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Lo Spread delle parole

  • Pubblicato il: 25/09/2018 - 20:10
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CS
Siamo inondati da parole ed è difficile capire. La cacofonia del Governo nell’affrontare le tragedie e le emergenze dell’agosto, nel parlare di conti, con affermazioni in continuo divenire, produce danni, alle famiglie e alle imprese. Una stagione gravida di conseguenze, per ogni ambito, nessuno escluso. “Viviamo in un momento storico nel quale il fallimento delle classi dirigenti del Paese, a cominciare da quella politica, coinvolge anche i corpi intermedi che operano nel sociale. Viviamo in un presente nel quale regnano disinformazione, postverità e fake news che favoriscono la propaganda politica e la credulità popolare, ostacolando la valutazione pubblica di opinioni e argomenti”. Quale ruolo per il Terzo Settore?
Incontinenza verbale. Siamo inondati da parole ed è difficile capire. Anche Mario Draghi, il Presidente della BCE, in un clima di perenne campagna elettorale dei capi di partito, ha abbandonato la sua proverbiale reticenza a parlare dell’Italia assumendo una posizione senza precedenti contro le dichiarazioni che hanno spinto lo spread al rialzo nelle scorse settimane, una corsa momentaneamente rientrata.
 
La cacofonia del Governo nell’affrontare le tragedie e le emergenze dell’agosto, nel parlare di conti, con affermazioni in continuo divenire, produce danni, alle famiglie e alle imprese. Lo spread nervoso è solo un sintomo, una febbre, di una patologia molto più grave che oggi ha avuto un paracadute istituzionale, una rete di protezione tessuta dai “responsabili” del governo come li definisce Claudio Tito su la Repubblica, dallo stesso Presidente della BCE, dalla Banca d’Italia, di cui il tassello più importante è il Colle, che si muove con il Presidente della BCE per mettere in sicurezza un paese definito dal commissario europeo Moscovici “un problema per l’Eurozona”, che purtroppo per molti versi sta iniziando ad assomigliare alla Grecia. Ruolo analogo lo sta ricoprendo il Ministro degli Esteri Enzo Moavero che interviene ogni volta in cui l’asse Di Maio-Salvini deborda. 
Ciò che ci aspettiamo ora sono i fatti. Quello principale è la legge di bilancio, grande banco di prova di un  Ministro dell’Economia, Giovanni Tria che, in assedio in patria di leghisti e pentastellati, deve fare i conti con la fine del Quantitative easing a dicembre. A Bruxelles tifano Tria, il pompiere di Governo, sperando riesca a resistere agli assalti.
 
Una stagione gravida di conseguenze, per ogni ambito, nessuno escluso. “Viviamo in un momento storico nel quale il fallimento delle classi dirigenti del Paese, a cominciare da quella politica, coinvolge anche i corpi intermedi che operano nel sociale. Viviamo in un presente nel quale regnano disinformazione, postverità e fake news che favoriscono la propaganda politica e la credulità popolare, ostacolando la valutazione pubblica di opinioni e argomenti.” Cosi, Mauro Giannelli responsabile della formazione di FQTS, ha aperto le giornate di formazione della classe dirigente del Terzo Settore, chiamata a raccolta a Salerno questa settimana, per riflettere con figure chiave dell’innovazione sul ruolo dei corpi intermedi sugli assi di democrazia e partecipazione che innervano lo sviluppo economico correlato al ben-essere delle persone, la programmazione sociale, delle politiche culturali. “Così se da un lato assistiamo alla perdita di autorevolezza dei mass media, al disprezzo per le istituzioni e l’opinione degli esperti, alla polarizzazione e manipolazione delle opinioni, a un conformismo sociale, dall’altro sentiamo la necessità di richiamare i valori della Carta Costituzionale che, pur con i suoi settant’anni, risulta pienamente attuale per poter analizzare un presente critico e incerto fatto di disuguaglianze, discriminazioni, populismo, individualismo, postdemocrazia. Crediamo che in questo contesto il terzo settore possa essere attore attivo per contribuire a un immaginario sociale fondato sui valori della partecipazione democratica, della dignità sociale e dell’uguaglianza”.
 
