Ascoltare, moltiplicare risorse
Autore/i:
Rubrica:
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di:
Roberta Bolelli
Poco più di un anno fa si è rinnovato il Consiglio d’Amministrazione della Fondazione CariLucca e dall’autunno scorso si sono messi in cantiere nuovi progetti. Dall’aprile 2017 la presiede Marcello Bertocchini. Ci confrontiamo con lui ai margini di LuBec - il Forum dei beni culturali che l’Ente supporta dagli esordi. “I nostri interventi, di sussidiarietà attiva, devono dar vita sempre più a realtà in grado di mettere a regime un processo virtuoso di produzione di benessere, cultura e ritorno economico. Come amo ripetere ultimamente una Fondazione come la nostra può rivelarsi molto ‹‹utile››, ma non deve configurarsi come ‹‹indispensabile››".
Lucca. Con il Giornale delle Fondazioni il Presidente della Fondazione CariLucca, Marcello Bertocchini - 66 anni, lucchese, con vasta esperienza nel mondo finanziario - già Responsabile dell’area Finanza e poi Direttore della Fondazione, dopo una lungo percorso manageriale nella Cassa di Risparmio di Lucca. Ci parla delle strategie e dei programmi futuri della nuova stagione dell’Ente, che ha preso avvio con il rinnovo dei vertici un anno fa. Un Ente riconosciuto come catalizzatore di promozione culturale e sociale che eroga, da cinque anni, circa 29 milioni di euro ogni anno, attestandosi ai primi posti nel rapporto tra risorse distribuite e dimensione (nonché popolazione) del territorio di riferimento, la provincia di Lucca.
Quali sono gli obiettivi al centro della vostra azione?
L’obiettivo proviene da un metodo: ascoltare il territorio e promuoverne lo sviluppo applicando il principio della sussidiarietà. Alcuni esempi: per l’edilizia scolastica nel 2013 la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha stanziato 20 milioni di euro attivando un bando specifico per promuovere interventi di messa in sicurezza, nuova funzionalizzazione e innovazione degli edifici scolastici che hanno interessato ben 58 istituti. Ulteriori 8,5 milioni di euro sono stati investiti per altri 28 interventi. Ed infine ulteriori 5 milioni di euro sono stati banditi per il recupero di altri istituti. In pratica tutta la rete scolastica del territorio a conclusione del progetto sarà stata interessata da un programma diffuso e ampio di riqualificazione ed edificazione.
Nel 2016 abbiamo dato vita ad un ente strumentale, denominato Fondazione per la Coesione Sociale particolarmente impegnata sui temi della disabilità e del ‹‹durante e dopo di noi››. Abbiamo raccolto la programmazione comunale, gli strumenti normativi regionali e i bisogni del territorio per apportare risorse all’housing sociale e ai conseguenti servizi.
E’ sempre con questo metodo che approcciamo i temi classici dei beni culturali e il sostegno ad eventi espositivi ed artistici che incrementano il valore sociale ed economico del territorio. Si pensi ad esempio al grande restauro delle Mura di Lucca: ad un tempo bene identitario della comunità lucchese, ma anche luogo della socialità e grande attrazione turistica.
Quali i prossimi sviluppi?
Come dicevo, ogni pianificazione sul medio-lungo periodo può essere costruita solo in seguito a una fase di ascolto. Una programmazione documentata ed articolata consente di integrare le risorse messe a disposizione da più fonti per convergere in modo ergonomico verso obiettivi sensibili per la crescita del territorio. Per questo fine stiamo potenziando numero e qualità degli strumenti di valutazione ex-ante ed ex-post per prevedere prima e analizzare poi l’impatto delle azioni poste in essere: investimenti, erogazioni e attività dirette dovrebbero condurre ad attività strutturali e all’attivazione di servizi e manifestazioni stabili in grado di radicarsi e crescere in qualità ed efficienza. La sfida è riuscire a capire a priori quale intervento possa arricchire in maniera significativa il capitale sociale di un territorio.
