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I primi dieci anni della Fondazione Cosso al Castello di Miradolo: bellezza, responsabilità e innovazione sociale.

  • Pubblicato il: 15/11/2018 - 08:01
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI DI FAMIGLIA
Articolo a cura di: 
Elena Inchingolo
Dall’imprenditrice Maria Luisa Cosso e da Paola Eynard, sua figlia, nel 2008, nasce un ente dedicato a promuovere la valorizzazione del patrimonio storico-artistico e naturalistico piemontese, trasmettendo alla collettività l’interesse e l’attenzione per la cultura, la cura per il proprio territorio e l’impegno per la conoscenza, l’educazione e l’innovazione sociale. E la sua sede, il Castello di Miradolo con il suo Parco a San Secondo di Pinerolo (To), diventano risorsa di comunità. «Costituire la Fondazione è stato per me l’avverarsi di un sogno” – sostiene la signora Cosso, Presidente della Fondazione – “i percorsi, gli interventi multidisciplinari e di ricerca sono rivolti all’intera comunità, ma soprattutto ai giovani».
La Fondazione Cosso nasce nel 2008 e diventa un esempio di filantropia e mecenatismo, di forza e ricerca della bellezza, di sperimentazione e cura per la salvaguardia del bene comune.
Cinque sono le linee guida rispetto alle quali si svolge l’azione dell’ente: arte, musica, natura, didattica e formazione e impegno sociale, tutte sviluppatesi lungo i 10 anni di attività attraverso proposte formative, di approfondimento e condivisione della cultura ad ampio spettro.
Ente privato, senza scopo di lucro, la Fondazione svolge il suo operato negli spazi antichi del Castello di Miradolo e del suo Parco secolare, a San Secondo di Pinerolo. Sono luoghi storici d’origine seicentesca, appartenuti alle nobili famiglie piemontesi Massel di Caresana e Cacherano di Bricherasio: il conte Emanuele Cacherano di Bricherasio, brillante tenente, fu cofondatore dell’ACI e della FIAT; la sorella Sofia, pittrice e allieva dell’artista Lorenzo Delleani, fece di Palazzo Bricherasio, a Torino, la propria dimora torinese e del Castello di Miradolo quella estiva, trasformando queste residenze in veri e propri cenacoli culturali, che accoglievano artisti, intellettuali e personaggi di rilievo nella storia piemontese, tra cui lo stesso Delleani, lo scultore Leonardo Bistolfi, il compositore e pianista Alfredo Casella, il capitano di cavalleria Federico Caprilli, il pittore Vittorio Avondo.
Alla sua morte, avvenuta nel 1950, la contessa Sofia, ultima erede della famiglia, lasciò il Castello di Miradolo e altre proprietà ad una congregazione religiosa che cambiò la destinazione d’uso della dimora, rendendola casa per esercizi spirituali e residenza estiva per anziani. Dagli anni Novanta del Novecento al 2007, il Castello e il Parco hanno attraversato un lungo periodo di degrado e abbandono fino al costituirsi della Fondazione Cosso, che con risorse private, ha iniziato un imponente lavoro di restauro, che continua ancor oggi, per poter restituire alla comunità oltre al Parco, al Castello ed alla Citroniera anche l’atelier di pittura della contessa Sofia e gli edifici rustici limitrofi.
 
Si tratta di un complesso intervento di conservazione e ricostruzione della memoria del luogo, progettato e condotto dalla Fondazione Cosso e dalle sue fondatrici. Maria Luisa Cosso, Presidente, imprenditrice nel campo della componentistica meccanica, inizia a lavorare giovanissima nel 1960, all’età di 21 anni nell’azienda di famiglia, formandosi con i propri operai. La figlia, Paola Eynard, Vicepresidente, amante della natura, si occupa delle aziende di famiglia e della programmazione culturale della Fondazione, per la quale ha seguito personalmente anche i lavori di restauro del Castello e di ripristino del Parco.
 
La Fondazione Cosso è quindi una Fondazione di Famiglia costituita al fine di preservare e dare continuità al patrimonio familiare utilizzandolo anche per finalità sociali e solidaristiche.
Abbiamo incontrato Maria Luisa Cosso e Paola Eynard in occasione della festa del decimo anniversario della Fondazione, il 14 ottobre scorso, e ci hanno raccontato la gestazione di questo attraente e articolato progetto culturale.

