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Notizie in breve dal mondo delle fondazioni

  • Pubblicato il: 19/02/2015 - 23:18
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Redazione

Fondazione per il Pecci di Prato e apertura del nuovo museo posticipata al 2016
Riassetto istituzionale per il Museo Pecci.  L’iter della costituzione della Fondazione Centro Luigi Pecci verrà completato entro il prossimo maggio,  prima delle nuove elezioni regionali. L’ente avrà due soli soci fondatori, il Comune di Prato e l’Associazione che gestisce il museo dalla sua creazione, che conferiranno come capitale la rispettive quote della collezione permanente, formata da oltre un migliaio di opere acquisite o ricevute in dono dal lontano 1988 fino ad oggi.  La proprietà dell’immobile, vecchio e nuovo, rimane a capo dell’amministrazione comunale. L’apertura della nuova struttura, per il quale in cantiere è operativo da anni,  slitta al 2016. "Motivi  tecnici -  secondo l’assessore alla cultura Simone Mangani- legati ai finanziamenti comunitari richiesti dalla Regione per la ristrutturazione del vecchio edificio, ma la Regione ha confermato pieno sostegno non solo finanziario al Centro Pecci, capofila dell’arte contemporanea toscana". La  Regione entrerà solo come socio sostenitore nella gestione del museo, con un versamento di 950mila euro già presente nel bilancio 2015.
© Francesca Sereno

E-STRAORDINARIO torna a Fabriano con «Esercizi di Stile»
Al Museo della Carta e della Filigrana di Fabriano, si tiene il nuovo appuntamento di E-STRAORDINARIO, programma di formazione patrocinato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali che porta l’arte contemporanea nel mondo dell’impresa - ideato dalla Fondazione Ermanno Casoli con il sostegno di Elica S.p.A, Gruppo farmaceutico Angelini e Gruppo 24ORE – vincitore del Premio CULTURA+IMPRESA 2014 nella sezione Sponsorizzazioni e Partnership culturali, a conferma del successo ottenuto in numerose realtà aziendali quale strumento didattico-metodologico rivolto ai dipendenti e finalizzato alla diffusione della cultura in impresa.
L’incontro (20 febbraio) dal titolo Esercizi di stile, è a cura di Marcello Smarrelli direttore artistico della Fondazione Casoli, e ha come protagonisti l’artista Diego Marcon e Luca Varvelli, trainer specializzato in formazione e sviluppo delle risorse umane. Il workshop – rivolto a imprenditori dell’area fabrianese e delle province di Pesaro-Urbino e Macerata – si svolge nell’ambito di “CultLab – Spin off di impresa culturale” progetto - promosso da Meccano spa, Università di Urbino “Carlo Bo” e Università di Macerata - che si propone come network fra progetti culturali e mondo delle imprese.
Esercizi di stile è un esperimento di scrittura. Prendendo spunto dal libro omonimo di Raymond Queneau, ai partecipanti sarà fornito un breve “aneddoto di base” dal quale sviluppare tre variazioni, relative al registro linguistico, al genere letterario e al supporto fisico sul quale riscrivere il testo. I partecipanti – manager di lungo corso e giovani imprenditori del territorio – lavoreranno in gruppi; al termine del workshop tutti i contributi, rielaborati dall’artista, andranno a formare una rivista/fanzine, che verrà consegnata ai partecipanti e costituirà un’opera d’arte a tutti gli effetti. Un progetto pienamente in linea con la poetica di Marcon, il cui lavoro coinvolge le nozioni di realtà e realismo e il ruolo che hanno i linguaggi nell’epoca della comunicazione di massa. Da parte sua Luca Varvelli, utilizzando come metodologia didattica la metafora dell'arte, guiderà i partecipanti in un’esperienza che, lavorando sul valore del cambiamento e della rottura degli schemi, punta a sviluppare il pensiero innovativo.
© Roberta Bolelli

 
 
