Cultura al futuro
Due tavoli tematici dedicati a: “Partenariato pubblico-privato per lo sviluppo locale a base culturale” e “Territori e industrie creative: tools per lo sviluppo”.
Dalle indicazioni dei Colloqui internazionali di Ravelllo, l’originale modello laboratoriale di policy tra cultura e sviluppo promosso congiuntamente da Federculture e Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, emergono numerosi temi centrali per riconnettere le politiche culturali e le industrie creative ai processi di crescita economica e di coesione sociale
Roma, 24 ottobre 2015. Ravello Lab – Colloqui internazionali, il forum europeo su cultura e sviluppo promosso da Federculture e dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali,– arrivato alla decima edizione (Ravello, 22-24 ottobre 2015) ha concluso i suoi lavori presentando una prima sintesi delle ‘Raccomandazioni’ discusse in una tavola rotonda a cui hanno partecipato esponenti della Commissione Europea, operatori culturali e amministratori.
Il lavoro di analisi e proposta della community della cultura riunito a Ravello è stato presentato da Claudio Bocci, Direttore di Federculture e Consigliere delegato del Comitato Ravello Lab nella sessione conclusiva dei Colloqui Internazionali. Bocci ha sottolineato l’indicazione che giunge dal Laboratorio di porre la cultura al centro di un processo di pianificazione strategica e di progettazione integrata tra i diversi livelli istituzionali e tra pubblico e privato. Da questo nuovo metodo, a cui ci incoraggia anche la Commissione europea, è possibile derivare una nuova qualità dell’intervento pubblico in grado anche di favorire l’investimento dei privati. Da Bruxelles, peraltro, i più recenti orientamenti spingono le istituzioni a qualificare la nuova progettualità favorendo la partecipazione dei cittadini. Sulle stesse tematiche, peraltro, sono stati interessanti le esperienze internazionali presentate nel corso del Laboratorio dall’OCSE-Leed.
Il tema della progettazione integrata è stato uno degli assi centrali delle riflessioni di Ravello Lab, nella convinzione che solo superando frammentazioni e autorefenzialità sia possibile, sui territori, innescare quel processo di innovazione gestionale in grado di generare sviluppo, nella sua duplice declinazione di coesione sociale e di crescita economica, come dimostra Matera 2019. Per favorire l’approccio integrato al patrimonio culturale, infatti, sin dalle prime edizioni è stato approfondito il modello delle ‘capitali europee della cultura’ dalla cui esperienza il Sen. Alfonso Andria ha tratto spunto per presentare un disegno di legge sulle ‘Capitali italiane della cultura’ che è oggi legge dello Stato. A questo tema si collega strettamente quello del Fondo per la progettualità culturale proposto negli anni scorsi da Ravello Lab (divenuto anch’esso una proposta legislativa del Sen. Andria) ora istituito con decreto del Mibact, che destina 5,6 milioni di euro alle regioni del Mezzogiorno per favorire l’innalzamento della qualità progettuale dei territori con l’obiettivo di migliorare le condizioni di offerta e di fruizione del patrimonio culturale, in raccordo con l’attuazione della programmazione europea 2014-2020.
Nel corso del convegno conclusivo è intervenuto in videoconferenza Carlo Corazza, Capo Unità Industrie Creative dell’Unione Europea che ha ricordato come le filiere industriali legate alla cultura hanno costantemente contribuito alla competitività dell’economia europea più di qualsiasi altro comparto di attività e, pur essendo lontane dall’avere raggiunto il loro pieno potenziale, generano €558 miliardi di valore aggiunto (4,4% del PIL totale dell'UE) e coinvolgono 8,3 milioni lavoratori a tempo pieno (3,8% della forza lavoro totale di UE).Sul fronte dell’occupazione, inoltre,recenti ricerche europee hanno calcolato che il patrimonio culturale è in grado di generare 26,7 posti di lavoro indiretti per ogni occupato diretto nel settore.
Subito dopo, l’ intervento di Erminia Sciacchitano, della DG Cultura dell’Unione Europea, ha sottolineato la nuova centralità che la Commissione Juncker assegna alla industrie creative per la competitività dei territori e per la coesione sociale. A questo proposito, Sciacchitano ha ricordato la recente risoluzione del Parlamento europeo, rilasciata l’8 settembre scorso, ‘Verso un approccio integrato al patrimonio culturale europeo’ e le riflessioni del gruppo di lavoro della Commissione europea per la governance partecipativa del patrimonio culturale istituita nel novembre 2014.