Quando nasce la Fondazione e quali sono stati i motivi per cui ha visto la luce?
Maria Luisa Cosso: Nasce tutto con la scomparsa prematura di mio fratello, che avvenne, insieme a quella di mio padre, nel 1960 a causa di un incidente d’auto. Mio fratello aveva 26 anni, credeva nella vita e nella cultura, amava il confronto con l’altro. Ho custodito dentro di me il desiderio di rendergli omaggio fino al 2008, quando finalmente insieme a mia figlia Paola sono riuscita a realizzare quel sogno, dando vita alla Fondazione Cosso, un luogo per la cultura a 360 gradi con cinque “anime” ben definite: arte, musica, natura, didattica e formazione e impegno sociale, che convivono in uno spazio storico, di rilievo per il territorio del pinerolese in cui vivo da sempre, il Castello di Miradolo e il suo Parco. Qui abbiamo immaginato di iniziare la nostra avventura, acquistando nel 2007, insieme ad un gruppo di amici, l’intera struttura, già dimora storica e poi centro per anziani, abbandonata da anni ma pronta a rinascere a nuova vita. L’11 ottobre del 2008 la Fondazione apre le sue porte alla collettività con una mostra dedicata al pittore Lorenzo Delleani, noto paesaggista biellese, e alla sua scuola, di cui faceva parte Sofia di Bricherasio, ultima proprietaria del Castello di Miradolo, nonché ultima erede della nota famiglia piemontese. Con questo progetto espositivo, fortemente voluto dal Presidente della Provincia Vincenzo Saitta, si avviava un percorso di promozione della cultura e valorizzazione della ricchezza storico-artistica del territorio pinerolese, che oggi prosegue anche in altre forme.
 
La Fondazione collabora in sodalizio con il progetto artistico Avant-dernière pensée. In che modo? Qual è il progetto che si ricorda con più emozione?
Paola Eynard: Dal 2009 le nostre mostre sono sempre state accompagnate da un’inedita colonna sonora creata ad hoc dal progetto artistico Avant-dernière pensée. Il collettivo, in residenza permanente presso il Castello di Miradolo da allora, attiva percorsi di sperimentazione artistico-musicale per il pubblico, in cui discipline diverse si incontrano mediate dalle nuove tecnologie a creare eventi performativi unici.
Sicuramente nell’ambito della collaborazione con Avant-dernière pensée uno dei concerti che più mi ha emozionata è stato MUSIC FOR 18 MUSICIANS di Steve Reich, il 21 giugno del 2016, non solo nella tradizionale versione serale ma soprattutto in quella notturna, aspettando l’alba. In questo caso la partitura è stata riscritta ad hoc per essere ascoltata soltanto in cuffia, passeggiando nel silenzio della sera, nel parco o scegliendo un punto nel quale fermarsi, sedersi o sdraiarsi su coperte appositamente dislocate. Musica e natura erano indissolubilmente legate in un’esperienza immersiva e multisensoriale: nella radura di alberi secolari, il pubblico ha potuto muoversi tra i musicisti, collocati in punti diversi del sottobosco, e fruire della grande installazione video, che procedeva parallelamente ed era sincronizzata all’esecuzione, raccontando una natura fatta di mare, di vento, di rocce e piante mediterranee.
Dalle ultime ricerche di Avant-dernière pensée è nato, inoltre, il progetto Da un metro in giù, uno spazio di gioco che si colloca al di sotto dell’opera d’arte, nato per i bambini, ma apprezzato anche dagli adulti, nell’ottica di fruire in maniera diversa dello spazio espositivo. La proposta didattica è stata notata dalla Regione Piemonte che ci ha selezionato all’interno del Bando Hangar Point ed ora siamo affiancati da professionisti di diversi settori per consolidare il progetto e per valutare come divulgarlo nel modo migliore. Ci piacerebbe, magari in primavera, tentare di applicare Da un metro in giù anche alla natura, nel Parco, e in questo senso stiamo lavorando anche ad una nuova proposta, declinata ovviamente per le quattro stagioni dell’anno.

Quali sono le attività di cui la Fondazione si occupa? Quali le sue linee guida?
MLC: Tra le attività svolte, una delle più considerevoli sin dalla nascita è quella espositiva, associata ad un’inedita proposta musicale. I progetti delle mostre sono sempre stati caratterizzati da un’impronta sperimentale e di ricerca: dall’Antico Egitto, all’arte rinascimentale e barocca, dalla pittura del Novecento, ai grandi maestri come Tiziano, Caravaggio, Lotto, Tiepolo, Beato Angelico, così come per gli artisti che si sono distinti per la loro rivoluzionaria visione della natura e dell’arte come Pietro Porcinai, Fausto Melotti, Luigi Spazzapan. Gli allestimenti si sono sviluppati a partire da letture inedite e prospettive multidisciplinari, performative e musicali, grazie anche ai magnifici interventi neo-tecnologici di Avant-dernière pensée. Numerosi sono stati infatti i concerti plasmati sugli spazi dell’antica dimora, itineranti e coinvolgenti, per sperimentare inedite forme espressive in cui il pubblico è posto al centro della scena, che ogni anno si realizzano in due momenti precisi: d’estate, il 21 giugno, e d’inverno il 25 dicembre, la sera di Natale.
 
