Italia Non Profit - Ti guida nel Terzo Settore

340 milioni all’arte, all’attività e ai beni culturali

  • Pubblicato il: 22/09/2011 - 21:57
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI D'ORIGINE BANCARIA
Articolo a cura di: 
Redazione
Giuseppe Guzzetti

88 le fondazioni di origine bancaria. Un panorama variegato per dimensioni, strategia e operatività.  Un patrimonio contabile complessivo di 50,16 miliardi di euro (+1,4% sul 2009) detenuto per il 49% dalle prime cinque: Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Monte dei Paschi di Siena, Fondazione Cassa di Risparmio di Verona Vicenza Belluno e Ancona e Fondazione Cassa di Risparmio di Torino. Fortemente caratterizzate dallo stesso radicamento territoriale delle banche di origine, 47 fondazioni (67,85% del patrimonio complessivo) hanno sede nel Nord Italia; al Sud e nelle Isole ne troviamo solo 11 e non tra le principali. Sappiamo che il 2011 soffre per effetto dello tsunami internazionale, ma una lettura attenta dei dati di bilancio dello scorso esercizio, può contribuire a farci comprendere quale ruolo attuale e prospettico le fondazioni di origine bancaria stanno agendo e intendono agire.

A fine 2010, il 42,5% del totale attivo dei loro bilanci (40,7% nel 2009) era dato dalle partecipazioni delle banche conferitarie. Oggi 18 fondazioni non ne posseggono più; hanno orientato il loro patrimonio su strumenti finanziari diversi: investimenti in attività immobiliari, società strumentali funzionali alla realizzazione della missione (Mission Related Investment), dirette e indirette in autostrade, aeroporti e altre infrastrutture locali, municipalizzate, banche e fondi etici.
Quanto ha gravato la crisi sui loro proventi? Con una diminuzione del 21,2% sull’esercizio precedente, ammontano nel 2010 a 1.986,3 milioni di euro. L’avanzo di gestione sui proventi totali è stato del 74,4%, pari a 1.477,2 milioni di euro. Di questo, il 23,3%, pari a 344,1 milioni di euro, è stato accantonato a riserve patrimoniali (obbligatoria, per l'integrità del patrimonio, copertura dei disavanzi pregressi), il restante 76,7%, pari a 1.133,1 milioni di euro, è stato destinato all'attività istituzionale. Un’attività che si articola nei 21 settori d’intervento ammessi dalla legge, ma che tocca principalmente 7 ambiti:

- arte, attività e beni culturali sempre al primo posto con il 30,2% (conservazione e valorizzazione dei beni architettonici e archeologici 33%; produzioni e interpretazioni artistiche e letterarie 18,1%; altre attività culturali e artistiche 15,4%; attività dei musei 6,6%; arti visive 5%; attività di biblioteche e archivi 2,9%; editoria e altri mezzi di comunicazione di massa 1,5%);
- assistenza sociale: 12,8%. Le fondazioni bancarie, con un ruolo di sussidiarietà se non di supplenza, sono un pilastro fondamentale del welfare di comunità, sempre più provato dalla contrazione di risorse pubbliche. Nel 2010 le erogazioni verso l’assistenza sociale sono aumentate di ben il 24%, la variazione in assoluto più significativa tra tutti i settori di intervento;
- ricerca: 12,6%;
- educazione, istruzione e formazione: 10,8%;
- volontariato, filantropia e beneficenza: 9,6%;
- sviluppo locale: 9,1%
- salute pubblica: 8,4%.

Con uno stacco notevole rispetto a quelli sin qui esaminati, seguono altri settori, che complessivamente non raggiungono il 6,6% del totale erogato.

Chi sono i beneficiari delle erogazioni?
Le istituzioni pubbliche e i privati non profit, ai quali va il 64,9% degli importi erogati e il 66,8% del numero di interventi. Al primo posto tra i soggetti beneficiari ci sono le fondazioni civili che, con il 26,9% degli importi, seguono associazioni (12,2%), organizzazioni di volontariato (4,7%),cooperative sociali (3,2%). Fra i soggetti pubblici, che ricevono complessivamente il 35,1% delle erogazioni, gli enti locali sono i destinatari principali con il 19,3% del totale erogato (nel 2009 era il 18,6%). Seguono, con il 14,6% degli importi (14,5% nel 2009), gli enti pubblici non territoriali, i quali includono scuole, università, strutture sanitarie, istituti di accoglienza e beneficenza, ecc. Stabile è la quota destinata alle amministrazioni centrali, che ricevono l'1,2%.

Come si evolve il modello?
Le politiche di erogazione evidenziano un’alta propensione alla specializzazione settoriale, ovvero le fondazioni scelgono di concentrare il 50% delle erogazioni su un solo settore o il 60% su due settori, anche se bisogna ricordare che la normativa  impone loro di destinare almeno il 50% delle risorse disponibili per le erogazioni a non più di cinque settori, cosiddetti rilevanti.
Le partnership di sistema stanno assumendo centralità nella prospettiva di sviluppo di interventi coordinati e pluriennali: progetti di ampio respiro, di valenza spesso nazionale, rispetto ai quali una progettualità «comune» si presenta come un fattore essenziale di successo, sia in termini di competenze sviluppate e condivise, sia per la crescente efficienza e razionalizzazione degli interventi  sincronici e d’impatto.

© Riproduzione riservata