Cariplo conferma il budget 2015
La Fondazione Cariplo conferma il budget per il 2015 di 150 milioni di euro per le sue attivita’ filantropiche verso il sociale, la cultura, la ricerca e l’ambiente, malgrado l’incremento delle imposte per circa 25 milioni. Lo ha annunciato, scrive MF, il presidente Giuseppe Guzzetti, presentando l’avvio delle attivita’ istituzionali per l’anno in corso. Nel 2014, ha spiegato Guzzetti, l’ottima performance dei rendimenti del patrimonio ha consentito di ammortizzare l’aumento delle imposte, che nel 2014 ha inferto un doppio duro colpo sulle rendite della Fondazione: il primo provvedimento, a luglio 2014, aveva aumentato dal 20 al 26% l’aliquota del prelievo sulle rendite; il secondo, a dicembre 2014, ha portato la base imponibile sui dividendi da tassare dal 5 al 77%, con un incremento delle tasse in pochi mesi di circa 25 milioni, che ha rischiato di sottrarre risorse all’attivita’ filantropica. Nel 2014, il rendimento netto della gestione patrimoniale, realizzata da Quaestio capital management Sgr, e’ stato dell’8,32%, una performance rilevante che ha permesso di contenere gli effetti dei maggiori esborsi fiscali. Senza questa ulteriore tassazione, in un anno cosi’ difficile per tutti, "probabilmente avremmo potuto fare ancora di piu’", ha spiegato Guzzetti, "portando sostegno alle attivita’ fino a circa 175 milioni di euro". (MF)
 
 
 
L’Italia dell’800 su Google
Gli Archivi della Fondazione Alinari entrano a far parte del «Google Cultural Institute», la piattaforma tecnologica sviluppata dal colosso delle ricerche web per promuovere e preservare la cultura on line. Lanciata anche la prima mostra digitale, intitolata Antichi mestieri e costumi d’Italia fotografati tra il 1860 e il 1900. [La Stampa, Corriere della sera]
 
 
 
Più di un miliardo di turisti in giro per il pianeta
Sulla base dei dati 2014 forniti dall’Organizzazione mondiale per il turismo, l’Unesco si allarma per la crescita del turismo di massa (dovuta anche al sempre più grande numero di cinesi interessati a visitare i monumenti esteri). Per tutelare il patrimonio bisogna ripensare l’industria del turismo culturale. [Le Figaro]
 
 
 
A scuola in riva al Mar Rosso
Nell’ambito del progetto La Scuola Maestra di Vita , da mercoledì 25 febbraio, nuova mostra al MUSLI (Museo della Scuola e del Libro per l'Infanzia), della Fondazione Tancredi di Barolo, a Torino.
Il progetto evidenzia l’importanza e la diffusione delle scuole italiane all’estero ripercorrendo la storia della scuola elementare aperta nel 1930 a Kosseir, in Egitto, dalla comunità italiana là emigrata a lavorare nelle miniere di fosfati del Banco di Roma.
Il percorso espositivo è costituito da una serie di pannelli e da postazioni multimediali innovative con montaggi animati realizzati a partire da fotografie d’epoca. Quest’ultime in gran parte provenienti dalla famiglia di Renza Pellegrini, figlia del maestro ed alunna della scuola di Kosseir. Completa l’allestimento una selezione di documenti, materiali storici e libri sul tema delle scuole italiane all’estero; una sezione è inoltre dedicata alla scrittrice Arpalice Cuman Pertile e al suo legame epistolare con gli scolari della scuola di Kosseir.
La mostra si propone di mettere in luce il ruolo che la scuola, frequentata da alunni italiani ed egiziani, ha avuto nel processo di integrazione fra bambini di origini e culture diverse e rappresenta un esempio molto attuale di interculturalità.
Il progetto è a cura della Fondazione Tancredi di Barolo, MUSLI, Fondazione Centro per lo Studio e la Documentazione delle Società di Mutuo Soccorso, Regione Piemonte, ed è stato realizzato con il contributo della Fondazione CRT. Al progetto hanno collaborato le Scuole elementari Gabelli e Pestalozzi di Torino, la Scuola elementare Gabelli di Belluno e la Società di Mutuo Soccorso fra gli Operai di Brosso.
© Francesca Sereno 
 
