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Il coraggio della visione

  • Pubblicato il: 15/09/2018 - 08:05
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
Cristina Casoli
In vista dell’appuntamento del 4-5 ottobre alla XIV edizione di LuBeC – Lucca Beni Culturali, il forum internazionale dedicato allo sviluppo della filiera beni culturali – tecnologie – turismo, che si svolge ogni anno a Lucca, conversiamo con Francesca Velani, vicepresidente di Promo PA Fondazione che lo organizza e che è oggi a capo del progetto Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.

Si avvicina l’edizione 2018 di LuBeC – Lucca Beni Culturali, il forum internazionale dedicato allo sviluppo della filiera beni culturali – tecnologie – turismo, grazie a Promo PA Fondazione che lo organizza e aggrega forze territoriali per un appuntamento ad alta qualità, che conferma la propria capacità di convocazione.
La due giorni, 4 e 5 ottobre, al Real Collegio di Lucca, presenterà, nello stile che la connota, una visione ampia e integrata della gestione e valorizzazione dell’eredità culturale che include materiale e immateriale e dialoga con l’innovazione tecnologica, la produzione delle imprese culturali e creative, i new media, l’industria e il terzo settore, come sempre sviluppando sinergie e puntando l’attenzione sul rafforzamento del binomio pubblico – privato. Alternando laboratori, seminari frontali, talk, convegni e presentazioni, l’incontro coinvolgerà istituzioni, operatori e stakeholder da tutta Europa, crea network e offre opportunità di discussione di pratiche che possono evolvere in politiche. L’edizione 2018, la XIV, sarà dedicata alla riflessione sui temi dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale, in linea con i suoi obiettivi generali: promuovere il ruolo del patrimonio culturale quale componente essenziale della diversità culturale e del dialogo interculturale; rafforzare il contributo del patrimonio culturale alla società e all’economia; promuovere il patrimonio culturale come elemento importante delle relazioni tra l’Unione e i paesi terzi.
Ma nella continuità presenta un posizionamento ancora più forte sulla necessaria cooperazione tra pubblico e privato e sulla esigenza di muovere discontinuità strategiche a fronte delle sfide della contemporaneità.
 
Ne parliamo con Francesca Velani, direttrice di LuBeC, che è oggi a capo del progetto Parma Capitale Italiana della Cultura 2020.
 
 
Un appuntamento denso quello di LuBEC2018 che conferma la grande capacità di convocazione di istituzioni di alto profilo, domestiche e internazionali di Promo PA Fondazione che lo organizza, che presenta un quadro delle politiche che si nutrono di una pluralità di buone pratiche. Cosa caratterizza questa edizione?
In questo momento storico complesso e nel contempo colmo di opportunità, reputiamo che occorra nuovo pensiero, occorrano riflessioni critiche importanti sulle politiche e le strategie, sulla costruzione di visioni coraggiose, un cambiamento che faccia veramente bene al Paese, su sfide importanti.
In questi ultimi vent’anni, a partire dalla Riforma del Titolo Quinto della Costituzione, che ha posto in carico degli enti locali la valorizzazione dei beni culturali, c’è stata una corsa al fare, al mettere in piedi azioni, progetti. La grande crisi che ha portato regressioni sulla necessità di riflettere sui grandi temi. Permangono pesanti problematiche politiche e amministrative.
Il contributo di pensiero è stato spinto dal settore privato, secondo il mio punto di vista. Per questa ragione abbiamo invitato Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, in rappresentanza del grande sistema delle Fondazioni che ha sperimentato, cercato nuove soluzioni, che connettano il patrimonio alla crescita del capitale sociale, delle comunità.
 
