GOLINELLI: BOLOGNA MODERN E UN TRUST PER IL TEATRO COMUNALE
Un contributo a tutta la città. Periferie e centro hanno bisogno di una visione condivisa e di un’azione programmatica di lungo periodo. “Contestualmente alla donazione economica, abbiamo promosso la creazione di un Trust (di diritto inglese), ora nelle disponibilità del Teatro, che riteniamo possa essere in futuro un valido strumento di raccolta fondi per altre importanti iniziative del Teatro Comunale». Il Trust, come dice Marino Golinelli, 96 anni da poco compiuti, è una cassaforte di cristallo
«Per noi è doveroso sostenere la cultura in genere, in questo caso la musica. Siamo convinti che le arti siano strumenti fondamentali per l’educazione, la formazione e la crescita degli uomini e delle donne a tutte le età, a tutte le latitudini, in tutte le culture».
Con queste parole e una efficace sintesi Marino e Paola Golinelli per la Fondazione Golinelli hanno presentato le nuove iniziative su cui si è indirizzato il loro contributo, che nel corso degli anni a Bologna si è sviluppato soprattutto negli ambiti e nelle interrelazioni dell’arte della scienza e della formazione dei giovani. Oggi il loro dinamico e innovativo mecenatismo e l’impegno verso la città si allarga all’arte della musica.
E così nasce l’intervento a supporto della Fondazione Teatro Comunale di Bologna: restyling della platea nella storica sala del Bibiena, completamente rinnovata grazie al personale contributo (270.000 euro) di Marino e Paola Golinelli; nuova camera acustica e avanzatissimi sistemi di amplificazione e diffusione grazie ad Alfa Wassermann; Bologna Modern (anche qui con un contributo personale di 20.000 euro), il festival della musica contemporanea che, attraverso la collaborazione tra Teatro Comunale e Fondazione Musica Insieme, dal 14 al 23 ottobre per la prima volta ha portato a Bologna, dichiarata dall'UNESCO «Città creativa della Musica» le nuove esperienze musicali, analogamente ad altre importanti città europee, come ad esempio Vienna. Il cartellone propone pagine sinfoniche dei più celebri compositori di oggi, da Sciarrino a Rihm, alcune prime italiane e anche quattro brani in prima assoluta, concerti jazz e di popular music; in programma anche un’opera multimediale e una serie di eventi collaterali.
Ma la maggiore e più interessante novità è la strumentazione scelta dai Golinelli per articolare il contributo. «Abbiamo deciso – sono le loro parole - di intraprendere questo sostegno attraverso una forma particolare. Contestualmente alla donazione economica, infatti, abbiamo promosso la creazione di un Trust (di diritto inglese), ora nelle disponibilità del Teatro, che riteniamo possa essere in futuro un valido strumento di raccolta fondi per altre importanti iniziative del Teatro Comunale.»
Il Trust, come dice Golinelli, 96 anni da poco compiuti, è una cassaforte di cristallo, uno strumento sotto il diretto controllo del Teatro Comunale con il quale sarà possibile raccogliere fondi da istituzioni pubbliche e private e da singoli cittadini. La donazione, oltre a essere trasparente e rendicontabile, sarà vincolata allo scopo specifico stabilito. In questo modo la gestione amministrativa sarà più semplice e veloce poiché ogni attività farà capo al Trust, senza interventi burocratici.
Idealmente collegandosi all’auspicio ad una collaborazione sempre più strategica tra pubblico e privato in ambito culturale, attraverso un dialogo diffuso sul territorio tra le istituzioni, le biblioteche, i musei, le fondazioni e gli operatori, riprendendo anche le indicazioni – che Golinelli ha voluto richiamare - del nuovo programma di mandato recentemente illustrato dal Sindaco di Bologna.
Per i Golinelli meritoriamente la cultura è un fondamentale elemento di “rammendo e di nuova tessitura di una comunità”, uno strumento per mettere in rapporto i differenti luoghi della città, per una rinnovata socialità che contrasti efficacemente disuguaglianze e degrado.
«Il nostro contributo personale al Teatro Comunale è dunque da intendersi in senso più ampio: nelle nostre intenzioni è un contributo a tutta la città. Sia le periferie sia il centro hanno bisogno di una visione condivisa e di un’azione programmatica di lungo periodo.»
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