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Nuovi spazi per l’arte: la Fondazione Carriero a Milano

  • Pubblicato il: 16/11/2015 - 00:03
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Elena Lombardo

La Fondazione Carriero è giovanissima, nasce nel 2014 e trova casa nel cuore di Milano a pochi passi da Piazza San Babila, in via Cino del Duca 4. Adiacente al più famoso Palazzo Visconti di Modrone, Casa Parravicini è uno splendido edificio residenziale risalente al ‘400, tra i pochi esempi in città, i cui interni sono stati riadatti nel 1991 da Gae Aulenti per volere del proprietario, imprenditore e collezionista Giorgio Carriero.
In questi spazi verticali, 500mq articolati in otto sale su tre piani, è stata allestita “imaginarii”, uno studio curato da Francesco Stocchi: “intorno alla concezione temporanea dello spazio e della sua esperienza”. La mostra, che mette in relazione attraverso un “trialogo” gli artisti Giovanni Colombo, Giorgio Griffa e Davide Baula, sarà visitabile fino al 13 Dicembre.
 
Abbiamo intervistato Olimpia Piccolomini, Direttrice della Fondazione Carriero, per saperne di più.
 
La Fondazione Carriero nasce in un momento particolarmente dinamico per Milano. Quali sono le motivazioni e gli scopi della Fondazione? Quale ruolo vi ritagliate per la città?
La Fondazione nasce per volontà di Giorgio Carriero, imprenditore e collezionista, persona di grande vivacità e dinamismo che ha voluto a questo punto della sua vita immaginare un modo di condividere la sua passione per l'arte e la bellezza con il pubblico.
Particolarità della Fondazione è quella di non essere legata alla presentazione di una collezione privata, ma di esplorare nuovi orizzonti.
Con la creazione di uno spazio gratuito accessibile a tutti, la Fondazione si propone di promuovere, valorizzare e divulgare l'arte e la cultura moderna e contemporanea, agendo come polo culturale in collaborazione con gli artisti contemporanei più affermati e innovativi, dedicando spazio anche agli artisti emergenti e ai nomi degni di riscoperta della migliore tradizione storica. In un'ottica che combina riscoperta e sperimentazione, la ricerca di ogni forma d'espressione intellettuale si accompagna con la commissione di nuove opere.
La proposta espositiva è affiancata da attività di approfondimento: conferenze, incontri con artisti, curatori e critici, presentazioni di libri, con l'obiettivo di rendere lo spazio dinamico e sempre vivo.
 
 
Casa Parravicini è un luogo magico, in che modo "imaginarii" dialoga con questo spazio e quale la poetica dietro la scelta di inaugurare l’attività della Fondazione con questa mostra?
Casa Parravicini è un edificio con una forte identità, sia storica che estetica, è molto interessante vedere il modo in cui le opere interagiscono con gli ambienti.
Imaginarii indaga proprio il rapporto tra l’opera e l’ambiente che la circonda, un ambito di ricerca che è centrale nell’approccio curatoriale di Francesco Stocchi. Un tema appropriato per inaugurare gli spazi espositivi della Fondazione, perché in questo modo lo struttura stessa diventa parte integrante della mostra, e possiamo rendere omaggio anche al valore architettonico di questo luogo. La mostra è un percorso corale a tre voci, che esamina l’opera di Gianni Colombo, Giorgio Griffa e Davide Balula: tre artisti che abbandonano il concetto di arte come immagine, costruendo uno spazio esperienzale.
Prenda per esempio lo Spazio Elastico di Gianni Colombo - un ambiente nell’ambiente in cui lo spettatore si muove tra elastici fluorescenti mossi da un motore - che noi abbiamo deciso di posizionare in un contesto decisamente insolito: la sala all’ultimo piano, riccamente decorata con affreschi del ‘600. Il rapporto tra l’opera e l’ambiente in cui viene posta la illumina di una luce diversa.
 