LuBeC è un progetto che parla dagli esordi di cooperazione tra pubblico e privato e ha visto uniti il Comune di Lucca e la Provincia di Lucca, la Regione Toscana, la Fondazione Cassa di Risparmio e la Fondazione Banca del Monte, la Camera di Commercio. Pubblica amministrazione, tessuto imprenditoriale, uniti alla filantropia istituzionale per un progetto di territorio?
A LuBeC, siamo partiti nel 2005 con una presenza e una partecipazione fortissima della pubblica amministrazione, quasi esclusiva tra i relatori.
In questi 14 anni abbiamo visto crescere il settore privato, sia nell’interesse che come progettualità. Un privato ancora disorientato dal settore culturale che fatica a diventare mercato e quando lo è, si presenta   imperfetto.
 
Nel 2010 avete prodotto una ricerca dalla quale era evidente come l’offerta culturale fosse disallineata rispetto alla domanda.
Molto è cambiato, ma molto resta da fare. L’osservatorio di LuBeC ce lo conferma, ma adesso dobbiamo aggiornare i dati, per suffragare ciò che esperiamo con i numeri. Per noi la ricerca è centrale. Il punto da cui partire. Quest’anno lanceremo il nostro terzo rapporto (ndr il primo, cinque anni fa era sui modelli di sviluppo delle città d’arte e il secondo sull’impatto del turismo sulle città) che sarà focalizzato sui “Modelli di sviluppo delle città”, cercando di portare i primi risultati dei percorsi delle candidature delle capitali italiane della cultura, per trasmettere l’importanza della programmazione culturale sulle strategie di sviluppo urbano e territoriale di medio e lungo periodo.
 
Un confronto sulle capitali della cultura che vi vede in prima linea come accompagnatori del dossier di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020, che ora lei, dopo la vittoria, guida. LuBEC sarà occasioni di scambio pubblico su questi temi.
Il dossier di capitale italiana è nei fatti – per una amministrazione che si è impegnata nel percorso - il passo precedente al piano strategico della cultura, che deve diventare parte integrante del documento di mandato. E’ centrale che si crei un vero sistema, si rafforzi e si stabilizzi il dialogo tra pubblico-privato e che la cultura sia parte integrante e non accessoria. Ma per la collaborazione sono indispensabili regole serie, siano chiari gli indirizzi e le azioni infrastrutturali, altrimenti il privato non sale a bordo, non sa come muoversi.
L’investimento del privato in termini quantitativi è sempre contenuto, rispetto a quello pubblico, ma è indipendente. Il pubblico può sostenere il rischio della sperimentazione, è apripista, ma queste piste debbono diventare strutturali e “strade” su cui il privato poi possa muoversi. In questo senso, le buone pratiche avviate dalle fondazioni – per esempio - devono diventare politiche.
 
Un approccio che vi ha portati ad accompagnare Parma nel dossier vincitore della candidatura come Capitale italiana della Cultura 2020, che vedrà la sua direzione.
La mia, la nostra presenza come Fondazione, rappresenta uno degli elementi che compongono un team che sta lavorando per rafforzare quel modello collaborativo che il bando di capitale ha premiato. Ma Parma 2020 non è un arrivo, è un punto di partenza, una grande opportunità per riflettere, programmare e fare insieme, configurando la visione del territorio nei prossimi anni.  
 
Per lei il privato è un mantra
Direi il rapporto pubblico/privato, così come già accennavo sopra.
E le imprese possono giocare un ruolo fondamentale nel processo di crescita dei territori. Parlo di imprese di natura varia, di quelle cosiddette “creative driven”, soggetti che pur non facendo parte del sistema culturale e creativo, sviluppano servizi e creano i prodotti attraverso processi a “base creativa” in settori che vanno dal food, all’arredamento, al design, all’edilizia, al turismo, etc.
I prodotti e i servizi di queste imprese si caratterizzano fortemente come veicolo di contenuti e innovazione rispetto al sistema economico di riferimento, ma anche di cultura verso i lavoratori. Il mercato Oggi riconosce uno specifico valore all’immateriale: la ricerca, il design, il brand, l’informazione, l’organizzazione, la comunicazione, contribuiscono infatti a generare il “senso” dei prodotti rendendoli non solo competitivi rispetto a quelli più tradizionali, ma riferimenti nell’ambito della loro filiera e talvolta persino status symbol.  E per le industrie creative driven Innovazione del prodotto, brand identity e comunicazione, luogo di lavoro attento al benessere di chi lo abita sono gli ambiti da valorizzare.
 
