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Palais Lumière, fermi tutti

  • Pubblicato il: 01/07/2013 - 11:21
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V.R.
Render del Palais Lumière

Venezia. La dichiarazione è dello stesso Rodrigo Basilicati, ingegnere, nipote di Monsieur Cardin nonché amministratore delegato della Concept Créatif Pierre Cardin SpA, la società del noto stilista italo-francese cui si deve il progetto del contestato Palais Lumièreuna torre di 250 metri immaginata a Marghera come fulcro d'un masterplan ben più ampio esteso su di un'area di 19 ettari.
Il Palais non si farà (perlomeno, non nel sito prescelto e, a questo segno, verrebbe da suppore forse neppure in Italia).
«Abbiamo dovuto recedere dalla Bozza di Accordo di Programma del 21 dicembre 2012 sottoscritta con le Autorità locali per la realizzazione a Marghera del Palais ha dichiarato all'Ansa Basilicati. La scelta si è resa inevitabile dopo che, a oltre due anni e mezzo dalla presentazione dell'iniziativa, non è stato possibile concludere la procedura con l'approvazione formale di un accordo con tutte le amministrazioni pubbliche coinvolte(...) A tutt'oggi non si sono verificate le condizioni minime di certezza di consensi e tempi per proseguire l'attività e continuare a investire le somme ancora più cospicue richiesteci da ogni parte sia per le aree che per le procedure».
Inoltre, aggiunge, Basilicati alle difficoltà procedurali si sarebbe aggiunta «la recente presa di posizione del Ministero dei Beni culturali circa la presunta esistenza in zona di un vincolo paesaggistico finora mai fatto valere né applicato a tutti coloro che hanno edificato nella zona».
Per il sindaco Giorgio Orsoni (bisogna ricordare che il progetto aveva trovato unanime consenso da parte di tutti i vertici politici a livello locale, provinciale e regionale nonché ottenuto il via libera dell' Enac, l'ente nazionale dell'aviazione civile) «il conservatorismo di certi ambienti romani ha avuto la meglio» mentre il Presidente della Regione Luca Zaia così commenta: «Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto fin dall'inizio. Questo caso è l'ennesima dimostrazione che ci troviamo in un Paese nel quale il partito del no a prescindere blocca tutto o, peggio ancora, riesce a farlo ancora prima delle autorizzazioni avendo come risultato non solo la perdita dell'opera e quella economica, ma soprattutto l'invio di un messaggio devastante alla comunità internazionale, che avrà una ulteriore riprova di quanto sia difficile, se non impossibile, fare impresa o realizzare un'opera in Italia».
Frattanto dall'ufficio stampa di Concept Créatif, ancora nessuna comunicazione ufficiale.

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da Il Giornale dell'Arte,  edizione online, 30 giugno 2013