Notizie in breve dal mondo delle fondazioni
Ecoc 2019 in Economia della Cultura
Uscito il nuovo numero di Economia della Cultura edita dal Mulino, con uno speciale sull’esperienza italiana, con un’accesa competizione, per la “Capitale Europea della Cultura2019”, curato da Lucio Argano e Gennaro Iasevoli. 18 città italiane hanno concorso, esprimendo una progettualità di spessore. Cosa rimane dell’eredità della qualità progettuale italiana, dei suoi caratteri esemplari, sia nei contenuti che nelle metodologie, anche in vista del bando della Capitale italiana della cultura? Adina Curta, con una panoramica del periodo 2014-2018 antecedente alla candidatura italiana, Valentina Montalto e Maria Iglesias di Kea European Affairs fanno il punto sulla multimensionalità dell’operazione, Eleni Theodoraki riflette sui mega eventi, Antonio Taormina e Giada Calvano analizzano le ricadute occupazionali e il volontariato, Claudio Bocci presenta la genesi della Capitale Italiana della Cultura. © CS
Mibact: riconosciuti 7 Teatri nazionali
Delle dieci domande presentate sono sette i teatri italiani a ottenere per il triennio 2015-17 la qualifica di «Teatro nazionale», definito dal Decreto Ministeriale «organismo che svolge attività teatrale di notevole prestigio nazionale ed internazionale e che si connota per la propria tradizione e storicità»: Associazione Teatro di Roma, Associazione Teatro Stabile di Napoli, Fondazione Emilia Romagna Teatro, Fondazione Piccolo Teatro di Milano, Fondazione Teatro Stabile di Torino, Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Veneto.
Ai tre esclusi (Teatro Biondo Stabile di Palermo, Stabile della città di Catania, Teatro Stabile di Genova) è stato riconosciuto il titolo di «organismo di interesse culturale» , ossia «organismo che svolge attività di produzione di rilevante interesse culturale prevalentemente nell’ambito della regione di appartenenza».
Diventare Teatro Nazionale porterà cambiamenti importanti. Novità sul fronte dei contributi. Il decreto ministeriale ha previsto, quale condizione per l’erogazione dei contributi nazionali, il cofinanziamento da parte di altri enti pubblici: nel caso dei teatri nazionali occorre l’impegno degli enti territoriali o di altri enti pubblici a concedere contributi pari al 100% di quello statale, mentre per i teatri di interesse culturale è sufficiente un cofinanziamento del 40%.
Per la Fondazione Teatro Stabile di Torino il contributo pubblico aumenterà quasi del 40% ( pari a circa 700mila euro), anche a compensazione delle imposizioni della nuova normativa che prevede che l’80% delle produzioni di un teatro nazionale in sede o in Regione, con un drastico calo delle produzioni fuori sede. Cambieranno anche le modalità di coproduzione nazionale e locale che avevano dato ossigeno in passato a compagnie del territorio, mentre la diffusione e la coproduzione internazionale non saranno toccate. Anche i cartelloni subiranno variazioni con maggiore attenzione alla drammaturgia italiana contemporanea e alla multisciplinarietà. Anche nella governance ci saranno variazioni: il Presidente non potrà rimanere in carica più di due mandati, che scattano dal momento della trasformazione in teatro nazionale. Allo Stabile di Torino (con un record di 17.860 abbonati nella stagione 2014/2015), Evelina Christillin chiude il suo secondo mandato da Presidente a luglio e potrebbe farne altri due, ma ha dichiarato che non si ricandiderà essendo impegnata ai vertici del museo Egizio che vive una sua fase cruciale, con l’apertura dei nuovi spazi per il prossimo primo aprile. La nomina è di spettanza del Sindaco. © Francesca Sereno
Seminare. Nel cuore di Milano
La Fondazione Riccardo Catella con Fondazione Nicola Trussardi e Confagricoltura, presentano Wheatfield, un progetto dell’artista americana Agnes Denes (Budapest 1931).
Un campo di grano verrà seminato, coltivato e raccolto nel cuore di Milano. La cittadinanza è invita a partecipare alla prima semina, con stivali da campagna, sabato 28 febbraio 2015, dalle 14 alle 16 al giardino pubblico di via De Castillia 28. Si dice che il Comune non abbia stanziato i fondi per un ridisegno paesaggistico, per la piantumazione nel parco dell’area di Porta Nuova, oggetto di un’ampia riqualificazione grazie a un piano urbanistico dal forte impatto architettonico che ha ridisegnato lo skyline della città.
L’arte risponde con una soluzione di partecipazione attiva di arte ambientale tra grattacieli ed edifici futuristici: Wheatfield, lo spettacolare intervento di Land Art ecologica concepito nel 1982 a Battery Park City-NY per riportare l’attenzione del pubblico su alcuni valori sempre più trascurati dalla società globalizzata, come la condivisione del cibo e dell’energia, la salvaguardia del territorio e dell’ambiente, la crescita sociale ed economica nel rispetto della qualità della vita degli individui e delle comunità. Il campo si estenderà per 5 ettari [50.000 metri quadrati –12 acri] all’interno dell’area che ospiterà il futuro parco pubblico la «Biblioteca degli Alberi». Per realizzare il campo di grano a Porta Nuova verranno trasportati nell’area 15.500 metri cubi di terra da coltivo, verranno utilizzati 1.250 chili di sementi di grano della tipologia Odisseo (250 chili per ettaro) e circa 5.000 chili di concime.
