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La comunicazione partecipata. Narrare l’azione pubblica coinvolgendo i cittadini

  • Pubblicato il: 04/04/2014 - 16:15
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Articolo a cura di: 
Redazione

Ragionare di comunicazione pubblica non è un mero esercizio intellettuale. Gli autori lo sanno. «La comunicazione partecipata. Narrare l’azione pubblica coinvolgendo i cittadini» è un utile strumento di approfondimento per la disciplina, pensato per studenti, operatori e interessati ai temi della comunicazione e dell’amministrazione pubblica.
Eppure, scorrendo l’indice, si ha la sensazione che il perimetro della riflessione sia molto più ampio: il volume di Stefano Sepe ed Ersilia Crobe è l’occasione per considerazioni di grande interesse sul rapporto strettissimo che intercorre tra comunicazione istituzionale e cittadinanza, in quello che gli autori definiscono «Stato relazionale».
«Società, diritti, doveri», esordisce il volume, passando in rassegna nel primo capitolo gli importanti cambiamenti sociali ed istituzionali in corso: la grave crisi economica che sta scuotendo gli equilibri istituzionali delle grandi socialdemocrazie obbliga a una revisione dei paradigmi di azione dei pubblici poteri. Politiche di welfare, come conosciute finora, non sembrano più sostenibili e alla crisi di equità che ne può derivare occorre rispondere con «un forte patto – basato sull’i­dea che i beni e i servizi di pubblica utilità costituiscano beni comuni – tra cittadini, mondo d’impresa e pubblici poteri può costituire il punto di par­tenza di un nuovo sistema di governance» (p. 24).
E’ necessario, secondo gli autori, favorire l’avanzamento dei confini della partecipazione dei soggetti coinvolti, «dai partiti politici ai sogget­ti privati portatori di interessi specifici, dalle associazioni dei cittadini agli esperti di settore ed intellettuali: una realtà di corpi intermedi che possono creare tessuto sociale, politico e democratico» (p. 32).
Lo Stato sempre vede più scemare il suo primato di unico soggetto in grado di tutelare l’interesse generale e il «sistema so­ciale si caratterizza progressivamente per la molteplicità degli attori in sce­na. È necessario imparare a governare tale pluralità, attraverso la creazione di un sistema relazionale mediante il quale «fare rete» - questo il nuovo ruolo delle istituzioni in siffatta complessità (p. 20).
Lo sguardo è quindi teso alla complessità nella quale le amministrazioni sono oggi chiamate ad operare: la lettura dei fenomeni in atto dà conto del passaggio da un’amministrazione d’ordine a un’amministrazione di servizi, fino alla recente apertura al nuovo paradigma della governance e inquadra la comunicazione pubblica come funzione costitutiva e, insieme, policy trasversale dell’azione delle amministrazioni. Veicolo per alimentare condivisione delle scelte pubbliche e per promuovere l’affermazione di una amministrazione partecipata, la comunicazione istituzionale è il medium  che mette a sistema e in connessione i diversi attori dell'arena sociale sui problemi di interesse generale e sulle dinamiche dell'azione delle istituzioni. E’ un «potente strumento di cambiamento dell’amministrazio­ne e, nel contempo, come un fattore centrale per rendere operanti i diritti di cittadinanza. Strumento, in sintesi, per un nuovo patto tra Stato e cittadini» (p. 126). Informare e comunicare sono, in questo senso, gli strumenti per colmare il fossato pubblico-privato (par. 1.3).
Il tema, cruciale ed urgente, rimanda direttamente alla qualità della nostra democrazia, alla capacità dei poteri pubblici di rispondere alle istanze che arrivano dalla società, alla possibilità per i cives di misurare i risultati dell’agire amministrativo attraverso un «governo misurabile», alla legittimità stessa della politica. L’obiettivo è – secondo una efficace formula proposta nel volume - il triangolo virtuoso del «buon governo»: quali­tà, comunicazione, partecipazione (pagg. 38 e ss.).
Il prodotto editoriale di Sepe e Crobe – con prefazione di Stefano Rolando (IULM) e postfazione di Michele Sorice (LUISS) - si propone come arnese di lavoro per comunicatori pubblici e per studenti interessati a ricostruire il percorso (processo zigzagante) di consolidamento della «comunicazione pubblica» nel nostro ordinamento negli ultimi venticinque anni, la normativa di riferimento e le professionalità dedicate, la forte influenza delle nuove tecnologie nei rapporti tra amministrazione e amministrati. L’intento, dichiarato, è quello di fare «cerniera» tra saperi, rapporti giuridici, attività – entro il più ampio perimetro dei diritti di cittadinanza. Una questione di non poco conto.

Stefano Sepe - Ersilia Crobe
La comunicazione partecipata. Narrare l’azione pubblica coinvolgendo i cittadini, Luiss university press, 2014