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Giochi fotografici

  • Pubblicato il: 20/04/2012 - 09:06
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Daniela Vartolo
Wong Hoy Cheong

Venezia. «Doppio gioco. L’ambiguità dell’immagine fotografica» è il titolo della mostra che la Fondazione Bevilacqua La Masa ospita dal 5 aprile al 24 giugno, raccogliendo 49 fotografie, 9 video e un’installazione di artisti internazionali della collezione di fotografia contemporanea della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
L’esposizione, curata da Filippo Maggia, offre un approccio ironico, ma mai superficiale, che accomuna le ricerche di questi artisti, un esempio di come l’arte possa contribuire alla crescita individuale e alla maturazione collettiva. Il polacco Zbigniew Libera documenta con una serie fotografica presentata come un manuale d’istruzioni ciò che si può costruire con i mattoncini Lego, ossia un campo di concentramento di ultima generazione che destabilizza e disorienta, unendo il concetto di gioco, ossia di leggerezza, a quello di tragedia; nel film del turco Fikret Atay bambini giocano a pallone per strada in una difficile zona di confine; Iosif Király immortala alcune persone che posano sulla statua abbattuta e abbandonata di Lenin in una remota campagna fuori Bucarest mentre una tragica ilarità suscita l’Hitler interpretato dal giapponese Yasumasa Morimura nella sua trasposizione de «Il Grande Dittatore» di Charlie Chaplin. Gioco che si tramuta in tristezza anche nelle immagini degli artisti africani quali Philip Kwame Apagya, Samuel Fosso e Goddy Leye. Il taiwanese Hung-Chih Peng regala agli occhi di un cane la possibilità-responsabilità di mostrarci il mondo da una diversa propspettiva, rovesciando la relazione uomo-animale; anche le donne in mostra (Anetta Mona Chisa, Lucia Tkácová e Priyanka Dasgupta) «giocano» in questo contesto con il corpo femminile, discutendo in modo ironico sul loro ruolo, evidenziando i tanti stereotipi e le costrizioni comportamentali a cui ancora oggi le donne sono legate.

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da Il Giornale dell'Arte numero 319, aprile 2012