Sotto il profilo della gestione patrimoniale e degli investimenti la parola d’ordine è senza dubbio diversificazione. Una strategia che ci ha consentito di ottenere mediamente buoni risultati anche in una congiuntura storica, come è noto, poco favorevole ad investitori di lungo periodo e di crisi duratura e dai mutevoli aspetti e risvolti. Nonostante il contesto, la Fondazione ha comunque potuto erogare quanto previsto nei documenti di programmazione. L’ammontare degli interventi è determinato per ciascun anno sui risultati dell’anno precedente e reso compatibile con gli esiti della così detta analisi ALM – Asset and liability management - che dovrebbe garantire erogazioni compatibili con la conservazione del valore del patrimonio.
Come intendete sviluppare la collaborazione con altri soggetti pubblici e privati?
Ho già accennato all’importanza del dialogo con le istituzioni e la società civile del territorio: un metodo quindi di ‹‹sussidiarietà attiva››. Attuiamo un approccio propositivo e di continuo confronto, forti di quella capacità di ascolto del territorio che da anni ci caratterizza. Lo attesta il numero di protocolli ed intese firmati con le Amministrazioni Comunali, con la Regione, con la Provincia di Lucca per finanziare e talvolta condurre grazie alle abilità del settore tecnico della Fondazione la riqualificazione delle Mura di Lucca o della storica Pineta di Viareggio, in un quadro di assoluta collaborazione con gli enti.
Nei confronti del privato siamo invece impegnati in una forte campagna di sensibilizzazione rispetto alla necessità di un impegno sempre più forte di tutta la società, in tutte le sue componenti, per il benessere collettivo. Strumenti decisamente efficaci, come l’Art Bonus, cui la Fondazione stessa è ricorsa, possono diventare ulteriori moltiplicatori di risorse anche private da fare confluire all’interno di una sinergia utile tra pubblico, privato e per l’appunto Fondazioni bancarie. La coscienza che tutti devono concorrere e contribuire secondo le proprie possibilità per il bene comune deve essere sostenuta ed alimentata.
Quali gli effetti attesi?
Noi lavoriamo per la crescita culturale, sociale e economica del nostro territorio. In una parola per lo sviluppo. Quello che ci aspettiamo sono risultati sul medio-lungo periodo, che potremo misurare soprattutto valutando il grado di autonomia che le iniziative intraprese riescono a raggiungere. È il concetto di ‹‹vita futura››, di destinazione appropriata, di capacità di indipendenza.
I nostri interventi devono dar vita sempre più a realtà in grado di mettere a regime un processo virtuoso di produzione di benessere, cultura e ritorno economico. Come amo ripetere ultimamente una Fondazione come la nostra può rivelarsi molto ‹‹utile››, ma non deve configurarsi come ‹‹indispensabile››.
Nuove potenzialità per Lucca. Un grande impegno il vostro sui beni culturali. Dagli esordi sostenete LuBeC - il salone dei beni culturali. Ha messo in campo nuove energie? Come si sviluppa in questo ambito la vostra collaborazione?
Il contributo di LuBeC in questi anni è stato fondamentale per la definizione delle tematiche guida da approfondire e studiare sul tema degli interventi per la cultura: tecnologia, formazione, turismo, applicazioni, innovazione, normativa, accessibilità. LuBeC è un’ottima piattaforma di confronto dove confluiscono sia idee, che esperienze e da dove esperienze ed idee ripartono. Questo carattere concreto è a mio parere la cifra caratteristica del LuBeC e sul quale l’evento può e deve misurarsi per tracciare la propria presenza durante tutto l’anno, da un’edizione all’altra.
C’è già o volete realizzare un “Modello Lucca”?