Nel programma di LuBeC ritroviamo il tema del ben-essere e della qualità della vita. Cultura che muove l’economia con il Turismo, ma partendo dalla prossimità.
A LuBeC da sempre siamo interessati a lanciare o riprendere temi ancora sottovalutati e quest’anno dedichiamo una riflessione sulla relazione potenzialmente virtuosa tra cultura, benessere e salute.
Da questi incontri che sono operazioni di networking vorremmo nascessero, come sempre è accaduto, progetti. Abbiamo visto l’esito metodologico e in termini di cultura di progetto, di valorizzazione integrata nel grande sforzo compiuto con la rete delle città della cultura, come nell’indirizzare gli enti locali che coordinarono la redazione dei dossier dei piani strategici nel dialogo con i territori, che non conoscono in profondità nelle loro potenzialità, nelle loro attese, nelle loro difficoltà.
Le nostre comunità sono fatte di persone che vengono dalle culture di tutto il mondo. Non conoscono il paese che hanno scelto. Non le conosciamo. Siamo sconosciuti che vivono porta a porta. Il lavoro fa conoscere le persone, favorisce contaminazioni, contribuisce alla costruzione di nuove identità. Un processo lungo, ma penso che sia la strada giusta per la coesistenza, per una nuova società.
 
Per saperne di più, una overview del programma
Giovedì 4 ottobre, ore 9, apre il LuBEC Digital Technology, la rassegna espositiva dedicata alle soluzioni innovative applicate alla valorizzazione e fruizione dei beni culturali e al turismo, per mettere in contatto gli operatori del settore pubblici e privati, creando nuove opportunità di business, progettualità, crescita, competenze.
09.30 – Inaugura CREATHON | Maratona di idee tra tecnologia, turismo e patrimonio culturale, l’hackathon tra cultura e tecnologia che si svolge ogni anno a LuBeC, che chiama a raccolta creativi, sviluppatori e fabbricatori digital. In una non stop di 24 ore dovranno dare vita a nuovi progetti e/o servizi ad alto impatto innovativo nell’ambito dei beni culturali e del turismo. L’edizione 2018 sarà dedicata a Leonardo da Vinci, del quale nel 2019 ricorre il 500 anniversario della morte e svilupperà il tema dell’innovazione tecnologica applicata al patrimonio culturale.
09.45 – 13.00 – Convegno di apertura. Diversità Culturale e Innovazione Sociale: driver per il ben-essere e la sostenibilità. Gaetano Scognamiglio, Presidente Promo PA Fondazione, condurrà in una conversazione Monica Barni, Vicepresidente e Assessore Cultura, Università e Ricerca Regione Toscana, Gianluca Vacca, Sottosegretario di Stato al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, approfondendo con diversi focus. Di diplomazia culturale parlerà Tana Weskosith, Ambasciatore straordinario e plenipotenziario in Italia del paese ospite, la Thailandia con Neungraudee Lohapon, Responsabile The Arc of Memory Research Unit – Chulalongkorn University, Bangkok
La relazione tra “cultura e inclusione, innovazione, impresa” sarà oggetto di confronto tra i sindaci di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, Giulio De Ruggieri con Leoluca Orlando, Sindaco di Palermo
Federico Pizzarotti, Sindaco di Parma, Capitale Italiana della Cultura 2020, che interverranno con
Ivan Totov, Sindaco di Plovdiv.
 
