Distretti culturali: dalla teoria alla pratica
Nonostante il dibattito inerente la valorizzazione del patrimonio culturale italiano ed il suo potenziale in termini di sviluppo economico e sociale sia da molti anni al centro di studi e politiche per il territorio, la percezione generale è di un’estrema difficoltà riscontrata nel trasferire studi e teorie a piani di gestione concreti, realmente attuati e di successo.
Il recente volume dedicato al progetto «Distretti Culturali: dalla teoria alla pratica» della Fondazione Cariplo , analizza il ruolo fondamentale della sperimentazione per processi d'innovazione sociale realizzati attraverso una vera e propria progettazione sul campo: la creazione di sei distretti culturali lombardi, un investimento di oltre 20 milioni di euro in quasi cinque anni. E’ il modello d’intervento con il quale la Fondazione Cariplo, da sempre finanziatore a fondo perduto, ha deciso di assumere un ruolo maggiormente operativo, occupandosi per la prima volta dell'ideazione, realizzazione e valutazione dell’intero processo di sperimentazione. L’obiettivo: inaugurare nuovi modelli di policy making di successo da condurre con le amministrazioni, organizzazioni territoriali e alla comunità scientifica.
Questo importante passaggio «dalla teoria alla pratica», prende forma nel testo curato da Gian Paolo Barbetta, Marco Cammelli e Stefano Della Torre attraverso una ricostruzione dettagliata della creazione dei sei distretti culturali che mette in evidenza le strategie intraprese, gli ostacoli incontrati e i punti di forza e debolezza di una sperimentazione nata dalla volontà di adottare una diversa prospettiva di osservazione e intervento.
Dopo una premessa che evidenzia la volontà di abbandonare definitivamente il modello cultural fruitivo in favore di una lettura dei processi di conservazione e consumo culturale in un'ottica integrata di valorizzazione, ampio spazio è dedicato alla riflessione teorica relativa ai distretti culturali: dalla riscoperta della dimensione territoriale locale degli anni '70 e nascita dei primi distretti industriali, alla loro crisi con l'avvento della globalizzazione. Proprio le discontinuità e continuità tra distretti industriali e culturali, aprono la strada ai schemi interpretativi di distretto individuati attraverso gli importanti contributi di Pietro A. Valentino, Pier Luigi Sacco e il compianto Walter Santagata.
Il quadro è integrato da un'analisi che ripercorre le strategie economico-legislative di valorizzazione dei beni e delle attività culturali dagli anni '60 ad oggi.
Ciò che rende questo testo particolarmente efficace è la struttura operativa presentata accanto ai modelli teorici evidenziati, con la progettazione a lungo termine descritta in tutte le sue fasi: dalla definizione degli obiettivi e analisi esplorative preliminari, alla selezione dei territori attraverso un'indagine conoscitiva e relativa metodologia, dai bandi per l’assegnazione degli studi di fattibilità, fino alla vera e propria realizzazione dei sei distretti lombardi individuati (Distretto della provincia di Cremona, Distretto della Provincia di Monza e Brianza, Distretto Culturale della Valle Camonica, Distretto dell'Oltrepò Mantovano, Distretto della Valtellina e delle Regge dei Gonzaga).
Sebbene questi numerosi dettagli tecnici chiariscano l'esigenza di un'attenta e precisa progettazione, aspetti come la condivisione degli obiettivi, identificazione e consapevolezza della comunità locale, capacità di networking da parte di tutti gli attori, apertura verso nuove forme di espressione culturale, e la presenza attiva delle istituzioni educative e amministrative territoriali in termini di coordinazione e disponibilità, rimangono elementi di primo piano.
La strategia adottata non è dunque rivolta all’applicazione di modelli distrettuali dall'alto, ma, facendo tesoro delle passate esperienze, alla capacità di dialogare con il territorio, rispettando le sue caratteristiche e inclinazioni, stimolando la partecipazione attiva e qualificando il valore dell'elemento culturale e creativo di queste iniziative quale motore primario di un sistema di relazioni e di processi molto più articolato.
Se i risultati effettivi degli interventi sul patrimonio tangibile e intangibile di questi luoghi saranno visibili solo nel lungo periodo, l'esperienza dei distretti culturali per la Fondazione Cariplo può già ritenersi positiva e generativa. Le molte lezioni condivise nel testo servono a ricordare che spesso ciò di cui facciamo esperienza diretta durante il processo sperimentale è una forma di ricchezza pari ai risultati stessi. Un contributo di valore in un Paese dove le politiche culturali sembrano troppo spesso rimanere sulla carta, distanti dai suoi principali destinatari: il nostro meraviglioso patrimonio e la società intera.
Distretti Culturali: dalla teoria alla pratica, A cura di Barbetta G.P., Cammelli M., Della Torre S., il Mulino edizioni, 2013.
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Elena Lombardo è dottoranda in Economics, management and communication for creativity all'Università IULM di Milano