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Palazzo de’ Mayo. Restaurare l’antico per riqualificare la città contemporanea

  • Pubblicato il: 28/11/2011 - 13:50
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FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Palazzo de Mayo

Il progetto di riqualificazione architettonica e urbana di Palazzo de’ Mayo a Chieti costituisce una tangibile testimonianza dell’operazione culturale condotta dalla Fondazione Cassa di Risparmio della provincia di Chieti, che ha stabilito l’acquisizione dello storico edificio per insediarvi  la sua nuova sede, pensata fin dall’inizio in un rapporto interattivo con la città.Le dimensioni e il carattere polifunzionale dell’articolato organismo hanno da subito palesato l’opportunità di associare agli ampi spazi architettonici gli input intellettuali utili per una moderna rinascita della prestigiosa struttura settecentesca, localizzata proprio nel cuore del centro storico. Da queste motivazioni è partito il programma di lavori, avviato nel 2004 con l’acquisizione del Palazzo da parte della Fondazione, condotto con l’obiettivo di attivare un nuovo ruolo sociale dell’edificio nel contesto cittadino e di rilanciare il patrimonio ereditato dalla città antica in una dimensione contemporanea.

Un primo bilancio dall’apertura con  l’architetto Mario Di Nisio Presidente della Fondazione Carichieti. Che cosa rappresenta per la Fondazione e per Chieti la riapertura del Palazzo de’ Mayo?

La Fondazione Carichieti, con il restauro e la riqualificazione di Palazzo de’ Mayo, restituisce alla città e all’intero Abruzzo uno dei più significativi esempi di architettura barocca esistenti in regione. Un complesso edilizio monumentale di elevato pregio architettonico destinato, in linea con le finalità istituzionali dell’Ente che presiedo, a fungere da volano per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della comunità.

Palazzo de’ Mayo è spesso definito una sorta di «Cittadella della cultura». Che significato attribuisce a questa definizione?
Sin dalla prima fase progettuale dei lavori di restauro ho voluto assegnare io stesso al Palazzo la denominazione di Cittadella della cultura, proprio per identificarlo con l’idea di un polo culturale polifunzionale, connotato da una forte attrattività, in grado di contribuire alla rivitalizzazione e alla riqualificazione urbana dell’intero centro storico cittadino. L’edificio, infatti, non solo ospita la sede della Fondazione con i suoi uffici e le sue sale direzionali e di rappresentanza, ma spazi che hanno permesso l’allestimento di un museo con importanti collezioni esposte in via permanente e la costituzione di una biblioteca d’arte che contiene anche una speciale sezione riservata ai ragazzi. E poi sale dedicate a mostre temporanee, auditorium per lo svolgimento delle più svariate attività culturali, un giardino di circa 700 mq trasformato in arena per rappresentazioni concertistiche e teatrali da tenersi nella stagione estiva e una zona archeologica ipogea di notevole interesse. Da non dimenticare, inoltre, che Palazzo de’ Mayo è anche sede del Centro Abruzzese di Studi Manzoniani e del Centro Internazionale Alessandro Valignano, organismi nati per iniziativa della Fondazione Carichieti in collaborazione con istituzioni di assoluto rilievo.

A quasi un anno dall’apertura del Palazzo ritiene che le aspettative dei cittadini di Chieti possano considerarsi soddisfatte?
L’avvio è stato senza dubbio importante, di quelli da ricordare. Il desiderio della Città di poter visitare, al termine del restauro, lo storico edificio, per tanto tempo inaccessibile a causa dei lavori, ritengo sia stato esaudito con un grande evento culturale. Il 26 gennaio 2011 ha visto l’inaugurazione delle sale per le esposizioni temporanee con la mostra «Mimmo Paladino e il nuovo Guerriero. La scultura come cosmogonia». La straordinaria mostra dell’artista campano ha animato per cinque mesi le sale per le esposizioni temporanee e le corti interne del Palazzo, e costituito il primo passo in attesa dell’apertura dell’intera struttura, facendo registrare un numero di presenze davvero significativo. Durante questa stessa iniziativa Palazzo de’ Mayo è stato inserito nel circuito delle giornate FAI di primavera. Successivamente ha ospitato la mostra di uno dei più grandi fotografi italiani, Pepi Merisio, ed è stato palcoscenico di uno dei salotti mozartiani allestiti nell’ambito della nota rassegna musicale che ogni anno Chieti dedica al genio di Salisburgo. Inoltre ha aderito all’iniziativa dell’ABI «Invito a Palazzo». Le aspettative, quindi, non sono state certo disattese, e lo testimoniano i numerosissimi attestati di stima ricevuti per l’opera svolta. La nostra ambizione resta comunque quella di crescere e migliorare ancora.

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