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“Progetta con noi”. Artea 2.0. Una fondazione DEL e PER IL territorio

  • Pubblicato il: 15/03/2017 - 08:00
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FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di: 
CS

Avviato il ri-nascimento di Artea, la fondazione pensata per mettere in rete e valorizzare il patrimonio storico-artistico cuneese, promuovere partecipazione culturale attiva, open mind e innovazione. La Regione Piemonte ci crede e investe 700mila euro. Il bando per il direttore, con alte ambizioni, raccoglie oltre 130 candidature, 15 gli idonei. E le attività iniziano con una call, per raccogliere progettualità e creare comunità

Caraglio (CN) La Fondazione Artea, avvia il suo nuovo corso con un processo partecipato, invitando le realtà culturali cuneesi-associazioni, imprese sociali, cooperative- a collaborare nello sviluppo di progetti che valorizzini alcuni dei più importanti beni culturali del territorio. Entro il 10 aprile, con l’iniziativa “Progetta con noi”, tramite il sito web fondazioneartea.org potranno essere presentate le manifestazioni di interesse. Per i proponenti delle proposte reputate dalla Fondazione più coerenti rispetto alle finalità dell’invito –format innovativi che coinvolgano nuovi pubblici, favorendo la partecipazione attiva-, di maggiore qualità e fattibilità tecnico-economica è previsto un dialogo per lo sviluppo congiunto dell’evento. Artea prevede di realizzare tra l’estate e la fine del 2017 otto iniziative in altrettanti siti della provincia di Cuneo, per le quali garantirà risorse e coordinamento.
Un’azione concreta che da un segno della volontà di creare comunità e anticipa la nomina del nuovo Direttore, carica per la quale si è chiuso il 28 febbraio il bando che ha prodotto oltre 70 candidature puntando su un profilo alto come tassello importante di un percorso di rilancio.

Ma chi è oggi Artea? “I musei e i beni artistici sono lo specchio e il presidio attivo della cultura del territorio,sono la vetrina dell’anima e dell’identità dei luoghi, sono i luoghi fulcro della produzione culturale, vivaci incubatori di idee.”

In questa frase, che campeggia nell’home page del sito della Fondazione, si condensano il principio ispiratore, la missione e l’ambizione del progetto di rilancio di Artea, un progetto che la Regione Piemonte come primo socio vuole collegiale, riconosciuto, identitario, pensato per mettere a valore quel capitale materiale che sono i beni di cui la provincia di Cuneo è ricca e quel capitale immateriale di capacità, competenze e vivacità degli operatori e delle associazioni culturali e giovanili, che sempre più la caratterizza. “Fondazione Artea ha per la Regione Piemonte-ha affermato Antonella Parigi, assessora alla Cultura intervenuta al recente battesimo al Filatoio Rosso di Caraglio, sede dell’Ente- un valore strategico. Crediamo possa contribuire alla messa a sistema e a valore dell’ampio patrimonio storico artistico di un territorio che ha voglia di crescere”. Un modello nel quale crede e investe, con una dotazione di 700mila euro per il 2017. Alla Fondazione sono chiamati a partecipare i Comuni con oltre 15mila abitanti, i Comuni più piccoli, ma con un “bene faro”, le Unioni dei Comuni oltre a soggetti produttivi, per costruire congiuntamente un percorso di valorizzazione del patrimonio storico-artistico-naturalistico. “Un ente che può modificare il ruolo degli enti locali che diventa di promozione attiva” ha richiamato il consigliere regionale Paolo Allemano.

Nata nel 2009, la Fondazione opera nel territorio che fino a febbraio 2016 rappresentava il raggio d’azione della storica Associazione Culturale Marcovaldo, chiusa e messa in liquidazione, che gestiva oltre dieci siti culturali, ritornati in mano ai Comuni proprietari.

