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«Altissima povertà». Arte, danza e comunità: Virgilio Sieni alla Reggia di Venaria

  • Pubblicato il: 14/06/2016 - 16:50
Autore/i: 
Rubrica: 
CULTURA E WELFARE
Articolo a cura di: 
Redazione

Community dance con Virgilio Sieni,  un percorso coreografico promosso nell'ambito del progetto La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi nella danza contemporanea di comunità, sostenuto da MiBACT, Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Regione Piemonte e Circoscrizione 2 di Torino. 75 interpreti fra i 10 e gli 83 anni abiteranno la Galleria Grande della Reggia di Venaria il 30 giugno e il 1 luglio
 
 
 
 
Virgilio Sieni, direttore della Biennale Danza di Venezia, danzatore e coreografo fra i più rappresentativi del panorama europeo, ha scelto Torino e la Galleria Grande della Reggia di Venaria per la creazione di «Altissima povertà», un percorso coreografico che mette in dialogo 75 interpreti dai 10 agli 83 anni con un luogo d'arte d'eccezione e che trae il titolo dall'omonimo libro del filosofo Giorgio Agamben.
 
Per ricostruire le condizioni di possibilità di questo ambizioso progetto in territorio piemontese bisogna ricordare che l'esperienza di una nuova pratica di danza vede la cittadinanza torinese e la Regione Piemonte farsi promotrici dal 2003 di una politica culturale d'avanguardia che abbraccia l'educazione e la formazione in primis. L'interazione fra istituzioni, università, professionisti e dilettanti della danza ha messo infatti a sistema portati storici sotterranei, ma capillarmente diffusi attraverso le miriadi di scuole e associazioni di danza germogliate dalle pionieristiche esperienze novecentesche di Bella Hutter, Sara Acquarone e Anna Sagna grazie alla fondazione del Centro Regionale Universitario per la Danza «Bella Hutter». Risale al 2012 l'incontro fra le progettualità di Associazione Didee - arti e comunicazione, presieduta da Mariachiara Raviola, e l'Associazione Filieradarte, presieduta da Rita Maria Fabris, nell'ambito del percorso di formazione-intervento Co.dance. Abitare corpi, abitare luoghi, promosso dal CRUD «Bella Hutter», che ha visto radicarsi sul territorio torinese la metodologia anglosassone di Community Dance, attraverso la performance intergenerazionale «Dimore» diretta da Luca Silvestrini (Protein Dance Company, Londra).
La successiva convergenza del Festival di danza contemporanea La Piattaforma teatrocoreografico, diretto per 12 edizioni da Mariachiara Raviola, e del progetto Interreg PerCorpi Visionari, ideato sempre da Didee, verso dinamiche di costruzione di comunità che Filieradarte stava avviando sul territorio della Circoscrizione 2, non ha solo permesso l'adesione alle nuove normative del Fondo Unico per lo Spettacolo del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per il triennio 2015-2017 (Azioni trasversali - promozione del pubblico), con il progetto La Piattaforma. Nuovi corpi, nuovi sguardi nella danza contemporanea di comunità, ma ha attirato anche l'attenzione della Compagnia di San Paolo, sensibile all'innovazione culturale e alle trasformazioni sociali, oltre alle sempre presenti Fondazione CRT, Regione Piemonte e Fondazione Piemonte dal Vivo - Circuito Regionale Multidisciplinare.
«Altissima povertà», il progetto di Virgilio Sieni per la città di Torino, si colloca quindi all'apice di una progettualità, prevalentemente al femminile, che ha assunto nelle dinamiche associative e d'impresa culturale principi propri delle pratiche della nuova danza contemporanea e di comunità: ascolto, sostegno, cura, condivisione, bellezza, comunità.
Ascolto dei bisogni del territorio: innanzitutto la Circoscrizione 2, Santa Rita - Mirafiori Nord, dove l'invecchiamento della popolazione è particolarmente incisivo e dove le nuove povertà non si identificano solo con l'indigenza economica, ma con un vero e proprio depauperamento di occasioni culturali e socializzanti.
Sostegno delle attività locali: associazioni di volontariato portano avanti con sempre maggiori ristrettezze economiche e senza ricambi intergenerazionali attività di socializzazione attente alla dimensione ludica, creativa, artistica e di alfabetizzazione emozionale o di riattivazione della memoria.
Cura dell'educazione e della formazione delle nuove generazioni: centri giovanili che funzionano a singhiozzo non permettono una continuità relazionale fra educatori e giovani a rischio di dispersione scolastica ed esclusione sociale.
Condivisione progettuale: istituzioni, enti territoriali, cooperative sociali, associazioni, gruppi informali comunicano con linguaggi differenti che richiedono mediatori flessibili in grado di comportarsi, dialogare e progettare con tutti in modo appropriato.
Bellezza delle persone e dei luoghi da riscoprire: mettere in gioco il proprio corpo è la prima modalità di percepirsi e di farsi vedere in modo diverso. Presentarsi a parenti e amici o ad altre persone in forma diversa, extra-quotidiana, artistica, attiva fiducia nelle proprie possibilità ad ogni età. Entrare nei luoghi d'arte con intenzioni performative, diverse dalla visita turistica, valorizza il protagonismo delle persone e rinnova la percezione museale.
Comunità intergenerazionali e interculturali: aprire i centri dedicati ad una specifica fascia di età per creare «famiglie» allargate, amicizie elettive, legami solidali e senso di appartenenza.
 