L’intervento di Agnes Denes è anche considerato un caposaldo del femminismo: in Wheatfield, infatti, l’artista si rimpossessa della terra e ne celebra la potenza generatrice. Come spiega l’artista: «Fare arte oggi significa assumersi delle responsabilità nei confronti dei nostri simili. Siamo la prima specie che ha la capacità di alterare consapevolmente la propria evoluzione, fino a porre fine alla propria esistenza. Abbiamo preso in mano il nostro destino, e il nostro impatto sulla terra è stupefacente. A causa del nostro incredibile ‘successo’ stiamo stravolgendo il pianeta, sperperando le sue risorse. Siamo giovani, come specie, e ancora più giovani come civiltà e, come bambini spericolati, avviamo processi che non sappiamo controllare. Credo che il nuovo ruolo dell'artista sia quello di creare un'arte che vada oltre la decorazione, l'oggetto e il suo uso politico; un'arte che metta in discussione lo status quo e le infinite contraddizioni che accettiamo e approviamo. Un'arte che inneschi e ravvivi il pensiero».
Agnes Denes ha accettato l’invito della Fondazione Riccardo Catella e della Fondazione Nicola Trussardi a realizzare Wheatfield a Milano, in occasione di Expo, per rinnovare questo messaggio di ritorno alla semplicità e alla concretezza della terra, portatrice di vita e di prosperità. Wheatfield, infatti, non è soltanto un’opera d’arte ma è soprattutto un concetto universale, un grande motore di aggregazione e impegno sociale, che coinvolgerà centinaia di cittadini nelle fasi della coltivazione in un’esperienza che si lega alla storia agricola del nostro Paese: dalla semina al raccolto e alla trebbiatura, grazie al supporto degli agricoltori di Confagricoltura, la più antica organizzazione nazionale di rappresentanza agricola «made in Italy».
Il secondo appuntamento è invece in calendario per sabato 11 aprile, quando il campo di grano verrà ufficialmente aperto al pubblico in occasione di miart 2015 – fiera internazionale d’arte moderna e contemporanea di Milano: da quel momento l’area di Porta Nuova dove sorgerà Wheatfield, chiusa al pubblico per oltre cinquant’anni, sarà finalmente resa accessibile a tutti e sarà possibile attraversare il campo di grano di Agnes Denes osservandone da vicino la crescita e la maturazione.
Infine, l’appuntamento collettivo più coinvolgente sarà quello dedicato alla mietitura, prevista per la metà di luglio, durante la quale, nel rispetto della tradizione agricola e dell’idea dell’artista, cittadini e turisti di tutto il mondo saranno chiamati a partecipare alla grande festa del raccolto.
L’opera è il cuore del progetto «MiColtivo. The Green Circle», un percorso dedicato all'agricoltura urbana, che rientra nel palinsesto di iniziative civico – culturali dedicate alla «Porta Nuova Smart Community», promosso da Fondazione Riccardo Catella per il 2015.
La Fondazione Riccardo Catella (FRC) viene istituita nel 2005 con la missione di favorire la cultura della responsabilità nell’operare sul territorio e di sviluppare progetti civici di valorizzazione e di animazione negli spazi pubblici e nelle aree verdi cittadine. L’impegno della Fondazione nei 7 anni di attività si è concentrato, da un lato, sulla promozione di un programma di ricerca e sensibilizzazione dedicato al tema dell’investimento immobiliare sostenibile e responsabile e dall’altro sull’attuazione di interventi concreti sul territorio cittadino, nell’ambito del programma civico i «Progetti della Gente», con l’obiettivo di valorizzare e animare gli spazi pubblici e il verde urbano. © Francesca Sereno
Arte e Cibo
I ristoranti nei musei mettono in scena con successo la tavola per coinvolgere il pubblico e fare business. Dopo il Castello di Rivoli in Piemonte con il Combal. Zero di Davide Scabin, Torino cala un altro asso alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, nello spazio di Via Modane 16 progettato da Claudio Silvestrin.
Riapre “Spazio”, la sala al primo piano, oggi denominata «Spazio7», con il numero fortunato di Emilio Re Rebaudengo, figlio di Patrizia, che ha già avuto esperienze nel campo della ristorazione. La sala minimal con due wall painting d’atmosfera di Amedeo Martegani. In cucina un giovane chef, Simone Breda, ventinove anni formatosi con Gualtiero Marchesi e Moreno Cedroni.