PE: Anche la natura ha un posto di rilievo nell’ambito della progettualità della Fondazione.
Considerando che è raro ricevere una vera e propria educazione alla natura, ovvero al saper cogliere le sue forme, i suoi colori e le sue stagionalità, noi vorremmo proprio avvicinare la comunità ad essa, invitando tutti ad entrare in contatto con la sua essenza. Quindi, grazie alle grandi potenzialità del Castello di Miradolo e del suo Parco ci impegniamo quotidianamente a sensibilizzare grandi e piccini. Invito al Parco è un importante progetto di valorizzazione nato nel 2017, con il contributo di Compagnia di San Paolo, a celebrare i primi 10 anni di lavoro della Fondazione Cosso impegnata a salvare il giardino dall’abbandono. In questo ambito la Fondazione propone ai visitatori laboratori didattici, percorsi di approfondimento, presentazioni di libri ed un audio racconto stagionale in cuffia, da noi realizzato, per presentare loro la bellezza della natura, nelle quattro stagioni dell’anno, gli alberi centenari e le antiche collezioni botaniche del parco. Di fatto sono quattro racconti, che in ciascuna stagione dell’anno accompagnano il visitatore in un percorso emozionale.
Il prossimo obiettivo è quello di realizzare un racconto in cuffia dedicato ai più piccoli magari scegliendo come protagonista un riccio o uno scoiattolo che raccontano una storia….
Esistono già due pubblicazioni che presentano il Castello di Miradolo ed il suo Parco ai bimbi dai 3 ai 10 anni con due testimonial d’eccezione Cipria, il leprottino, e Nocciolino, lo scoiattolo, che li coinvolgono nel percorso di visita.
 
In che modo la Fondazione affronta i temi della didattica e della formazione e i progetti ad impatto sociale?
PE: La Fondazione si impegna inoltre nell’ambito della didattica e della formazione per permettere ai più piccoli, ai giovani e alle loro famiglie di conoscere l’arte e la natura attraverso le potenzialità delle nuove tecnologie. Inoltre, tirocini formativi e di orientamento per studenti sono attivati tutto l’anno con Università e scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado.
In particolare, agli studenti degli Istituti di Formazione Superiore è dedicato il Progetto Ulisse – Le professioni dell’arte; si tratta di un percorso di approfondimento e conoscenza delle maestranze dell’arte, che la Fondazione Cosso e Avant-dernière pensée offrono ai ragazzi nell’ambito delle proposte di Alternanza Scuola-Lavoro. Da ottobre a marzo gli studenti lavorano alla produzione dei progetti multidisciplinari della Fondazione, occupandosi non solo di arte, ma anche avvicinandosi alle urgenze che la società ci prospetta.
Questo perché accanto alla didattica ed alla formazione la Fondazione ospita, negli spazi del Castello di Miradolo e del suo Parco, percorsi appositamente pensati per persone affette da diversi tipi di fragilità, come l’autismo, l’Alzheimer, la sclerosi multipla, ospiti di Centri Diurni e Cooperative. Le attività e gli incontri sono guidati da operatrici specializzate, spesso in collaborazione con strutture sanitarie e ospedaliere. Tra gli altri collaboriamo a stretto contatto con il Coordinamento Opere Valli della Diaconia Valdese e il Rifugio Re Carlo Alberto per persone affette da Alzheimer, nell’intento di fornire loro maggiori opportunità per affrontare il disagio psico-fisico della malattia e vivere una quotidianità più serena, migliorando anche la qualità dei servizi della comunità. In questo senso il progetto prevede di coinvolgere vari soggetti del territorio per formarli all’accoglienza, facilitando alcuni piccoli cambiamenti, siano essi ambientali, architettonici o di comunicazione.
Dal 2009 la Fondazione partecipa inoltre al Progetto SM: Stare Meglio, avviato con la collaborazione del Dipartimento di Psicologia dell’Università degli Studi di Torino e il CRESM- Centro di Riferimento Regionale Sclerosi Multipla dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Luigi Gonzaga di Orbassano. Si tratta di un progetto innovativo per promuovere il benessere e la qualità di vita delle persone con sclerosi multipla, rivolto in particolare a tutti coloro che stanno vivendo il periodo, particolarmente critico, che segue la diagnosi. Il Castello di Miradolo è il luogo che ospita questi incontri di cura e confronto psicologico.
 