I successivi interventi hanno confermato le indicazioni dell’Europa che è possibile rinvenire anche in alcune esperienza italiane d’eccellenza come il Giffoni Film Festival, i cui straordinari risultati in termini di ricadute economiche e di nuovo protagonismo della comunità locale, sono stati presentati dal direttore artistico Claudio Gubitosi.
An che il nuovo direttore del parco archeologico di Paestum, Gabriel Zuchtriegel, si è richiamato alle indicazioni europee affermando l’esigenza non più rinviabile che l’importante area archeologica da lui diretta sviluppi un percorso di valorizzazione intrecciandosi con tutte le risorse culturali ed identitarie presenti nel territorio
A questa esperienza si è riallacciato l’intervento del sociologo Aldo Bonomi, Direttore del Consorizio AAster, ricordando che, nella nuova fase centrata sull’economia della conoscenza, è necessario tenere insieme Smart City e Smart Land, al fine di collegare strettamente le politiche urbane con lo sviluppo dell’intero territorio per il cui fine cultura e creatività costituiscono un potente collante.
Per Pierpaolo Forte, Presidente della Fondazione Donnaregina-Museo Madre di Napoli e Consigliere del Comitato Ravello Lab, il nuovo approccio al percorso di valorizzazione e gestione del patrimonio culturale, anche immateriale, deve viaggiare di pari passo con un modalità innovative di partenariato pubblico-privato sempre più collaborative e cooperative, superando il rapporto ‘contropartuale’. Per Forte è necessaria una autonoma politica industriale della cultura che parta dall’offerta di conoscenza e si estenda a diverse filiere produttive 3.0 (design, prodotti multimediali, ecc) superando una visione della cultura trainata unicamente dal turismo.
I successivi interventi degli Assessori regionali della Regione Campania, Valeria Fascione e Amedeo Lepore sono partiti dalle prime conclusioni del lavoro svolto a Ravello Lab per confermare l’impostazione strategica della nuova Giunta regionale centrata sul sostegno alle industrie creative attraverso un’ampia gamma di strumenti (voucher, garanzie finanziarir, ecc.) per favorire la nascita e lo sviluppo di start-up innovative. Nella sua azione, l’Assessore all’innovazione Fascione intende promuovere in maniera diffusa su tutto il territorio spazi creativi e creative cluster (il primo a Pompei, strettamente legato alle straordinarie risorse archeologiche del sito Unesco) per alimentare “lo sviluppo di nuove idee che si trasformino in nuove imprese” aperte anche al mercato internazionale. Dal canto suo, l’Assessore alle attività produttive Lepore, ha sottolineato come la qualità, l’economia cognitiva, la conoscenza costituiscano nuove piattaforme per dare risposte anche a diffusi problemi sociali come i Neet (giovani che non studiano e non lavorano ma che, magari, hanno una forte familiarità con le tecnologie digitali). A tal fine, Lepore ha annunciato l’iniziativa ‘Crescere in digitale’, finalizzata a favorire un’utile contaminazione tra i giovani ‘smanettoni’ con il sistema delle imprese, specie quelle più tradizionali.
All’intervento dell’Assessore Lepore si è richiamato il Presidente di Federculture e dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Roberto Grossi, che ha segnalato la necessità di riconnettere l’intero sistema educativo al mondo della produzione creando ‘ponti’ che favoriscano scambi di esperienze e alternanza tra formazione e lavoro. In questo quadro sono utili “politiche attive che incentivino la produzione culturale come elemento dirimente nella relazione tra i luoghi della cultura e la qualità della vita dei cittadini”.
Nella sua conclusione, il Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e del Comitato Ravello Lab, Alfonso Andria, ha ricordato i risultati del convegno promosso in collaborazione con l’Unesco, ospitato nel quadro dei Colloqui Internazionali di Ravello e dedicato ad grandi rischi che corre il patrimonio culturale. “Tutela, valorizzazione e gestione – ha sottolineato Andria – sono fasi di un processo che deve necessariamente marciare insieme per garantire alle prossime generazioni la fruizione delle risorse culturali del nostro paese e dell’intero pianeta. L’approccio integrato e partecipato al patrimonio culturale, peraltro, è il solo che assicura la coesione sociale e la crescita economica dei territori”.Anche grazie all’apprezzamento manifestato da tutti i partecipanti al Laboratorio, Andria ha annunciato il nuovo progetto finalizzato a tenere in continuo contatto la community di Ravello Lab al fine di non disperdere l’enorme patrimonio di conoscenza e di esperienza di quanti, nel corso dei 10 anni che ci separano dalla prima edizione, hanno partecipato ai Colloqui Internazionali di Ravello.