La nuova Artea non gestirà direttamente i beni, ma sarà rilanciata come ente di contenuti. La giovane Michela Giuggia, architetto e progettista culturale, è la neo-Presidente dal settembre scorso nel nuovo corso per la quale l’Ente “intende diventare una piattaforma in grado di aiutare le istituzioni e gli operatori culturali a dare più forza e più voce ai loro progetti e percorsi, a coordinare e armonizzare l’offerta per produrre più efficacia e impatto nei confronti dei cittadini e dei turisti, a progettare e favorire le buone pratiche della progettazione culturale, a leggere le opportunità di sostegno e di sviluppo a livello territoriale, regionale, nazionale e internazionale. Un attore a servizio DEL e PER IL territorio.” Un territorio che – come descrive la ricerca “Fattore Cultura. Realtà e potenzialità in provincia di Cuneo” commentata in questo numero è vitale e denso di realtà (spesso di piccole dimensioni, ma fra cui non mancano picchi di eccellenza), che ancora non riescono a diventare “atmosfera creativa”: occorre rinforzare le interconnessioni e le sinergie tra i diversi settori, ma anche con le altre filiere produttive (turismo, sociale, sanità, agroalimentare, digitale, etc.). È evidente che le dimensioni ridotte e la frammentazione spesso si traducono nella difficoltà di molti soggetti a garantire livelli adeguati di accessibilità e fruizione, nella carenza di personale e di competenze, nella difficoltà a diversificare le risorse e a individuare le opportunità del contesto, nell’impossibilità di utilizzare una comunicazione efficace.
Non stupisce, pertanto, una domanda territoriale emergente di strumenti di governance e di gestione che favoriscano maggiore collegialità e coordinamento negli interventi di valorizzazione e di progettazione culturale e che consentano, laddove possibile, economie di scala, di competenza e di scopo.
Se è vero che molte di queste dinamiche possono essere valide per una pluralità di territori non
metropolitani caratterizzati da centri urbani medio-piccoli e da aree montane, non si può non evidenziare una particolare tensione degli operatori culturali e istituzionali cuneesi a ricercare risposte, modelli e soluzioni di sistema che possano migliorare l’offerta e la domanda di cultura e il potenziale di sviluppo economico, sociale e turistico. Non è pertanto un caso se in occasione degli Stati Generali della Cultura promossi dalla Regione Piemonte, la provincia di Cuneo si sia dimostrata una delle più dinamiche ad affrontare i problemi, ma anche a proporre soluzioni e scenari di intervento politico e progettuale che sono continuati in modo autonomo, attraverso tavoli di lavoro auto-organizzati, anche al di fuori degli Stati Generali.
In questa prospettiva non sarà irrilevante la capacità degli attori del territorio di cogliere le opportunità derivanti, ad esempio, dal settenario di fondi europei 2014-2020, dalla programmazione sulle aree interne e del progetto EUSALP, tutti fattori che rendono imprescindibile la cooperazione tra valle e
pianura e tra i due versanti alpini.

La mission e il lavoro futuro di Artea si inseriscono consapevolmente in questo quadro costituito da punti di fragilità, ma anche da energie e potenzialità ancora tutte da esprimere.
Nello specifico, la Fondazione ha progetti molto ambiziosi. Come afferma la Presidente, intende operare sul “piano della valorizzazione e della promozione del patrimonio culturale e dell’area geograficadi riferimento attraverso attività di coordinamento. Favorire l’interscambio di informazioni e buone pratiche tra le diverse realtà. Valorizzare il rapporto tra beni culturali e territorio attraverso la promozione di itinerari culturali,attività coinvolgenti che si aprano alla popolazione locale e a collaborazioni con gli attori del territorio. Progettare operando in sinergia con le agenzie del territorio, con il mondo produttivo e in stretta collaborazione con gli enti locali, a partire dalla Regione. Rafforzare, tra gli operatori del territorio, una “cultura” della progettazione culturale che sia inclusiva, partecipativa, attenta alla sostenibilità economica e sociale, professionalizzante e capace di far reagire le vocazioni dei territori con i linguaggi e le istanze della contemporaneità. Sviluppare l’audience passando attraverso a una politica culturale in cui la qualità degli eventi sia l’elemento fondante della strategia progettuale. Ampliare e coinvolgere i pubblici attraverso il coinvolgimento delle associazioni e delle imprese culturali del cuneese per aumentare l’inclusione e il bacino di collaborazioni, progredendo da una fase di fruizione a una di condivisione di pubblici con i soggetti attivi nell’attività di sviluppo del territorio. Massimizzare le risorse e gli impatti, cogliendo le opportunità dentro e fuori il territorio, sviluppando un’adeguata strategia di fundraising per attrarre contributi e donazioni da parte degli enti promotori e dall’Europa in un territorio che ha dimensione transfrontaliera. Agire perché la comunicazione giochi un ruolo strategico: l’immagine coordinata e la comunicazione condivisa contribuiranno a identificare come un insieme unitario l’aggregazione omogenea, in un’ottica di storytelling efficace di un intero territorio. Dare vita a quelle forme di sinergie virtuose tra la fondazione e altri soggeti culturali e musei, archivi,gallerie, centri di ricerca, università, mezzi stampa in modo da stimolare non soltanto uno scambio reciproco di competenze, ma da dare impulso più ampio al sistema.”
Una lista della “spesa” che evidenza idee chiare, ma che necessità di uno studio di fattibilità, un accompagnamento per la quale l’Ente ha scelto la Fondazione Fitzcarraldo.
E in merito alla realizzazione del disegno strategico l’invito è stato lanciato dalla Regione anche alle Fondazioni di origine bancaria del territorio, numerose e competenti, oltre che patrimonializzate, per ora alla finestra.
Se il modello funziona può essere declinato in altri contesti. La Valle di Susa, ad esempio, da anni ha un tavolo di coordinamento “Tesori alpini” che ancora non si è dato un modello giuridico per blindare la governance.
Buon lavoro.
 
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