Grande giorno per Bologna: apre l’opificio Golinelli
«Con l’apertura dell’Opificio si realizza il mio sogno di investire nel futuro dei giovani: un’iniziativa concreta per prepararsi a vivere in un mondo diverso, globale, complesso, imprevedibile». Con queste parole Marino Golinelli aveva presentato nello scorso mese di luglio il suo ambizioso progetto che oggi si realizza.
Con una inaugurazione lunga due giorni (sabato 3 e domenica 4 ottobre) apre infatti le sue porte a Bologna, in Via Paolo Nanni Costa, l’Opificio Golinelli, la nuova cittadella dell’opus facere, per la conoscenza e la cultura, voluta dall’imprenditore farmaceutico fondatore dell’Alfa Wassermann (oggi Alfa Sigma, con 2.800 dipendenti ed un miliardo di euro di fatturato), con un investimento complessivo di 12 milioni di euro e realizzato dalla sua Fondazione recuperando e riqualificando una zona industriale dismessa nella periferia occidentale della città (un’area di 9.000 mq., occupata fino al 2008 dalla Società Fonderie Sabiem). Un modello culturale che ne fa un centro di rilevanza nazionale e internazionale.
Ma il filantropo e mecenate bolognese dall’alto dei suoi 95 anni guarda ancora lontano. Aumenterà il patrimonio della sua Fondazione (l’unica in Italia sul modello anglosassone, privata e filantropica, non emanazione dell’azienda e nemmeno sussidiaria rispetto alle istituzioni) apportando altri 30 milioni di euro (oltre agli attuali 51) per sostenere, nei prossimi 50 anni, il nuovo progetto “Opus 2065”: un programma a lungo termine di educazione, formazione e preparazione scientifica e imprenditoriale voluto da Golinelli (“cultura significa sviluppo per tutto il Paese”) per “dare alle giovani generazioni una cassetta degli attrezzi adeguata”. Già oggi i programmi e i corsi della Fondazione coprono un ampio spettro formativo (con un investimento annuo di 2,5 milioni): dalla “Scuola delle idee” per bambini dai 18 mesi fino ai 13 anni, al “Giardino delle Imprese” per giovani aspiranti imprenditori con finanziamenti alle idee migliori per start up, fino ai progetti dedicati agli insegnanti sul modello di esperienze americane. E “la coerenza delle azioni progettate prima e realizzate poi dalla Fondazione rispetto alla visione e agli obiettivi stabiliti” verrà affidata ad un Trust che vigilerà e valuterà nel tempo.
Non a caso l’intenso programma di appuntamenti che caratterizza l’agenda delle due giornate - con incontri, eventi musica, immagini, laboratori e attività per grandi e piccoli – si apre nella mattinata di sabato 3 ottobre con un evento dedicato al mondo della scuola, interlocutore privilegiato delle attività della Fondazione Golinelli. Vengono presentati i nuovi contenuti di “Educare a Educare”, l’area progettuale dedicata all’aggiornamento e alla formazione permanente degli insegnanti di ogni ordine e grado per la costruzione di una nuova didattica in classe e laboratorio. Presentazione arricchita da due lezioni inaugurali di studiosi prestigiosi: “Punti di forza della scuola italiana” del linguista Tullio De Mauro, professore emerito di Linguistica generale, esperto di didattica e modelli di apprendimento; “Il giro del mondo alla scoperta di buone pratiche di insegnamento e apprendimento” del comunicatore britannico Graham Brown-Martin, fondatore di Learning Without Frontiers, il summit sull’apprendimento digitale.
Nel pomeriggio la cerimonia inaugurale con autorità e personalità locali e nazionali, il taglio del nastro e la visita agli spazi e alle strutture. A conclusione della prima giornata di inaugurazione le pareti dell’Opificio diventano schermi per le proiezioni video di racconti evocativi dei progetti della Fondazione Golinelli, realizzati dal gruppo bolognese di visual design Apparati Effimeri. Le architetture diventano al tempo stesso strumento e soggetto delle proiezioni. Ogni animazione architetturale è “site specific”, ideata appositamente per il luogo scelto, ricorrendo a una combinazione di luci e di musiche, concepite per collegarsi con i tratti culturali e architettonici del luogo, creando suggestivi movimenti scenografici che puntano al coinvolgimento, sul piano simbolico ed estetico, dei partecipanti all’evento.
La seconda giornata dell’Opificio Golinelli, domenica 4, offre alla città laboratori, attività interattive (ad es. sulle forme di energia rinnovabile e sulla sostenibilità ambientale) dedicati a tutti, grandi e piccoli, dimostrazioni ed esperimenti scientifici, video di mostre realizzate dalla Fondazione Golinelli (Antroposfera, Happy Tech, Da Zero a Cento, Benzine, Gola, Gradi di libertà). Per concludersi con il concerto del Quintetto Papageno, un ensemble di musicisti con esperienze professionali nelle maggiori orchestre europee (in particolare due orchestre fondate da Claudio Abbado come l’Orchestra Mozart e la Gustav Mahler Youth Orchestra) con una produzione musicale caratterizzata da un repertorio nuovo con contaminazioni stimolanti tra musica colta e tradizioni popolari.
Una contaminazione che quasi simbolicamente rappresenta su un altro versante la missione della Fondazione e d’ora in avanti dell’Opificio Golinelli: collegare la cultura scientifica con la cultura umanistica e lo sviluppo della conoscenza portando negli ampi spazi in cui si possono coinvolgere soprattutto i giovani interessati alla ricerca ciò che finora era chiuso nelle stanze degli specialisti. «Ho voluto creare – disse tempo fa Marino Golinelli presentando il progetto- un luogo fisico dove i ragazzi possono costruirsi i valori etici del lavoro, dello studio, della responsabilità sociale e civile, annullando i timori del futuro e ricevendo una istruzione sia per ciò che attiene ai problemi del lavoro, sia per imparare ad affrontare in modo consapevole il proprio “perché” della vita. L’Opificio sarà un luogo di libertà, di mente aperta; un acceleratore della società verso il futuro.»