 
Ente CR Firenze restaura gli arazzi di Palazzo Vecchio e li espone al Quirinale
Un  recupero durato 27 anni, con un l’investimento di un milione e 100 mila euro. Parliamo del restauro dei 10 arazzi di Palazzo Vecchio, reso possibile dall’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, oggi esposti al Quirinale nella mostra ‘Il Principe dei sogni’.
Per la prima volta dall’Unità d’Italia sono esposti, tutti assieme in una mostra unica, i 20 arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per il Salone dei Duecento di Palazzo Vecchio. Raffigurano la storia di Giuseppe e, nel 1882 per volere dei Savoia, furono equamente divisi tra Firenze e il Palazzo dei Quirinale. L’esposizione, dopo Roma (fino al 12 aprile), sarà trasferita al Palazzo Reale di Milano (29 aprile-23 agosto) e concluderà il suo tour a Palazzo Vecchio a Firenze (15 settembre-15 febbraio 2016).
‘’Questo imponente recupero, protrattosi per 27 anni – ha aggiunto Tombari – ha accompagnato la storia della nostra istituzione in quanto è cominciato col sostegno dell’allora Cassa di Risparmio di Firenze ed è proseguito col finanziamento dell’Ente Cassa di Risparmio di Firenze, nata nel 1992.. Dunque assume per noi un particolare valore, anche affettivo, che si aggiunge all’orgoglio di aver valorizzato un ciclo di opere che rappresenta l’immagine dell’ Italia nel mondo. E’ anche significativo che, per l’esecuzione di questa complessa operazione, siano state create delle competenze specifiche nella materia del restauro degli arazzi, condotto dall’Opificio delle Pietre Dure, che potranno essere impiegate per futuri interventi’’.
© Francesca Sereno 
 
 
Record assoluto per i luoghi del cuore
1.658.701 italiani hanno votato 276 siti per la settima edizione del censimento nazionale «I Luoghi del Cuore»lanciato lo scorso maggio dal Fai-Fondo Ambiente Italiano, in partnership con Intesa Sanpaolo. Cresce il pubblico, aumentano le associazioni e i gruppi organizzati. Batte tutti il il Convento dei Frati Cappuccini a Monterosso al Mare (Cinqueterre) con 110.341. Seguono il Monastero  della Certosa di Calci (Pi), il Castello di Calatubo ad Alcamo (Tp), il Museo del Cappello Borsalino di Alessandria e la Chiesa di Sant’Agnello a Maddaloni (Ce). I primi tre classificati e il primo di «Expo-Nutrire il Paese» riceveranno un contributo a fronte di un progetto da concordare (classifica completa su www.iluoghidelcuore.it.) Il censimento evidenzia e crea legame identitario, genera comunicazione e segnala le criticità. Dagli esordi del 2003 sono stati fatti interventi su favore di 45 beni in quindici regioni.  Tutti i proprietari e stakeholders  dei beni che hanno ricevuto almeno mille segnalazioni possono inoltrare un progetto di intervento che parteciperà ad una selezione, i cui vincitori, annunciati in Expo, saranno sostenuti direttamente da Fai e dalla banca che è anche major sponsor del salone.
© Francesca Sereno

 
 
Il plastico dell’Opificio Golinelli n mostra all'Urban Center di Bolognadal 20 febbraio al 9 marzo 2015
Nella rinnovata struttura della storica Sala Borsa, in piazza del Nettuno, l’Urban Center bolognese ospita - dal 20 febbraio al 9 marzo - il plastico di 200x200cm (realizzato dai progettisti di diverserighestudio) dell’Opificio Golinelli, il centro per la conoscenza e la cultura della Fondazione Golinelli, che verrà inaugurato a Bologna il 3 e il 4 ottobre prossimi. In particolare giovedì 26 febbraio, alle ore 18, nello stesso Urban Center si terrà un incontro di presentazione dell'Opificio, raccontando le origini lo sviluppo e le finalità di questo importante progetto di rigenerazione della città.
L’Opificio, infatti, con uno spazio di  9.000 mq, sta sorgendo nella periferia nordoccidentale di Bologna, in adiacenza all’area industriale di 3 ettari occupata fino al 2008 dalle Fonderie Sabiem, il cui intervento di riqualificazione ha richiesto un investimento di circa 10 milioni di euro. Il Centro si articolerà in padiglioni e strutture indipendenti, connesse da un sistema di passeggiate, giardini e piazze che ricalcano la configurazione dello spazio pubblico cittadino. Ospiterà le principali attività formative, educative e culturali della Fondazione, con spazi dedicati a bambini, giovani e adulti. Tra otto mesi, quindi, l’Opificio sarà il cuore pulsante cui faranno capo tutte le attività di educazione, formazione, ricerca, divulgazione, promozione delle scienze e delle arti svolte dalla Fondazione Golinelli. Se dal 2000 ad oggi le attività della Fondazione hanno coinvolto oltre 850.000 persone, i nuovi spazi saranno in grado di accogliere più di 100.000 visite l’anno.
© Roberta Bolelli