Il processo di lavoro per preparare il terreno ad «Altissima povertà» ha inizialmente creato reti fra la Commissione Cultura della Circoscrizione 2, l'Associazione Io non fumo e tu? che gestisce a livello di volontariato da una decina di anni l'attività di «Ginnasticaffè» per gli anziani di Piazza Livio Bianco, il Centro giovanile L'Isola che non c'è appena ristrutturato e in appalto alla Cooperativa sociale Esserci, il Centro Ragazzi Lilliput Mirafiori Nord che realizza, attraverso la Cooperativa G. Accomazzi, attività per bambini, prevalentemente maghrebini di seconda generazione, con le loro famiglie. Grazie ad un bando pubblicato sui social network hanno poi aderito al progetto cittadini di ogni età, da bambini delle scuole di danza a dirigenti di enti culturali, permettendo quel contatto umano, fisico e simbolico, che mentre crea una comunità danzante fa intravedere una comunità utopica dove un'anziana si appoggia ad una nipote elettiva o dove un ragazzo, affetto da Sindrome di Down, è sostenuto da un gruppo di educatori e danzatori.
La ricerca poetica di Virgilio Sieni permette di ridisegnare non solo le relazioni umane, ma anche i luoghi di una città come Torino, attraversata da un fitto calendario di prove in spazi periferici e centrali: la Parrocchia Gesù Redentore, l'Arcipelago, l'Isola che non c'è, la Casa del Teatro Ragazzi e Giovani in Circoscrizione 2, lo Spazio Gené5 a Porta Palazzo, lo Spazio Trad a Borgo Dora, le case delle famiglie hanno accolto gli 8 gruppi, accompagnate dagli assistenti di Sieni sul territorio: Ornella Balestra, Francesca Cinalli, Francesca Cola, Paola Colonna, Aldo Rendina, Tommaso Serratore, Aldo Torta.

«Altissima povertà» indaga la fragilità dei corpi e i motivi figurativi, anatomici, umani, che hanno segnato la tradizione visiva delle scene evangeliche, come metafora del cammino dell'uomo nel mondo. Ambientato nella Galleria Grande della Reggia di Venaria, il percorso si colloca nel filone degli eventi di Agorà, inaugurati da Sieni con il progetto pluriennale per Marsiglia Capitale Europea della Cultura (2010-2013) e continuato con le esperienze di Santiago del Cile, Barcellona, Firenze, Venezia (Biennale Danza). Molti partecipanti, per la maggior parte non professionisti della danza, lungamente preparati dal coreografo e dal suo assistente fiorentino Maurizio Giunti, agiscono in un luogo carico di memorie e di stratificazioni culturali e lo abitano con i loro corpi e i loro gesti. La pratica di creazione e trasmissione del gesto di Sieni si basa sull'improvvisazione, sulla Contact Improvisation e sull'anatomia esperienziale: attraverso l'incontro con il coreografo le persone sono portate maieuticamente a riscoprire le possibilità di movimento del proprio corpo in relazione con gli altri che offrono appoggi, sostegno e cura nella condivisione di un flusso di energie e di una serie di scene che ritornano in modo diverso nell'immaginario collettivo, attraversando i gesti della Passione, della Deposizione e della Resurrezione. Un coro laico di persone danzanti, una nuova «polis» democratica, l'utopia dell'arte che progetta la realtà di domani.
 
Bibliografia
G. Agamben, Altissima povertà. Regole monastiche e forma di vita. Homo sacer, IV, 1, Vicenza, Neri Pozza, 2011
R.Cardaci, P.Dovis, P.Griseri, Poveri nella città. Dove vivono e che cosa chiedono a Torino, Torino, CELID, 2013
A. Pontremoli, Elementi di teatro educativo, sociale e di comunità, Torino, UTET, 2015
R. Mazzaglia, Virgilio Sieni. Archeologia di un pensiero coreografico, Spoleto, Editoria & Spettacolo, 2015
F. Zagatti, Persone che danzano. Spazi, tempi, modi per una danza di comunità, Granarolo dell'Emilia, Mousikè Progetti Educativi, 2012
 
Sitografia
www.lapiattaforma.eu
www.virgiliosieni.it
www.desonline.it
www.proteindance.com.uk
www.communitydance.org.uk
www.contactquarterly.com
 
Social network
www.facebook.com/lapiattaforma.danza
 
Partner: Associazione Didee - arti e comunicazione, Associazione Filieradarte, Compagnia Virgilio Sieni Centro di produzione sui linguaggi del corpo e della danza, Circoscrizione 2 Torino - Santa Rita Mirafiori Nord, Parrocchia Gesù Redentore, Associazione Io non fumo e tu?, Centro giovanile Isola che non c'è, Cooperativa sociale Esserci, Centro Ragazzi Lilliput Mirafiori Nord, Cooperativa G. Accomazzi, Fondazione Casa Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, Arcipelago, Gené5, Spazio Trad, Fondazione Piemonte dal Vivo - Circuito Regionale Multidisciplinare, Università degli Studi di Torino, Consorzio La Venaria Reale, Fondazione Via Maestra, Lavanderia a Vapore, Il Circolo dei Lettori.
 
Fotografie di Giorgio Sottile
[Le didascalie compaiono nei titoli delle fotografie]
 
 
 
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