Quali gli obiettivi della Fondazione?
MLC: Certamente, uno dei principali scopi della Fondazione Cosso è quello di consolidare il ruolo del Castello di Miradolo quale polo culturale del territorio, con l’intenzione di renderlo, nel tempo, pienamente accessibile al pubblico e di restituirgli l’antica funzione di laboratorio di idee, che tra Ottocento e Novecento la Contessa Sofia Cacherano di Bricherasio, antica proprietaria della storica dimora, aveva saputo creare intorno a sé. Ritengo che questo sia possibile sostenendo i giovani e aiutandoli a costruire il nostro domani attraverso la cultura.
 
Quali sono i circuiti culturali a cui la Fondazione aderisce?
MLC: La Fondazione Cosso con il Castello di Miradolo è tra i Musei family & kids friendly del circuito Nati con la Cultura promosso da Abbonamento Musei, Fondazione Medicina a Misura di Donna  e Osservatorio Culturale del Piemonte. Negli spazi del Castello vengono periodicamente attivati laboratori per famiglie con bimbi da 0 a 3 anni e presso l’Ospedale Sant’Anna nel Dipartimento di Discipline Ginecologiche e Ostetriche è stato installato un video che presenta la nostra realtà in uno scambio reciproco del “prendersi cura”.
Inoltre, grazie al Parco secolare del Castello di Miradolo la Fondazione fa parte di Grandi Giardini Italiani una rete di oltre 120 giardini visitabili in 12 regioni italiane, con l’aggiunta del Canton Ticino. L’ente comprende giardini d’epoca rinascimentale, barocchi e moderni: cinquecento anni di design e storia dell’arte dei giardini e del paesaggio, un patrimonio artistico e botanico unico al mondo.
Per la sua collocazione in una dimora storica appartenuta a figure rilevanti in ambito socio-culturale come Sofia ed Emanuele Cacherano di Bricherasio, la Fondazione Cosso è anche partner del circuito Associazione Case della Memoria. L’Associazione nasce nel 2005 per mettere in rete le dimore di quei personaggi che con la loro vita e le loro opere hanno influenzato in modo significativo la storia dei luoghi in cui hanno vissuto, modificandone la realtà culturale, economica e antropologica.
 
Cosa provate oggi a distanza di 10 anni dall’inizio di questa esperienza e quali sono i risultati raggiunti?
PE: Siamo molto contente. Questi sono stati anni di grande lavoro, di passione, amore e dedizione per la cultura con l’obiettivo di restituire il Castello di Miradolo al suo territorio…
I numeri non sono tutto ma aiutano a capire l’attività realizzata in questi anni… 20 grandi mostre, 22 concerti, 1269 opere esposte, 2400 pennarelli utilizzati per i laboratori didattici, 1000 metri cubi di rami secchi e rovi rimossi, 800 metri quadri di intonaci e decorazioni delle facciate restaurati, 250 metri quadri di cornici in cotto consolidate, 400 metri quadri di pavimenti lignei recuperati o ricollocati in opera, 1960 metri quadri di volte e pareti decorate restaurate, 118 km di cavi elettrici utilizzati, 15 km di cavi posati per le performance musicali, 1500 metri quadri di tetti recuperati, 10.000 le sedie collocate e ricollocate per ospitare il pubblico per gli eventi in programma, 200.000 i visitatori che hanno partecipato alle attività della Fondazione, 3650 i giorni di lavoro complessivi…
Per noi, tutto questo è stato anche un esperimento nonché un lavoro di squadra e un percorso di confronto continui. Da sempre abbiamo cercato di utilizzare linguaggi diversi, in sinergia con tutte le “anime” che costituiscono la Fondazione. Abbiamo ricevuto innumerevoli riscontri positivi per ciascuna delle attività proposte. Il pubblico commenta con entusiasmo il luogo e le sue risorse e questo ci fa davvero piacere perché significa che ciò che si è fatto è stato compreso e apprezzato e si trasforma per noi in nuova energia da spendere in questo “mirabolante” progetto.
 
Progettualità future?
PE: Continuare a “sperimentare” la promozione della cultura e la ricerca all’innovazione sociale a partire dai giovani.
 
La Fondazione Cosso è un modello culturale virtuoso in cui ricerca e innovazione s’incontrano a favore della bellezza e del cambiamento sociale. Inclusione e sperimentazione, storia e futuro, sono le parole che risuonano nel Castello di Miradolo e nel suo Parco, accogliendo il visitatore in un percorso sinestetico che emoziona e invita a nuove visioni.

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