Il pomeriggio del giovedì si aprirà alle 15 con il workshop “Faccio salti altissimi”. “Cultura dell’accessibilità e accessibilità alla cultura”, temi complementari, pilastri dell’Anno Europeo del Patrimonio, per costruire una società aperta, che si impegna a superare le barriere fisiche e culturali; dall’altro sviluppa il senso di appartenenza e di condivisione nelle comunità di oggi, sempre più interculturali. Massimo Marsili, direttore della Fondazione Giacomo Puccini di Lucca e Responsabile Progetti di Fondazione CARI Lucca, sarà in dialogo con Iacopo Melio, giornalista freelance e attivista per i diritti umani e civili Mauro Felicori, direttore della Reggia di Caserta.
Contestualmente il secondo workshop si svilupperà dalle ore 15 sull’evoluzione del lavoro culturale tra competenze digitali, tradizionali e specializzate: l’Impresa Culturale – pubblica e privata – chiama a raccolta figure professionali con specifiche competenze, in grado di collocarsi in maniera trasversale rispetto ad un processo di creazione ed erogazione di servizi e di prodotti, che da un lato deve soddisfare l’utenza contemporanea e dall’altro portare al rafforzamento della mission culturale sui territori.
 
Aprirà il pomeriggio Digital 4Cult che curerà la presentazione di proposte sviluppate da imprese digitali vivaci, che hanno dimostrato la capacità di sviluppare soluzioni creative con servizi e prodotti utili a soddisfare la domanda culturale di informazione e di leisure time dei pubblici contemporanei.
Sei gli appuntamenti che prendono vita alle 15.00.In collaborazione con la nostra testata, si parlerà della relazione virtuosa tra partecipazione Culturale, Benessere e Salute, con un confronto tra medici, operatori culturali sulle molte evidenze scientifiche, consolidate quanto poco note e su pratiche di successo, per leggerne le opportunità in termini di politiche-un appuntamento in collaborazione con l’Azienda USL Toscana Nord Ovest e l’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della provincia di Lucca.
Territorio, Turismo, Tecnologie per la valorizzazione dei Siti Unesco, è uno dei temi caratterizzanti LuBec che crea occasioni per condividere soluzioni per la valorizzazione del patrimonio culturale e la promozione dei territori messe in campo attraverso azioni di networking internazionale e reti di impresa specializzate, con una focalizzazione sul progetto Mirabilia, che ogni anno organizza un B2B tra circa 400 operatori europei turistico – culturali provenienti da territori a marchio Unesco.
Il quarto appuntamento parallelo si focalizzerà sulle sinergie attivabili tra pubblico e privato per il patrimonio culturale in caso di emergenze, tratte dalle esperienze dei recenti modelli trasferibili a livello nazionale: al tavolo per il confronto tra gli altri il neo Direttore dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro-Luigi Ficacci, Roberto Ferrari- Direttore Cultura e Ricerca della Regione Toscana.
Matera, alle soglie dell’anno di Capitale Europea della Cultura, presenterà le opportunità digitali offerte dal 5G per organizzare e trasmettere dati, coinvolgendo nella produzione e nella fruizione dei contenuti la collettività: un terreno di sperimentazione che potrà essere esteso ad altre realtà.
La giornata chiuderà con la lectio magistralis di Giuseppe Guzzetti, presidente Acri, in collaborazione con la Fondazione CR Lucca.
 
La giornata del 5 prenderà avvio con l’Agenda Europea della Cultura. Offrirà un programma denso di eventi paralleli. Tra gli altri, le industrie a sviluppo creativo (quelle imprese che sviluppano servizi e prodotti a base creativa, ma non hanno come core business la cultura) sarà uno dei temi centrali, dibattuto con economisti della cultura, esperti di finanza che intrecceranno casi di imprese come la tessile Bonotto e la Scart che si occupa di waste recycling.
In collaborazione con la Direzione Generale Musei, prenderà corpo, con diversi focus, una riflessione multi-disciplinare sull’innovazione in corso e prospettica del ruolo dei musei e del loro ruolo sociale nella contemporaneità: un viaggio sull’evoluzione della relazione con i pubblici nell’era digitale, nelle narrazioni,e nella comunicazione, nell’esperienza, nell’educazione, nell’accessibilità universale.
 
Il programma generale di LuBeC è in continuo aggiornamento su www.lubec.it
 
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