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Anomalie specchianti

  • Pubblicato il: 07/03/2014 - 07:53
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FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione

Cuneo. Lo scorsosabato, 1 marzo 2014, si è tenuto presso lo Spazio incontri 1855della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, l’incontro Anomalie specchianti. Geografie artistiche a confronto.
Condotto da Claudio Cravero, critico d’arte e curatore di LocalArt dal 2013, Anomalie specchianti ha visto alternarsi le voci di Gail Cochrane, direttore Fondazione Spinola Banna per l’Arte di Poirino (To); Mario Airò, artista, e Alice Bergomi, coordinatrice del master di Alta Formazione sull’Immagine Contemporanea della Fondazione Fotografia Modena (da quest’anno partner di LocalArt 2014).
Pivot dell’incontro è stato il sempre più attuale e dibattuto tema della formazione, declinato e sfumato a seconda delle modalità e dell’ormai plurima offerta.
Si può insegnare a «diventare» artisti quando per statuto l’arte non costituisce «norma», ma «scarto dalla norma»? E ancora, come la formazione post accademica può influire sulla carriera di un artista? Esistono scuole o percorsi accademici che legittimano l’artista all’interno del sistema?
Le posizioni sono diverse, come differenti sono i percorsi dei protagonisti dell’incontro. Mario Airò, nel lontano 1989, fonda con un gruppo di artisti usciti dalla scuola di Luciano Fabro lo spazio autogestito Via Lazzaro Palazzi. E, sempre a Milano, oltre alla tiratura del magazine Tiracorrendo, ben trent’anni anni più tardi dà vita a Penso con le mie ginocchia, laboratorio di produzione e ‘autoformazione’ per artisti. È uno «spazio che serve a fare spazio all’arte» – spiega Airò. Si tratta, dunque, di un luogo nel quale si può solo insegnare a ‘fare’ arte, ma soprattutto a rimettere al centro l’opera d’arte, la sua genesi, il suo senso e, non ultimo, la sua qualità.
Gail Cochrane, nella sua lunga esperienza di direzione della Fondazione Spinola Banna, ribadisce l’importanza della residenza non quale unica forma di alta formazione, ma tra le eccellenze che il panorama italiano e internazionale possa offrire  ad un artista emergente. Dal ‘Visiting professor’, o ‘Master (colui che segue il gruppo di  artisti-studenti nel periodo di residenza), si è passati negli ultimi anni – sottolinea Cochrane – a privilegiare  l’aspetto collettivo tipico del gruppo. Si tratta del ‘fare comunità’, una community spontanea e spesso temporanea nella quale ci si confronta in modo orizzontale e paritario. Poiché, dopotutto, si è sempre in fase di formazione e, poco alla volta, si annullano i confini tra artista ‘formatore’ e artista ‘formato’. Nella formazione, in sostanza, si tratta a tutti i livelli di fornire delle linee guida, delle chiavi di lettura per sapere ascoltare e interpretare il presente. Questo accade anche nel Master biennale di specializzazione della Fondazione per la Fotografia di Modena, diretta da Filippo Maggia, da quest’anno partner di LocalArt (tra i premi per i giovani artisti del cuneese, infatti, vi è il cofinanziamento di una borsa di studio di partecipazione al Master), Due anni è il programma stabilito dalla Fondazione di Modena per l’acquisizione non tanto di competenze tecniche, quanto per lo sviluppo e la costruzione di quegli strumenti che ogni giovane artista possiede (o dovrebbe possedere). Quei ‘tools’ per ricollocarsi di volta di volta, per sapere leggere il tempo che viviamo. E in ogni dove. Quando, infine, si arriva a vedere l’arte dove crediamo che essa sia.

ph: Stefano Venezia

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