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Addio a Michele D'Elia. Diresse l'Icr dal 1987 al 1991

  • Pubblicato il: 21/10/2012 - 14:40
Rubrica: 
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Articolo a cura di: 
Anna Saba Didonato
Michele D'Elia

Bari. Michele d’Elia è scomparso a Bari, il 15 ottobre, all’età di 84 anni, dopo aver condotto una vita al servizio della conoscenza, della tutela e della valorizzazione dell’arte apulo-lucana, e non solo. Nato a Grumo Appula nel 1928, studioso e storico dell’arte, inizia la sua carriera nel ’58 come conservatore della Pinacoteca Provinciale di Bari, sempre affiancato dalla moglie Pina Belli, compagna di studi e ricerche. Nel 1960 diventa ordinario presso la cattedra diStoria dell’Arte dell’Università di Bari, insegnando anche a Lecce, dal ’72 al ’78, Storia e Tecnica del Restauro. Dal 1977 al 1988 è soprintendente ai Beni artistici e storici della Basilicata, regione da lui molto amata e che lo ha visto in prima linea ad affrontare l’emergenza legata al terremoto dell’80. Un impegno che ha condotto efficacemente grazie a una capillare attività di catalogazione e inventariazione dei beni storico-artistici, da lui promossa in precedenza sul territorio, coinvolgendo associazioni e istituzioni locali.
Nel 1982 è eletto membro del Consiglio Nazionale dei Beni Culturali e, cinque anni più tardi, diventa direttore dell’Istituto Centrale del Restauro, impegnandosi nella progettazione dellaCarta del rischio, nata dal concetto di «restauro preventivo» di Cesare Brandi e strumento operativo per l’attuazione della «manutenzione preventiva e conservazione programmata» che ha inizio con Giovanni Urbani. Dal 1990 fa parte del Comitato per la Salvaguardia della Torre di Pisa.
Tra le sue ultime fatiche, l’impegno profuso nella direzione scientifica del restauro della Cripta del Peccato Originale, splendido esempio di arte altomedievale, collocata sul costone della gravina di Picciano a pochi chilometri da Matera, che nel 2008 gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Un importante intervento di tutela e valorizzazione realizzato grazie alla collaborazione tra Icr e Fondazione Zètema di Matera, di cui D’Elia è stato direttore scientifico a partire dal 1992. In tale occasione, è stato anche messo a punto un protocollo operativo che delinea una «metodologia di ricerca, di studio, di analisi e di lavoro per la conservazione del patrimonio rupestre mediterraneo». E alla città di Matera D’Elia lascia in eredità un importante progetto che dovrebbe partire l’anno prossimo: l’istituzione di una sede distaccata della Scuola di Alta Formazione dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro.
Oltre alla Basilicata, anche la Puglia deve molto a Michele D’Elia. Fondamentale, ancora oggi, per la conoscenza della storia dell’arte regionale, la mostra da lui allestita presso la Pinacoteca Provinciale di Bari, sull’Arte in Puglia dal Tardo-antico al Rococò (1964), esito di ricerche pionieristiche condotte sul territorio per promuovere la conoscenza e la salvaguardia del patrimonio storico-artistico pugliese.

da Il Giornale dell'Arte,  edizione online, 17 ottobre 2012