 
A livello organizzativo e gestionale, quali scelte strategiche avete deciso di portare avanti? Che tipo di programmazione culturale state sviluppando e con quali obiettivi? Avete già in cantiere prossimi progetti?
Puntiamo a proporre un’offerta culturale di qualità e aperta a tutti. Siamo indipendenti da dinamiche commerciali e politiche e questo ci da grande libertà di scelta. Vogliamo fare ricerca, stimolare il dibattito, coinvolgere la città e, nel nostro piccolo, rendere un servizio ai cittadini. L’orientamento viene di conseguenza: dare spazio anche ad artisti emergenti, creare un ambiente che non sia elitario, attrattivo solo per gli specialisti e gli appassionati, ma per tutti.
La programmazione si basa sulla produzione di due mostre l’anno, sulla pubblicazione dei relativi cataloghi e su un progetto di educational dedicato alle famiglie. Tutte le nostre attività sono gratuite proprio in un’ottica di apertura verso il pubblico.
Per fare questo ci avvaliamo della collaborazione di persone di grande competenza come per esempio Francesco Stocchi, curatore di Arte Moderna e Contemporanea presso il Museum Boijmans Van Beuningen di Rotterdam dal 2012, sta seguendo la nostra programmazione.
 
 
La Fondazione è al momento supportata da risorse esclusivamente private, qual è la vostra riflessione rispetto al ruolo della filantropia nella società contemporanea?
Per questa domanda credo sia giusto riprendere ciò che il nostro Fondatore risponde sempre a chi gli chiede il perché di questa Fondazione: “Lo spirito di Milano risiede nel suo non stare con le mani in mano ed è giusto che chi ha le possibilità e i mezzi provi a creare spazi culturali per la città, ad alimentare e tenere viva la sua bellezza. Milano sta vivendo una rinascita culturale, e noi vogliamo fare la nostra parte.
 
 
Pensate per il futuro di sviluppare collaborazioni con altri enti/organizzazioni pubbliche e/o private o siete più orientati verso la completa autonomia?
Siamo aperti e ci piacerebbe collaborare sia con enti pubblici che privati per sviluppare progetti ed idee perseguendo sempre le nostre linee guida. In questo primo periodo però l’obiettivo principale è quello di creare una solida e forte identità per rendere la Fondazione riconoscibile sia in Italia che all’estero.
In questa prima mostra, per esempio, abbiamo lavorato a stretto contatto con l’Archivio di Gianni Colombo che ci ha supportato nella ricostruzione delle opere dell’artista.
 
 
Sappiamo che avete un bellissimo programma educativo che sta avendo molto successo. In che modo cercate di avvicinare i più giovani all’arte contemporanea e perché siete convinti che sia importante?
La crescita individuale e l'evoluzione sociale non possono prescindere dal contributo dato dall'arte e dalla creatività. Per questo la Fondazione pone al centro della sua programmazione l’attività educativa. Fondazione Carriero Kids è il progetto dedicato ai piccoli visitatori, che mira ad avvicinare il pubblico di domani all'arte contemporanea in modo divertente e stimolante, alimentando la curiosità dei bambini tramite un dialogo con l'opera e invitandoli a imparare come porsi domande su ciò che vediamo tutti i giorni e che spesso ci sfugge.
Abbiamo destinato loro un apposito spazio per bambini dove per ogni mostra vengono sviluppati laboratori gratuiti gestiti da personale specializzato. Partendo dal confronto con alcune delle opere in mostra, i ragazzi potranno sperimentare materiali e tecniche particolari in modo da cogliere le diverse sfumature delle poetiche dei tre artisti in mostra.
 
 
Ultima domanda…in poche battute, perché venire a scoprire la Fondazione Carriero?
Casa Parravicini da sola merita la visita, è uno dei pochi edifici quattrocenteschi rimasti a Milano. La componente esperienzale inoltre è alla base dell'idea curatoriale attorno a cui ruota la mostra Imaginarii. Il visitatore deve vivere lo spazio, le opere, gli artisti e farsi coinvolgere direttamente così come ci invitava a fare Gianni Colombo.
 
 
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