio documentario. Ci saranno poi tre persone con un ruolo di mediazione tra i maestri e gli allievi. Terranno anche una sorta di diario di ciò che succede. Vedremo che processi si innescheranno».
Quale futuro?
“Una scuola che abbia «la capacità di avere visioni: penso all’artigianato, a mettere in collegamento i grandi maestri artigiani e i loro allievi, in particolare sul fronte del restauro. Ma questo quando le Fruttiere saranno più agibili.
Mi piacerebbe che questa scuola potesse avere un futuro. E in futuro persegua altre linee di lavoro, sempre seguendo il flusso segnato da quattro parole: “scuola, ricerca, produzioni, relazioni”.