Propone piatti della tradizione rivisitati con esplorazioni creative come il carpaccio di scampi, mango, liquirizia e basilico, gli gnocchetti di vongole veraci, limone candito e crema di broccoli, mele jazz al tè nero e cannella, purea di mandorle. Menu a 42 e 48 euro. A pranzo è aperta la caffetteria progettata da Rudolf Stingel. Stesso stile. © Francesca Sereno
Matera si da un governo
Materia ha istituito la Fondazione «Matera-Basilicata 2019» con a tutti gli enti promotori della candidatura, ma per far sì che possa diventare operativa, è necessario chiudere il bilancio del Comitato Matera 2019.
Il sindaco di Matera, Salvatore Adduce, e il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella, sono rispettivamente presidente e vicepresidente della Fondazione.
«In questo momento stiamo chiudendo i conti – ha dichiarato il direttore del Comitato, Paolo Verri - cercando di stimolare sempre di più la Regione Basilicata a colmare il debito che ha nei confronti del Comitato. Appena riceveremo i fondi, dovremo pagare le numerose fatture emesse nel 2014 da tutti coloro che hanno collaborato. Ci piacerebbe chiudere tutto entro il 31 marzo per poi fare un consiglio d'amministrazione di chiusura del Comitato».Successivamente la Fondazione proseguirà le attività. Già riconfermati nel team lo stesso Paolo Verri e Rossella Tarantino. «Partire e concretizzare tutti i progetti è la nostra assoluta priorità - ha confermato Joseph Grima, direttore artistico del Comitato - ma dobbiamo essere consapevoli che ci stiamo imbarcando in un progetto di enorme importanza».
Dopo la nomina di Piera Detassis, storia direttrice della rivista Ciak, e già direttrice artistica delle prime edizioni della Festa del Cinema di Roma, nuovo Presidente della Fondazione Cinema per Roma è coperta anche la posizione di direttore: è Lucio Argano, docente universitario, Presidente della Commissione Teatro del MiBACT. © Francesca Sereno
Il futuro del Teatro Cantero in una fondazione
Grande fermento sul fronte delle governance locale dei beni culturali. Stanno nascendo molte nuove realtà per la gestione. Entro pochi giorni approderà in giunta al Comune di Chiavari l’atto costitutivo per una fondazione dedicata allo storico teatro Cantero di Piazza Matteotti, con una fondazione pubblico-privata tra Comune e Cantero. «Il nuovo ente giuridico - dice il sindaco, Roberto Levaggi - consentirà al Cantero di partecipare a bandi europei per ottenere finanziamenti da investire in manutenzione, messa in sicurezza e nuovi progetti.». Il primo cittadino prosegue «i vantaggi sia per i proprietari del Cantero sia per la città sono importanti. Le spese di manutenzione del teatro si stanno ormai rivelando insostenibili e Chiavari non può permettersi di perdere un bene del valore del Cantero, per tutto ciò che rappresenta per la storia e la cultura della città e non solo. Con la fondazione riusciremo a ottenere le risorse necessarie a garantire il mantenimento del teatro e, in cambio, il Comune potrà contare sulla disponibilità gratuita della sala per alcune giornate l’anno, allo scopo di organizzare manifestazioni e incontri pubblici». © Francesca Sereno
«L’opera metropolitana», terzo ciclo
Dal 5 marzo al 5 giugno 2015 i nuovi appuntamenti musicali e concertistici nel territorio della futura città metropolitana
Venezia. Martedì 3 marzo, alle ore 12, la Fondazione Teatro La Fenice e la Fondazione di Venezia presentano la terza edizione dell’«Opera metropolitana», il progetto a doppia firma di diffusione della cultura musicale e concertistica nel territorio della provincia di Venezia, che intende proporre un cartellone ricco di eventi e appuntamenti musicali nelle aree di Chioggia e Cavarzere, San Donà di Piave, Portogruaro e Riviera Miranese grazie alla collaborazione delle Fondazioni di Comunità.Saranno presenti il sovrintendente del Teatro La Fenice Cristiano Chiarot, il presidente della Fondazione di Venezia Giuliano Segre, i rappresentanti delle quattro Fondazioni di Comunità. L’appuntamento è presso la sede della Fondazione di Venezia, Dorsoduro 3488/u – Venezia.
Per l’occupazione dei giovani
Una ricerca recente dell’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) ha censito ben 172 progetti messi in campo da 48 fondazioni per promuovere formazione, inserimento lavorativo, ricerca, cultura e altro che hanno coinvolto 40 mila giovani, con un investimento di 45 milioni di euro nel periodo 2011-2014.
Il progetto Fondazioni d’Impresa è stato ideato da Fondazione Bracco e varato con Fondazione Italiana Accenture, Fondazione Adecco per le Pari Opportunità, Fondazione De Agostini, Enel Cuore Onlus, Fondazione UMANA MENTE del Gruppo Allianz, UniCredit Foundation e Fondazione Vodafone Italia. Il prossimo 20 maggio l’indagine sarà inoltre presentata presso il Padiglione Italia all’Expo 2015 di Milano per l’assemblea generale dell’European Foundation Centre, il più grande network internazionale di filantropia. © CS