L’isola fa tesoro dell’esperienza Olivetti
Roma. Era il 1962 quando la Fondazione Adriano Olivetti venne istituita dai familiari e collaboratori del grande imprenditore piemontese, prematuramente scomparso solo due anni prima.
Con l’intento di metterne a frutto e svilupparne l’impegno sociale, civile e politico, la fondazione è divenuta da allora punto di riferimento nell’ambito della promozione e della conoscenza del progresso sociale. Un ambito in cui si è distinta con progetti di ricerca internazionali, studi di carattere storico sulla figura di Adriano Olivetti, attività editoriale, seminari e convegni.
La vicenda di Adriano Olivetti è stata spesso celebrata ma, talvolta, anche dimenticata.
A sentire il bisogno, oggi, di ripercorrere e mettere in relazione l’esperienza imprenditoriale, il pensiero, i valori, la cultura e l’innovazione sociale di Olivetti, con i profondi cambiamenti socio-culturali più recenti è «Storie d’Innovazione Sociale, quando c’era lui, Adriano Olivetti, e quando ci saremo noi». Un evento organizzato dal The Hub di Roma per la serata del 22 luglio, presso il Tiberscreen nell’isola Tiberina, con un grande dibattito mirato ad analizzare tre nodi cruciali: distruzione del modello olivettiano, buone pratiche olivettiane e significato dell’innovazione sociale oggi.
Un confronto a cui parteciperanno Beniamino de’ Liguori Carino (Fondazione Adriano Olivetti), Stefano Monti (Manti&Taft), Andrea Pugliese (Esperto di politiche e servizi per il lavoro e la formazione) e Gabriele Caramellino (Sole24Ore) con il ruolo del moderatore. A completare la serata vi sono proiezioni di documentari su Adriano Olivetti forniti dalle teche Rai e una performance teatrale a cura di Teatrate. Un’occasione, dunque, per guardare al futuro senza dimenticare le lezioni del passato.
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