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Come vivere la Basilica Palladiana

  • Pubblicato il: 20/07/2012 - 10:33
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Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Lidia Panzeri
Rimontaggio del rivestimento in rame della Basilica Palladiana

Vicenza. «I vicentini considerano la Basilica Palladiana il monumento simbolo della città, ma la guardano dalla piazza senza vivere neppure il suo salone. Speriamo che con il completamento del restauro e la grande mostra inaugurale “Raffaello verso Picasso” quel meraviglioso spazio possa diventare un grnde laboratorio di cultura». L’auspicio è di Achille Variati, sindaco di Vicenza, al quale a metà luglio il direttore dei lavori Eugenio Vassallo riconsegnerà ufficialmente le chiavi del grande salone (52 metri di lunghezza e 25 di altezza). Il corpo centrale dell’edificio, di origine medievale, fu distrutto da un incendio e un secolo dopo la sua ricostruzione fu affidata a Palladio che aggiunse, alla copertura quattrocentesca a carena di nave del salone principale, le logge esterne di ordine dorico e ionico in pietra bianca di  Piovene. Il restauro in corso è iniziato nel gennaio del 2007 con un investimento di 14 milioni di euro, «puntuale e costante nelle diverse fasi», sottolinea lo stesso Vassallo, finanziato interamente dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza, Belluno e Ancona. I lavori sono stati svolti senza intoppi grazie a un’attenta programmazione del cantiere dalla Sacaim affiancata per l’impiantistica dalla Paolin. A premessa la campagna diagnostica che si avvaleva degli studi storici commissionati al Cisa Palladio. Il primo intervento ha riguardato il grande salone. La copertura, distrutta da una bomba incendiaria nel 1943-44, fu rifatta nel 1948 usando come materiale per i costoloni di sostegno il cemento, che dopo mezzo secolo erano a tal punto deteriorato da minacciare gravi dissesti statici. Intervento prioritario, dunque, smontare la copertura. I costoloni sono stati rifatti in legno lamellare, più elastici e quindi più adatti a sostenere eventuali sollecitazioni sismiche. 
Conservati, invece, gli originali tiranti dai quali pendono le aste in cui è stato inserito il sistema di illuminazione. Il pavimento è stato rimosso per inserirvi tutti gli impianti dopodiché è stato ripristinato il tipico terrazzo alla veneziana. Le pareti in mattoni conservano invece tutto il fascino antico, compresa la stratificazione degli interventi succedutisi nel tempo, con le varie appezzature di colore. Dopo il salone sono state restaurate le logge. Quelle esterne si presentavano in buono stato di conservazione dopo l’esemplare restauro effettuato negli anni ’70 a cura dell’Icr. Più degradate quelle interne, soprattutto a causa della patina nera. Unico imprevisto, ma di segno positivo, il ritrovamento di importanti reperti archeologici di epoca romana, compresi fabbricati e una strada. Per consentirne la visibilità si è proceduto anche al restauro, inizialmente non preventivato, della corte Pisani, integrandola nel sistema di quattro piazze che circonda la Basilica. L’interrogativo che si pone ora è come valorizzare un bene così prezioso. L’amministrazione comunale ha incaricato Pier Luigi Sacco, docente di Economia della cultura allo Iulm di Milano, di individuare le possibili funzioni sia di riqualificazione culturale sia di tipo commerciale.

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da Il Giornale dell'Arte numero 322, luglio 2012