Le Corbusier all’Unesco?
Michael Richard, presidente dell’omonima Fondazione, ha nuovamente proposto all’Unesco di inserire nella lista del Patrimonio Mondiale l’opera architettonica Le Corbusier (pseudonimo di Charles-Edouard Jeanneret-Gris, 1887-1965). La commissione che valuterà la candidatura si riunisce nel 2016. [Le Figaro 19-2, ripreso da Il Giornale dell’Arte)

I Distretti culturali parlano in prima persona: Fondazione Cariplo lancia la narrazione del progetto dei 6 territori della Lombardia.
Un clima informale, un uditorio raccolto e selezionato, uno scrittore, tanta poesia ed emozione nelle parole, una sede come l’ex Banca Commerciale in Piazza Scala a Milano
 
 
Fondazione Cariplo si è presentata in una veste meno istituzionale del solito, ma non per questo meno autorevole. Un’atmosfera intima ed emozionata per parlare di uno dei suoi più grandi progetti, i Distretti Culturali.
Dieci anni di lavoro, dal 2005 quando è uscito il bando, fino alla selezione di sei territori lombardi e infine, la conferenza che si è tenuta lo scorso 16 febbraio, per fare il punto del percorso, in una maniera completamente inedita e innovativa, con il lancio di un nuovo progetto “1001 storie di risveglio e cultura”. Una narrazione corale di tutti i protagonisti di questo decennale cammino che ha visto nascere formalmente, dopo la fase di avvio, i primi Distretti sui territori dal 2010.
Suggestioni proposte al pubblico fin dal discorso introduttivo del Presidente Giuseppe Guzzetti, che come un aedo, ha condiviso le sue memorie di giovinetto della provincia lombarda, e in particolare di Como, con racconti di una società basata ancora sulle attività agricole e dove le imprese e start-up di allora erano le cascine, le botteghe artigiane, mentre il primo approccio al mercato passava per “la terra che è bassa”.
Complesso sintetizzare  l’evoluzione di un percorso decennale in territori come la Valtellina, Monza e Brianza, la Valcamonica, l’Oltrepò mantovano, la Provincia di Mantova, Cremona, così diversi e ricchi di storia e di identità. Ciò nonostante, il project leader Alessandro Rubini non lesina numeri e obiettivi raggiunti: Fondazione Cariplo ha erogato 19.152.968 Euro, per 123 progetti sviluppati e 101 enti coinvolti. Nell’arco dei cinque anni 3035 imprese professioniste sono state coinvolte nella realizzazione dei progetti, generando un fatturato totale di 54.049.177 milioni di Euro. Ciò significa che l’erogazione di Cariplo ha generato un’attivazione e raccolta di fondi sui sei territori pari a 34 milioni di Euro. Sono dati impressionanti se si pensa al periodo storico ed economico che abbiamo affrontato, al terremoto che rovinosamente si è abbattuto su alcune di queste province.
Gli aspetti formali del percorso sono già stati presentati nel 2013 con il convegno “Distretti culturali e prospettive di sviluppo per i territori” in Triennale a Milano, con la presentazione del volume “ I distretti culturali dalla teoria alla pratica” (edizioni il Mulino).
Ma in questa occasione, l’intenzione è spostare l’asse verso i protagonisti: gli operatori, le istituzioni locali, i collaboratori attivi nelle sei aree. Per questo, con il supporto di StoryFactory che si occupa di narrazione d’impresa, i Distretti cominciano a raccontarsi con “1001 storie di risveglio e cultura”: 18 video-storie,  dove coloro che hanno vissuto in prima persona raccontano le emozioni, le sfide, le fatiche e le soddisfazioni di avere rimesso in moto un rapporto fra cultura, territorio e imprese locali. Sono narrazioni che raccontano i risvegli dal torpore, dalla stanchezza e che testimoniano le tante risorse territoriali del nostro Paese. Una narrazione che racconta la coerenza dell’azione programmatica, volta allo sviluppo locale tramite l’integrazione della filiera culturale con quella turistica e imprenditoriale. Nei prossimi mesi, il progetto si arricchirà con la collaborazione del pubblico, aprendosi alla contribuzione di tutti quelli che vorranno raccontare esperienze di risveglio della Cultura, pubblicando sui social network con hashtag #Rais2Raise.
Di Cultura si vive e si può creare economia. Ma come si raccontano questi territori? Ciascuno di loro ha scelto un'identità forte con la quale caratterizzarsi.
 