La comunicazione e la sua potenza da usare con responsabilità profonda, per consentire la costruzione di opinioni. Il tema che ci guida e che ci ha indotto a pubblicare in questo numero un lungo intervento sulla disinformazione di Anna Detheridge, giornalista e attivista con la sua Connecting culture, sintesi e prima traduzione italiana del rapporto in tema del Parlamento del Regno Unito, dell’Atlantic Council, pubblicato a fine luglio su misinformazione e confusione in un mondo in cui 1,8 miliardi di persone usano youtube e nell’area cosiddetta occidentalizzata consultano 150 volte al giorno i device. La relazione tra social media e politica è evidente e le dinamiche elettorali di diversi paesi lo documentano. I social hanno un ruolo positivo nell’incoraggiare il dibattito aperto, tuttavia la velocità dell’informazione non verificata, costruisce verità. Il  rapporto inglese non demonizza la tecnologia, non richiede maggiore controllo, ma invita a “una corretta informazione è indispensabile per la salvaguardia dei valori alla base dello Stato democratico, pur con tutte le sue imperfezioni (…) il cittadino ha il diritto all’accesso a verità accertate”. A informazioni corrette e trasparenti, indipendenti e non manipolabili. Contro la rassegnazione e l’indifferenza. La strada che ci apre con un “Preferisco di no” la XIV edizione del Festival Torino Spiritualità, parafrasando Bartleby, lo scrivano del celebre racconto di Melville. Dal 26 al 30 settembre, a Torino, ci apre la strada opposta, ricordandoci che “l’essere umano non è solamente ciò che fa, ma ciò che sceglie di non fare, di non legittimare, di non avallare”, la strada di chi sceglie di “non ringhiare in branco o allinearsi al gregge”, contro l’anestizzazione delle coscienze, alle quali è preferibile una buona insonnia, come afferma il curatore della rassegna della Fondazione Circolo dei Lettori, Armando Buonaiuto. Da non perdere.
 