La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha indicato in questi anni un cammino ben definito e ben pianificato, basato sulla programmazione, sulla definizione di strategie e su un’attenta auto-valutazione del proprio operato. In alcuni ambiti abbiamo sicuramente proposto soluzioni d’avanguardia, ma tutto questo è derivato dalla volontà di dare soluzioni a questioni che emergevano in maniera evidente come prioritarie. Se un modello Lucca esiste, ancor prima che i contenuti, mi preme sottolineare e concludere, è l’impostazione, il metodo a renderlo tale.
©Riproduzione riservata
Lucca. Con il Giornale delle Fondazioni il Presidente della Fondazione CariLucca, Marcello Bertocchini - 66 anni, lucchese, con vasta esperienza nel mondo finanziario - già Responsabile dell’area Finanza e poi Direttore della Fondazione, dopo una lungo percorso manageriale nella Cassa di Risparmio di Lucca. Ci parla delle strategie e dei programmi futuri della nuova stagione dell’Ente, che ha preso avvio con il rinnovo dei vertici un anno fa. Un Ente riconosciuto come catalizzatore di promozione culturale e sociale che eroga, da cinque anni, circa 29 milioni di euro ogni anno, attestandosi ai primi posti nel rapporto tra risorse distribuite e dimensione (nonché popolazione) del territorio di riferimento, la provincia di Lucca.
Quali sono gli obiettivi al centro della vostra azione?
L’obiettivo proviene da un metodo: ascoltare il territorio e promuoverne lo sviluppo applicando il principio della sussidiarietà. Alcuni esempi: per l’edilizia scolastica nel 2013 la Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha stanziato 20 milioni di euro attivando un bando specifico per promuovere interventi di messa in sicurezza, nuova funzionalizzazione e innovazione degli edifici scolastici che hanno interessato ben 58 istituti. Ulteriori 8,5 milioni di euro sono stati investiti per altri 28 interventi. Ed infine ulteriori 5 milioni di euro sono stati banditi per il recupero di altri istituti. In pratica tutta la rete scolastica del territorio a conclusione del progetto sarà stata interessata da un programma diffuso e ampio di riqualificazione ed edificazione.
Nel 2016 abbiamo dato vita ad un ente strumentale, denominato Fondazione per la Coesione Sociale particolarmente impegnata sui temi della disabilità e del ‹‹durante e dopo di noi››. Abbiamo raccolto la programmazione comunale, gli strumenti normativi regionali e i bisogni del territorio per apportare risorse all’housing sociale e ai conseguenti servizi.
E’ sempre con questo metodo che approcciamo i temi classici dei beni culturali e il sostegno ad eventi espositivi ed artistici che incrementano il valore sociale ed economico del territorio. Si pensi ad esempio al grande restauro delle Mura di Lucca: ad un tempo bene identitario della comunità lucchese, ma anche luogo della socialità e grande attrazione turistica.
Quali i prossimi sviluppi?
Come dicevo, ogni pianificazione sul medio-lungo periodo può essere costruita solo in seguito a una fase di ascolto. Una programmazione documentata ed articolata consente di integrare le risorse messe a disposizione da più fonti per convergere in modo ergonomico verso obiettivi sensibili per la crescita del territorio. Per questo fine stiamo potenziando numero e qualità degli strumenti di valutazione ex-ante ed ex-post per prevedere prima e analizzare poi l’impatto delle azioni poste in essere: investimenti, erogazioni e attività dirette dovrebbero condurre ad attività strutturali e all’attivazione di servizi e manifestazioni stabili in grado di radicarsi e crescere in qualità ed efficienza. La sfida è riuscire a capire a priori quale intervento possa arricchire in maniera significativa il capitale sociale di un territorio.
