APPUNTI DI VIAGGIO. VERSO UNA DEFINIZIONE DI WELFARE CULTURALE
Dire e fare. Testimoni di eccezione nel nostro viaggio per la compresione del significato di Welfare Culturale. A fronte di una crescente povertà educativa tra i minori che li priva di strumenti di comprensione dell’esistente e di costruzione di rapporti sociali attivi con gli altri esseri umani, la Cultura può contribuire a contrastare il fenomeno? E davanti a comunità che interpretano in direzione sempre più divisiva le cause del proprio malessere, cosa può aiutare ad acquisire consapevolezza su questo presente, sulle origini recenti o remote della sua forma e sugli strumenti per costruire un futuro diverso? E di cosa abbiamo bisogno per creare nuove relazioni, basate sulla coesione e non sulla divisione? Ascoltiamo l’esperienza di contributo al welfare di Ciccio Mannino, Presidente di Officine Culturali a Catania, che propone luoghi della cultura che persone esperte facciano diventare vivaci, parlanti, educanti, socializzanti, creativi. “Di mediatori che ci aiutino a cogliere la complessità della storia che saperi, arti e architetture – il patrimonio culturale – sanno testimoniare così bene. Questa è una “attività essenziale” assimilabile a diritti quali benessere, istruzione, occupazione. Ma l’Italia non è ancora attrezzata in questa direzione.” Il progetto di Mannino è tra i dieci casi italiani scelti per “Spiriti creatori”, la seconda Giornata della Generatività Sociale che si terrà il 16 dicembre al teatro Litta di Milano. Generatività che per il sociologo Mauro Magatti è una messa in moto di relazioni virtuose. Un’azione consapevole, responsabile, rispettosa e aperta al contesto. “Ma la funzione di contributo al welfare, per essere efficace, deve essere riconosciuta alla Cultura anche con condizioni di contesto”