 
Numero di agosto-settembre. Highlights
We have no a planet B. La nostra immagine guida del mese è la facciata del Teatro La Scala, sulla quale è spuntato un arazzo, un giardino di plastica riciclata. E’ uno dei capolavori della ricerca  della “Fabbrica Lenta” di Bonotto che da Molvena (Vi) conquista il mondo, come impresa e connessa Fondazione che fanno dell’Arte che entra nel quotidiano per nutrire gli immaginari il loro tratto distintivo. Un’impresa insignita nel week end del Green Fashion Award, il premio di uno dei settori produttivi sotto accusa costante per impatto ambientale e produzioni esternalizzate in paesi in difficoltà, come il Bangladesh. Sono passati cinque anni dal crollo dell’edificio del Rana Plaza nel distretto di Dacca con oltre mille vittime, ma il tessile non è ancora “pulito”. 
Sono passati invece  tre anni dalla firma degli obiettivi di sviluppo sostenibile ONU 2030 (Sgds). L’intossicazione del pianeta e delle nostre vite, generata da uno sviluppo irresponsabile, è sotto i nostri occhi, ma molto è cambiato. Il 2 e 3 ottobre si svolgerà a Milano all’Università Bocconi, il Salone della CSR, la Responsabilità sociale d’impresa e dell’innovazione sociale. Dalla prima edizione è oggi evidente quanto sia strategico coniugare il profitto con l’attenzione all’ambiente e al sociale, che riguarda non solo i grandi gruppi, ma anche gli oltre 4,2 milioni di imprese medie e piccole italiane con addetti da qualche unità a 250. “Non è una attività tattica o residuale e non può essere considerata uno strumento per risolvere problemi contingenti. E’ una scelta strategica capace di incidere sui piani dell’organizzazione nel breve, medio e lungo periodo”. Una scelta che tocca la governance delle imprese, per superare l’antinomia tra economico e sociale, assumendosi responsabilità degli impatti sugli stakeholders. La prospettiva è quella di avere sempre più imprese che si assumono responsabilità di welfare, di ben-essere dei lavoratori e delle comunità. Temi che l’impresa coltiva anche con i suoi enti strumentali e verranno trattati il 22 e 23 novembre, a Palermo, scelta come emblema di una potenziale e avvincente ri-nascita mediterranea dello sviluppo umano e sostenibile, dove si svolgerà, per la prima volta in Italia, la terza edizione dello European Corporate Foundation knowledge exchange, promosso da Dafne-Donors and Foundations Network in Europe; il keynote speaker di apertura sarà Pier Luigi Sacco, con un intervento su nuove progettualità strategiche e sinergie nel welfare culturale. Un approdo che va riconosciuto ad  Assifero-l’associazione della filantropia istituzionale. Un universo in crescita e in trasformazione, che le  Fondazioni Sodalitas e Bracco, in collaborazione con Secondo Welfare, intendono comprendere attraverso una ricerca che promuoviamo su questo numero.
Anche la Fondazione Nesta Italia lancia una survey, che trovate su questo numero,  per analizzare i bisogni delle organizzazioni e delle imprese culturali o creative driven del nostro paese, musei inclusi, prima di promuovere un fondo di investimento a impatto sociale, strumento analogo all’Arts Impact Found inglese. Capire, con “più ricerca, meno narrazioni”, cogliendo l’invito  su questo numero del prof. Carlo Borzaga, sul mantra della “finanza con il cuore”.
E di musei parliamo sempre molto per comprendere l’evoluzione del loro ruolo sociale, come luoghi di conoscenza, esperienza e cittadinanza e in che modo il cambiamento sta investendo i processi di produzione e partecipazione culturale. A LuBEC2018 una intera giornata sarà dedicata, con un focus successivi, alla trasformazione in corso e anticipiamo l’analisi di Antonio Lampis, a un anno dalla sua presa in carico della Direzione Generale Musei. Fondazione CRCuneo ha appena concluso il ciclo  di formazione “Musei da vivere” per rafforzare la costruzione dell’offerta culturale legata alla domanda e a nuovi  pubblici, mentre Fondazione CR Firenze vara una giornata internazionale sulle sfide dell’era digitale in cui la capacità di attivare processi di progettazione partecipata e di co-creazione diventa un asset strategico.
Questo e molto altro. Buona lettura.
 
 
Con firme di:
Laura Messina Argenton, Patrizia Asproni, Roberta Bolelli, Paolo Castelnovi, Cristina Casoli, Filippo Cavazzoni, Cecilia Cognigni, Fiorenza Cora, Francesco De Biase, Antonio De Rossi, Anna Deteridge, Giulia Frangione, Emanuela Gasca, Francesco Mannino, Amerigo Nutolo, Francesca Panzarin, Lidia Panzeri, Francesca Petretto, Gianluca Popolla,Tamara Prest, Catterina Seia, Giorgia Turchetto, Fabio Viola, Giuliano Volpe, Massimiliano Zane, Alessia Zorloni, Stefano Luppi.
 
In ascolto di:
Antonio Lampis, Piero Gilardi, Carlo Borzaga, Pietro Ferrari Bravo, Gabriele Sepio, Francesca Velani
Diamo il benvenuto a Ilaria Maria Nizzo- corrispondente per gli USA  e a Giuseppe Mancini dalla Turchia.
 
Un numero realizzato grazie alla partnership con  Giornale dell’Arte, Fondazione CRC, Fondazione CR Firenze, Fondazione Promo PA, Fondazione Fitzcarraldo, Fondazione Marino Marini-Firenze