Il Distretto culturale di Cremona ha puntato tutto sulla sua tradizione di liuteria, per costruire un polo di formazione musicale di livello internazionale, che colleghi l’ingegneria del suono alla musicologia.
 
Il Distretto culturale di Monza e Brianza lavora valorizzando il tessuto dinamico e creativo, per stimolare l’imprenditorialità del settore creativo, in particolare quello legato alla conservazione del patrimonio agendo sulle Ville di Delizia della zona e sull’archeologia industriale.
 
Il Distretto culturale della Vallecamonica ha lavorato coinvolgendo i giovani e includendo nuove pratiche multimediali per valorizzare il proprio territorio e rileggerlo in chiave contemporanea, puntando sul patrimonio etnografico, artigianale turistico.
 
Il Distretto culturale dell’Oltrepò Mantovano ha reagito al terremoto concentrandosi sul recupero del complesso Polironiano di San Benedetto PO, sede del museo delle tradizioni produttive, e dei beni di architettura civile e bonifica del Primo Novecento.
 
Il Distretto culturale Regge dei Gonzaga ha puntato sulla storia della famiglia Gonzaga e la valorizzazione dei loro possedimenti sparsi sul territorio fino a Sabbioneta, con recuperi strutturali che hanno permesso tante aperture di centri di cultura e puntando su un polo formativo introno al concetto di conservazione preventiva.
 
Infine il Distretto culturale della Valtellina ha puntato sul versante retico, rilanciando borghi e i terrazzamenti, per trasformarsi da via di passaggio a luogo di attrazione di turismo e quindi sosta.
 
Quello che ne emerge sono storie di Stupore, Coraggio e Bellezza, che Marco Missiroli, scrittore Premio Campiello 2006, ripercorre attraverso la letteratura internazionale, passando da suggestivi passi di Lewis Carrol con la sua Alice nel Paese delle Meraviglie, a Ernst Hemingway con il Vecchio e il Mare a D.F.Wallace con il suo racconto sul tennista Federer.
6 territori diversi che si sono messi in gioco: un’ampiezza rilevante di operato per Fondazione Cariplo, che si è messa a completa disposizione con accompagnamento, ascolto e soprattutto viaggi nei luoghi, per operare da vicino, e forse " abbassarsi alla terra " come accadeva in altre epoche descritte da Guzzetti.
Un’esperienza che dimostra che il modello culturale facilita il dialogo fra Istituzione e Soggetti per il comune scopo dello sviluppo locale. Una Fondazione che si offre come facilitatore e catalizzatore di energie e fondi e che scardina la logica della semplice erogazione ma si siede ai tavoli e si “sporca le mani” nel ragionare e costruire insieme. Un lavoro capillare e quasi sartoriale per restituire visione e metodo alle amministrazioni e società civile locali? Un percorso che ogni sei mesi ha previsto monitoraggi dei risultati e riformulazione di nuovi obbiettivi, per crescere e progredire gradualmente.
Ora la sfida è quella del contagio, che necessariamente passa per la narrazione di quanto realizzato, dell’innovazione introdotta, del cambio di governance dei territori basato sul lavoro di squadra fra tutte le istituzioni, per esportare e replicare la metodologia altrove. Saranno capaci altri territori e campanili di accogliere la sfida? Saranno capaci i Distretti di mantenere un dialogo trasparente, duraturo, orizzontale per crescere insieme? Noi seguiremo da vicino.

 
 
© Neve Mazzoleni