Compie sedici anni e diventa Fondazione
Pesaro. Una nuova fondazione di partecipazione nel settore del contemporaneo. La Pescheria fa il salto e si da un nuovo veicolo giuridico, diventando Fondazione Pescheria-Centro Arti Visive. Le ragioni sono molteplici, in primis la crisi con la rigidità dei patti di stabilità, la necessità di maggiore flessibilità operativa e l’opportunità di coinvolgere i privati. «Nella Fondazione di Partecipazione —spiega al Resto del Carlino l’assessore alla Cultura di Pesaro Gloriana Gambini —, abbiamo individuato l’istituto giuridico di diritto privato che costituisce il nuovo modello italiano di gestione delle iniziative nel campo culturale e del non profit in genere; è lo strumento più idoneo a consentire di sviluppare e dare vita ad un soggetto pubblico-privato in cui enti ed istituzioni pubbliche, così come organizzazioni private e singoli cittadini possano entrare a far parte, con modalità diverse contribuendo a determinare gli indirizzi e le azioni della Fondazione, creando così le condizione per una sorta di “azionariato culturale diffuso”».
Si tratta di una svolta per l’istituzione e per la politica territoriale nell’arte contemporanea che dalle intenzioni ne uscirà rafforzata. Il nuovo consiglio di amministrazione avrà un massimo di 15 componenti ‘partecipanti sostenitori’ che dovranno garantire da 6.000 a 10.000 euro l’anno per tre anni per garantire una programmazione strategica. L’amministrazione comunale confermerà l’impegno di 70mila euro annui. «Questo — ha sottolineato il Presidente uscente Bertozzini — faciliterà il rapporto con gli sponsor e con tutti coloro che vorranno contribuire alla raccolta fondi in una prospettiva strategica di lungo periodo». La Gambini dichiara che l’obiettivo sarà avere un bilancio «composto per un terzo dai fondi del Comune, per un terzo dai ‘partecipanti sostenitori’ e per un terzo dall’azionariato culturale diffuso nella città». Confermata la guida di Ludovico Pratesi che sarà affiancato da un comitato scientifico di tre persone.
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