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Noi siamo figli delle (archi) stelle

  • Pubblicato il: 15/01/2016 - 13:42
Rubrica: 
CONSIGLI DI LETTURA
Articolo a cura di: 
Francesca Panzarin

Musei e fondazioni tra i protagonisti della grande stagione dell’architettura milanese culminata con Expo. Due recenti volumi editi da Skira raccontano i più significativi interventi architettonici in città
                                                                            
Come racconta Maria Vittoria Capitanucci, nel volume Architettura. La città e l’Expo a Milano l’esposizione universale ha avuto due effetti apparentemente antitetici: «da una parte una spinta forte al superamento del concetto stesso di città, anche di quella diffusa, andando ben oltre la definizione urbana e metropolitana, dall’altra la focalizzazione su specifici elementi del tessuto della città storica, sia concentrandosi sulla riqualificazione e riuso di monumenti e presenze alte, sia rivolgendosi a una serie di realtà presenti nel tessuto cittadino ma mai risolte».
 
Dalla riconversione dell’area Portello a Porta Nuova, Isola e Varesine, da City-Life a Milanofiori Nord, la città è andata incontro a una significativa trasformazione urbana che l’ha resa degna di confrontarsi con le altre città europee. Se il grande processo di sviluppo di Torino ha avuto una forte regia pubblica, quello milanese si distingue per il ruolo giocato da una committenza privata intenzionata ad avere un impatto sulla città e non solo attenta ai ritorni economici.
 
Tra gli esempi di architettura di qualità ma non privi di lungaggini esecutive il volume cita il progetto di David Chipperfield per la Città delle culture dell’Ansaldo e ora Mudec  nella zona sud-ovest della città (che l’architetto non ha riconosciuto a causa di una serie di complicazioni e irregolarità nei dettagli costruttivi e nella messa in posa dei materiali) e la nuova sede della Fondazione Feltrinelli di Herzog & de Meuron vicino all’area Garibaldi/Porta Nuova (che ha visto allungare i tempi di realizzazione a causa di diverse vicissitudini tra cui le incomprensioni con le soprintendenze).
Più semplice è stata invece la strada del terzo progetto culturale cittadino, la nuova sede della Fondazione Prada progettata da Rem Koolhaas e Oma nella periferia storica a sud-est della città, un ex birrificio caratterizzato da un’insolita varietà di condizioni spaziali. Come sottolinea l’autrice, “si apre a questo punto il quesito su quanto la presenza della Fondazione avrà la capacità di innescare nuove relazioni e di riqualificare l’area già interessata da una costellazione di presenze che non sono ancora entrate in rete tra di loro”.
C’è infine grande attesa per il nuovo campus dell’Università Bocconi previsto per il 2019 a firma dello Studio Sanaa, Kazuyo Sejima e Ryue Nishizawa, 35 mila metri quadrati che ospiteranno una torre universitaria, un’area sportiva, la sede della Business School e zone ricreative.
Una fondazione è anche dietro il progetto di riqualificazione del complesso balneare Caimi su progetto di Michele De Lucchi e di tre giovani architetti Giovanna Latis, Elena Martucci, Nicola Russi: nel 2013 Fondazione Pier Lombardo si è incaricata di farlo rivivere inserendolo nel programma culturale del Teatro Franco Parenti, mescolando l’esperienza teatrale con gli spazi per lo sport.
 
Il volume Milano Porta Nuova. L’Italia si alza è dedicato alla riqualificazione dell’area di Porta Nuova, un esempio di urbanistica polifunzionale ed ecosostenibile unico in Italia e comparabile ai più evoluti distretti europei e oggi proprietà della Qatar Investment Authority: 290 mila metri quadrati nel cuore di Milano in cui si integrano residenze uffici, spazi commerciali e centri culturali (tra cui ricordiamo l’Unicredit Pavilion, la Biblioteca degli Alberi, l’Incubatore per l’Arte, la sede della Fondazione Riccardo Catella) dotati dei massimi standard qualitativi ed energetici.
I tre masterplan a cura dallo Studio Pelli Clarke Pelli Architects, Kohn Pedersen Fox Associates e Boeri Studio sono riusciti a integrare quartieri molto diversi come Brera, Isola e Repubblica fornendo all’area una forte identità.
Il volume racconta il complesso intervento diventato modello di trasformazione urbana internazionale attraverso la voce dei suoi protagonisti professionali e istituzionali, a partire da Manfredi Catella, ceo di Coima sgr e regista del progetto, che conclude: «il lascito più importante non è solamente quello di uno skyline e di un nuovo quartiere, ma quello di un cambiamento culturale. Porta Nuova è un esempio di buone pratiche, chiarisce che ci vuole visione a medio-lungo termine e che gli italiani ce la possono fare».
Catella è anche presidente della Fondazione Riccardo Catella, creata per diffondere la cultura della sostenibilità e della responsabilità nello sviluppo e nella progettazione del territorio. Da segnalare in particolare il Programma sugli investimenti immobiliari sostenibili e responsabili (SRPI) per favorire l’approfondimento di principi di responsabilità e sostenibilità nella gestione del territorio e nel settore immobiliare, in collaborazione con le associazioni di settore. Lo scorso anno la fondazione, assieme a Fondazione Trussardi e Confagricoltura, è stata tra i promotori di Wheatfield, il progetto di land art di Agnes Denes che ha fatto crescere un campo di grano all’interno dell’area di Porta Nuova.
 

 
Maria Vittoria Capitanucci, Milano. Architettura. La città e l’Expo, Skira 2015, 65€
Milano Porta Nuova. L’Italia si alza, a cura di Luca Molinari e Kelly Russell Catella, Skira 2015, 29€
 
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