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DA LUBEC CINQUE PUNTI PROGRAMMATICI PER IL GOVERNO

  • Pubblicato il: 26/10/2015 - 11:50
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Redazione

Un Pentalogo per la Cultura dall’Art Bonus al Mezzogiorno, ecco le proposte di PromoPA

 
Lubec ha rappresentato anche quest’anno il punto di incontro del dibattito sulla Cultura. Una Cultura  intesa come elemento unificante di  tutte le linee strategiche di sviluppo, Cultura come asset fondamentale per lo sviluppo del nostro Paese e motore di innovazione per creare occupazione.  
 Come sottolinea Gaetano Scognamiglio, Presidente di PromoPA Fondazione organizzatore di Lubec, uno degli obiettivi programmatici di quest’anno era la trasmissione al Governo di cinque punti di programma per la Cultura: ”Abbiamo elaborato con il nostro Comitato Scientifico  un Pentalogo, ovvero 5 proposte importanti che vogliamo trasmettere alle autorità competenti. Sono proposte nate dal dibattito di questi giorni e che nascono per così dire dal basso, anche se in realtà vengono dalla platea di relatori qualificati ospiti dei convegni e dal lavoro del nostro Comitato Scientifico, riunito nei giorni successivi alla rassegna. Le 5 proposte che illustriamo definiscono interventi di settore costruttivi con i quali dialogheremo nelle prossime settimane con il Ministero”.
 
Il Pentalogo di Lubec è articolato e ben strutturato e si nutre degli elementi che hanno caratterizzato il corpus della Rassegna lucchese delle ultime due edizioni, come per esempio il tema della Buona Scuola che il Ministro Giannini presentò durante l’edizione del Decennale con l’iniziativa per le Scuole di “Adotta un Museo”, legata alla necessità di valorizzare il Capitale Umano, soprattutto nel Mezzogiorno, creando coscienza civica e culturale.
 
Altro tema centrale da sempre per Lubec è quello della Accessibilità 4all ai Beni Culturali, anche grazie all’utilizzo delle nuove tecnologie indossabili: anche su questo tema l’invito alla PA locale e centrale perché diventi motore reale di questo sviluppo attraverso gare e bandi che prevedano progetti che utilizzano la tecnologia al fine del risultato.
 
Ma il Pentalogo di Lubec stimola ancora le Istituzioni Centrali sul mantenimento dell’Art Bonus e sul suo ampliamento ai beni privati e a quelli ecclesiastici vincolati e sull’adozione del Piano Strategico della Cultura, come strumento principale di pianificazione degli interventi culturali degli enti locali anche attraverso la creazione di una Rete tra le Città.
 
La parola conclusiva a Francesca Velani, Direttore di Lubec: “Lubec è stata anche quest’anno la sede privilegiata di contatto e di lavoro tra Istituzioni, Aziende e mondo del Non Profit. Da questo confronto è nato il nostro Pentalogo che vuole generare consenso, dibattito e che può generare opportunità di lavoro per le tante Industrie Creative che stanno affermandosi nel campo dei beni culturali e della Cultura in genere. La Cultura deve permeare tutte le linee strategiche e noi stiamo incentivando la PA locale e centrale a far proprio il concetto che siamo passati dall’epoca dello spendere in Cultura a quello dell’investire in Cultura”
 
Sull’onda del forte dibattito e consenso sui temi affrontati da Lubec con il Pentalogo, il confronto aperto a Lucca si trasferisce adesso in modo programmatico sui tavoli del Mibact e del Miur.

 

  1. ART BONUS: è una delle riforme più apprezzate. Si auspica il mantenimento della detrazione del 65% anche nel 2017, la successiva stabilizzazione della misura e una idonea campagna di sensibilizzazione, anche nei confronti delle persone fisiche;
  2. è molto vasta e importante la platea di beni privati e di quelli ecclesiastici vincolati, che andrebbero comunque tutelati e il cui restauro/manutenzione potrebbe utilmente essere incentivato, valutando fra le seguenti possibili opzioni:
    • l'estensione  anche in misura ridotta dell'Art Bonus ;
    • il ripristino del contributo ai privati proprietari che effettuano lavori su beni culturali, anche ricorrendo ad appositi meccanismi di finanziamento, ad esempio tramite l’Istituto del Credito sportivo;
  3. per favorire l'integrazione tra politiche culturali, politiche economiche e di sviluppo locale, andrebbero orientate le amministrazioni locali ad adottare il piano strategico della cultura, quale strumento di pianificazione principale per la programmazione degli interventi culturali degli enti locali. In tal modo da un lato si potrebbero effettivamente cogliere le ricadute degli interventi culturali - oltre che sul turismo - sul piano socio urbanistico e sulla attrattività dei territori, dall'altro si orienterebbero le amministrazioni a concentrare le proprie risorse su progetti di medio-grandi dimensioni, evitando di sostenere microiniziative che possono essere realizzate da privati e infine si potrebbero programmare nuovi modelli di governance nelle politiche culturali, ridefinendo gli equilibri tra pubblico e privato profit e non profit;
  4. Il recente rapporto SVIMEZ segnala una forte crisi del capitale umano nel sud dell'Italia. Sarebbe fondamentale restituire alle nuove generazioni il lascito culturale e artistico della loro storia, anche a fini identitari. Fra l'altro è accertato (vedi i recenti studi di Jean Miguel Pire) che conoscenza del patrimonio artistico e coscienza civica vanno di pari passo. In questo quadro si sottolinea l'importanza di quanto previsto dalla legge 107/2015, sulla Buona Scuola,   per la conoscenza del patrimonio artistico locale, proponendo un progetto di  affiancamento scuola/museo ( la Scuola adotta un Museo)  ed iniziando dalle elementari il percorso didattico multidisplinare che restituisca alle opere il loro valore narrativo rispetto alla storia e l’identità, auspicando  a tal fine il coinvolgimento del volontariato, attraverso l'utilizzo della Magna carta del volontariato per i beni culturali;
  5. accessibilità “4all”, beni culturali e utilizzo dei supporti tecnologici: l’utilizzo di sistemi di comunicazione e divulgazione della conoscenza “for all” è tema fondamentale per la tutela e la valorizzazione del patrimonio, materiale e immateriale e per quello sviluppo dell’audience development, pilastro della programmazione europea in materia. PA locale e centrale sono i soggetti che possono trainare il reale farsi di questo sviluppo. Perché ciò si realizzi è tuttavia urgente un forte aggiornamento delle competenze nella committenza pubblica in particolare rispetto agli strumenti tecnologici utilizzabili, affinché l’obiettivo di valorizzazione/comunicazione possa essere raggiunto attraverso gare cui sottendono progetti che “piegano” la tecnologia al risultato e non viceversa.