Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

La Puglia? Sempre più creativa

  • Pubblicato il: 01/10/2012 - 18:35
Rubrica: 
SPECIALI
Articolo a cura di: 
Anna Saba Didonato

A Lecce, in occasione di ArtLab 12, abbiamo incontrato Roberto Ricco, presidente del neonato distretto produttivo «Puglia Creativa». Una nuova realtà che potrà contribuire a vivacizzare il panorama produttivo e, perché no, culturale della Regione. Gli abbiamo chiesto di raccontarci di cosa si tratta.

Come nasce il distretto produttivo «Puglia Creativa» e in cosa consiste?
Puglia Creativa è l’espressione delle imprese culturali e creative pugliesi in risposta alla Legge Regionale n. 23/2007. La Puglia riconosce, attraverso il modello di sviluppo dei distretti, le attività economiche di valore strategico per la sua economia. Il distretto è operativo dallo scorso maggio e, dopo una fase dedicata alla stesura di un piano di sviluppo triennale, da settembre ha iniziato la propria azione in favore delle imprese.

Quali sono gli obiettivi e i partner del distretto?
Compito istituzionale del distretto è raccordare le politiche regionali per il sostegno all’impresa con i bisogni e gli obiettivi di rafforzamento delle imprese culturali e creative. Gli ambiti sono quelli dell’innovazione, internazionalizzazione e formazione. Ambizione del distretto è la realizzazione di un sistema di cooperazione tra le imprese che generi vantaggi materiali e affermi il sistema creativo e culturale come motore di innovazione e cambiamento per tutta l’economia regionale. Partner delle imprese nel distretto sono le università, le organizzazioni datoriali e sindacali, le pubbliche amministrazioni e le camere di commercio. Tranne questi ultimi due, già molte organizzazioni e università aderiscono al distretto.

Com’è strutturato?
Il Distretto è governato da un Comitato che elegge un suo Presidente. Per il nostro distretto abbiamo eletto 13 rappresentanti, di cui nove per le imprese (musica, teatro, danza, arti visive, design, servizi alla creatività e alla cultura, nuove tecnologie e ICT, multimedia e broadcasting, cinema e audiovisivo), uno per le università, uno per le organizzazioni datoriali, uno per i sindacati, uno per le agenzie culturali regionali Apulia Film Commission e Teatro Pubblico Pugliese. All’interno del comitato abbiamo assegnato incarichi e responsabilità in diverse aree di intervento (formazione, orientamento, internazionalizzazione, relazioni istituzionali, ecc.) per costruire un modello di lavoro collegiale e responsabile. Ogni rappresentante ha l’obbligo di rapportarsi e coinvolgere le imprese del proprio settore. Al momento aderiscono al distretto 152 soggetti.

Con quali modalità intende operare?
Il Distretto intende avviare una serie di interlocuzioni istituzionali per svolgere il suo mandato relativo alle politiche per lo sviluppo. Altre interlocuzioni saranno avviate con l’obiettivo di rafforzare il sistema presso sedi istituzionali locali, nazionali ed europee. Per esempio, vorremmo promuovere il riconoscimento delle figure professionali della creatività e della cultura almeno a livello regionale. Tavoli di lavoro per la creazione di curricula di formazione più rispondenti alla domanda di figure professionali da parte delle imprese, ma anche per l’orientamento e il rafforzamento del ruolo delle attività creative nella collettività e con le giovani generazioni. Altro obiettivo è il coinvolgimento diretto delle imprese nello scambio di servizi e nella progettazione di iniziative di scambio e confronto professionale e di offerta della produzione del distretto.
I progetti sono uno degli strumenti primari per lo sviluppo dell’azione del distretto. Ci stiamo lavorando da pochi giorni.
Da un altro punto di vista, il Distretto Puglia Creativa vuole essere punto di riferimento per tutte le giovani imprese in start up, per i professionisti, giovani e non, che, non avendo lo status di impresa, rischiano di essere esclusi - in base a quanto stabilito dalla Legge Regionale - dalle opportunità di sostegno per mezzo dei fondi comunitari. Per questo stiamo studiando meccanismi che diano l’opportunità al distretto di agire direttamente come strumento di sostegno diretto alle imprese per attività come la valorizzazione della produzione, la mobilità, il credito, la consulenza, lo sviluppo e la progettazione.

Fuori dai confini regionali, quali sono gli interlocutori con cui intende dialogare?
In Italia cercheremo interlocuzioni istituzionali per il sostegno alle attività e con sistemi di rete e di innovazione con i quali intravediamo delle opportunità di dialogo e sviluppo comune.
In Europa cercheremo interlocuzioni comunitarie per quel che riguarda le risorse economiche ma anche relazioni con reti e cluster che manifestano modelli di azione simili. Organizzazioni e reti di sviluppo delle industrie culturali e creative sono altri interlocutori privilegiati. Ovviamente nell’ambito dell’internazionalizzazione il Distretto dovrà rafforzare le relazioni con le reti professionali nei diversi settori di attività. Infine grazie al progetto ECCL (European Creative Cluster Lab), di cui è partner la Regione Puglia, il Distretto potrà partecipare a un percorso europeo per lo sviluppo di competenze nella gestione di cluster creativi.

Come si articola il «programma di sviluppo»?
Dare una spiegazione sintetica di un documento di 130 pagine è piuttosto difficile. Il piano individua punti di forza e di debolezza, organizza le risposte per argomenti primari e obiettivi e definisce circa 40 azioni in risposta ai problemi evidenziati. Le azioni si realizzano attraverso i progetti che dovranno essere predisposti e realizzati di concerto con le imprese del Distretto.
Gli obiettivi primari del programma sono i seguenti.
Consistenza: analisi della consistenza del settore in termini operativi e in relazione ai bisogni espressi;
Crescita del capitale umano: formazione, figure professionali, curricula formativi, mobilità, ecc;
Competitività: qualità dei prodotti, accesso ai mercati e alle reti professionali, cooperazione interna;
Crescita infrastrutturale: reti digitali, luoghi di ricerca e lavoro, contenitori culturali, nuove tecnologie per la produzione;
Innovazione: strumenti e modelli per la ricerca, tecnologie per la produzione e per lo sviluppo di nuovi prodotti;
Brand: affermare la possibilità di interazione e intervento della Puglia creativa sui territori e con le imprese degli altri settori.

Punti di forza e di debolezza?
Sinteticamente, fra i punti di forza troviamo la capacità progettuale, la multidisciplinarietà delle figure professionali, la qualità dell’interazione con le comunità, il territorio e le radici culturali. Fra i punti deboli, l’eccessiva frammentazione e la piccolissima dimensione, scarsità di spazi, mancanza di fondi per la ricerca, forte precarietà del lavoro, mancanza di figure manageriali e organizzative.

© Riproduzione riservata