Sotto il profilo della gestione patrimoniale e degli investimenti la parola d’ordine è senza dubbio diversificazione. Una strategia che ci ha consentito di ottenere mediamente buoni risultati anche in una congiuntura storica, come è noto, poco favorevole ad investitori di lungo periodo e di crisi duratura e dai mutevoli aspetti e risvolti. Nonostante il contesto, la Fondazione ha comunque potuto erogare quanto previsto nei documenti di programmazione. L’ammontare degli interventi è determinato per ciascun anno sui risultati dell’anno precedente e reso compatibile con gli esiti della così detta analisi ALM – Asset and liability management - che dovrebbe garantire erogazioni compatibili con la conservazione del valore del patrimonio.
Come intendete sviluppare la collaborazione con altri soggetti pubblici e privati?
Ho già accennato all’importanza del dialogo con le istituzioni e la società civile del territorio: un metodo quindi di ‹‹sussidiarietà attiva››. Attuiamo un approccio propositivo e di continuo confronto, forti di quella capacità di ascolto del territorio che da anni ci caratterizza. Lo attesta il numero di protocolli ed intese firmati con le Amministrazioni Comunali, con la Regione, con la Provincia di Lucca per finanziare e talvolta condurre grazie alle abilità del settore tecnico della Fondazione la riqualificazione delle Mura di Lucca o della storica Pineta di Viareggio, in un quadro di assoluta collaborazione con gli enti.
Nei confronti del privato siamo invece impegnati in una forte campagna di sensibilizzazione rispetto alla necessità di un impegno sempre più forte di tutta la società, in tutte le sue componenti, per il benessere collettivo. Strumenti decisamente efficaci, come l’Art Bonus, cui la Fondazione stessa è ricorsa, possono diventare ulteriori moltiplicatori di risorse anche private da fare confluire all’interno di una sinergia utile tra pubblico, privato e per l’appunto Fondazioni bancarie. La coscienza che tutti devono concorrere e contribuire secondo le proprie possibilità per il bene comune deve essere sostenuta ed alimentata.
Quali gli effetti attesi?
Noi lavoriamo per la crescita culturale, sociale e economica del nostro territorio. In una parola per lo sviluppo. Quello che ci aspettiamo sono risultati sul medio-lungo periodo, che potremo misurare soprattutto valutando il grado di autonomia che le iniziative intraprese riescono a raggiungere. È il concetto di ‹‹vita futura››, di destinazione appropriata, di capacità di indipendenza.
I nostri interventi devono dar vita sempre più a realtà in grado di mettere a regime un processo virtuoso di produzione di benessere, cultura e ritorno economico. Come amo ripetere ultimamente una Fondazione come la nostra può rivelarsi molto ‹‹utile››, ma non deve configurarsi come ‹‹indispensabile››.
Nuove potenzialità per Lucca. Un grande impegno il vostro sui beni culturali. Dagli esordi sostenete LuBeC - il salone dei beni culturali. Ha messo in campo nuove energie? Come si sviluppa in questo ambito la vostra collaborazione?
Il contributo di LuBeC in questi anni è stato fondamentale per la definizione delle tematiche guida da approfondire e studiare sul tema degli interventi per la cultura: tecnologia, formazione, turismo, applicazioni, innovazione, normativa, accessibilità. LuBeC è un’ottima piattaforma di confronto dove confluiscono sia idee, che esperienze e da dove esperienze ed idee ripartono. Questo carattere concreto è a mio parere la cifra caratteristica del LuBeC e sul quale l’evento può e deve misurarsi per tracciare la propria presenza durante tutto l’anno, da un’edizione all’altra.
C’è già o volete realizzare un “Modello Lucca”?
La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca ha indicato in questi anni un cammino ben definito e ben pianificato, basato sulla programmazione, sulla definizione di strategie e su un’attenta auto-valutazione del proprio operato. In alcuni ambiti abbiamo sicuramente proposto soluzioni d’avanguardia, ma tutto questo è derivato dalla volontà di dare soluzioni a questioni che emergevano in maniera evidente come prioritarie. Se un modello Lucca esiste, ancor prima che i contenuti, mi preme sottolineare e concludere, è l’impostazione, il metodo a renderlo tale.
©Riproduzione riservata