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Focus Impresa Culturale. L’AQUILA, CONFERENZA NAZIONALE DELL’IMPRESA CULTURALE

  • Pubblicato il: 18/07/2017 - 18:24
Rubrica: 
DOVE OSA L'INNOVAZIONE
Articolo a cura di: 
Francesco Mannino

A L’Aquila Federculture riunisce imprese, associazioni e istituzioni culturali per confrontarsi sulle pratiche, sulle politiche e sulle prospettive del comparto, dalle definizione alle norme possibili. La Federazione aggiunge alcuni tasselli al mosaico che da ArtLab alla Commissione Cultura della Camera si sta ricomponendo in un disegno possibile del futuro delle imprese culturali.
 

5 luglio 2017: L’Aquila, città cantiere e continuo brulicare di maestranze a nove anni dal sisma, ha ospitato presso l’Auditorium Renzo Piano la Conferenza Nazionale dell’Impresa Culturale, organizzata da Federculture, AGIS, Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni culturali e Forum Nazionale del Terzo Settore. La giornata è stata preceduta il giorno prima dalla cerimonia di conferimento del Premio Cultura di Gestione, che ha visto sul palco del Ridotto del Teatro Comunale la Fondazione Aquileia, Ecomuseo Valle d’Aso, Fondazione Museo Egizio di Torino, Teatri di Bari, Cooperativa “Anonimo impresa sociale”e Teatro Stabile d’Abruzzo, a cui è stato riconosciuto il merito di aver saputo generare, attraverso modelli gestionali innovativi e sostenibili, un impulso in termini di incremento e miglioramento dell’offerta di beni e attività culturali, della loro produzione e della loro fruizione pubblica.
La Conferenza del 5 è stata aperta dalle parole di augurio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, lette dal palco: un invito affinché la “ricchezza” costituita dal “patrimonio straordinario” di cui gli italiani sono custodi non venga tenuta “chiusa in un forziere” ma al contrario «sia motivo di ispirazione, contribuisca alla qualità della vita contemporanea, sia leva di crescita civile, occasione di dialogo e pace, stimolo ulteriore alla creatività dei giovani». Mattarella ha anche ribadito attraverso il suo messaggio che «la fruizione dei beni e delle attività culturali è un valore e ha carattere pubblico» e che «allargare sempre più l’area degli utenti e dei beneficiari, italiani e stranieri, è obiettivo dell’intera società», non tralasciando di sottolineare l’essenzialità delle imprese del settore impegnate a raggiungere tali valori.
Dopo gli interventi istituzionali, tra cui quello di Pierluigi Biondi, Sindaco dell’Aquila, il Direttore di Federculture Claudio Bocci ha svolto una lunga relazione con cui è stato disegnato il perimetro dentro cui poi i successivi interventi programmati hanno articolato il tema principale, individuato alcune delle criticità strategiche su cui intervenire e avanzare le proposte di Federculture in materia di imprese culturali e pubblica utilità.
Secondo la relazione infatti il sistema culturale e creativo impiega 1 milione e 495 mila unità, producendo un valore aggiunto di 89,9 miliardi di euro, grazie a una costellazione di circa 400.000 imprese; in questo perimetro vasto, il solo patrimonio storico artistico impiega 53 mila unità e produce 2,9 miliardi di euro di valore aggiunto, grazie a più di 12.000 imprese, mentre il comparto performing arts e arti visive impiega 130.000 unità, produce un valore aggiunto di 7.2 miliardi di euro e conta su circa mille imprese (dati Symbola). Il solo patrimonio culturale conta 4.158 musei, 282 aree archeologiche, 536 monumenti (di questi tre sono statali il 9% e non statali il 91%), 13.800 biblioteche, 871 aree naturali protette e 2.500 siti Rete Natura 2000. Il mondo cooperativo nel settore culturale e turistico agisce con oltre 1.500 cooperative e circa 15.000 occupati, per ben 722 luoghi gestiti (Fonte: Alleanza delle Cooperative italiane Turismo e beni culturali). Il Terzo Settore invece conta 58.720 unità attive (associazioni o altre forme giuridiche), 22.838 addetti e circa 1 milione di volontari (fonte: forum del terzo settore).
A fronte di un quadro così dinamico e interessante, è invece allarmante il dato della partecipazione culturale in Italia (3 o più attività culturali svolte in un anno), attestato sul 28,8% del totale della popolazione (ISTAT, Rapporto Annuale 2017): appare pertanto necessario considerare la cultura un fattore costitutivo e non aggiuntivo dello sviluppo del Paese e delle sue comunità. In tal senso sembra essere una conferma  il Dlgs. n. 146/2015, il quale stabilisce che la fruizione del patrimonio culturale è un’attività essenziale connessa ai diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale: un primo segnale di attenzione (seppur reattiva) al ruolo del comparto anche sul fronte coesivo e sociale.
Federculture suggerisce che nelle imprese culturali si individui il soggetto in grado di articolare una adeguata offerta culturale, mantenendo al contempo un ruolo strategico per l’economia e una speciale rilevanza nel generare valore sociale. Infatti «la fruizione pubblica, intesa come disponibilità universale e non discriminata, è l’elemento centrale e distintivo delle imprese culturali. E’ possibile, pertanto, identificare il tratto comune delle imprese culturali nel soddisfacimento del diritto di fruizione universale di contenuti culturali». La Federazione dichiara di attribuire una missione chiave al tessuto produttivo culturale, che non guardi solo all’incremento di PIL, ma anche (e tanto) ad obiettivi di impatto culturale e sociale, educativo e coesivo.
Ma in Italia, ad oggi, non esiste ancora una chiara e condivisa definizione di impresa culturale. A questo gap ha risposto l'iniziativa della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che con la Proposta di legge C. 2950 presentata l'11 marzo 2015 e condivisa con diversi operatori del settore in occasione di ArtLab 2016 (Fondazione Fitzcarraldo, Mantova e Lecce), ha  consegnato al Parlamento un testo che ha affrontato il problema definitorio, nonché proposto un sistema di agevolazioni e sostegni. Tali indicazioni sono però state eliminate a seguito dell’intervento del Servizio Bilancio dello Stato, che ha ravveduto il rischio di un  una perdita di gettito IRPEF e minori contribuzioni. Secondo Irene Manzi, Deputata della Camera e membro della Commissione Cultura intervenuta a L’Aquila, resta salvo l’impianto definitorio, ossatura solida su cui costruire con future iniziative parlamentari l’impianto completo della legge.
Il dibattito seguito alla relazione di Bocci e all’intervento contestualizzante del Presidente di Federculture, Andrea Cancellato, è stato articolato tra una tavola rotonda la mattina (moderata dalla giornalista Giovanna Milella) e due il pomeriggio (moderate da Giovanna Barni, Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali, e Pierpaolo Forte, Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee Museo MADRE). Situazione definitoria e normativa, contesto del potenziale sviluppo industriale, quadro politico di riferimento, funzione delle camere di commercio, governance del Mibact, ma anche ruolo delle più rilevanti organizzazioni nazionali (Arci, WWF, Confturismo, ANCI, Unioncamere, ACRI, Touring Club Italiano), nonché delle principali istituzioni culturali italiane (dal MAXXI alla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, al MANN).
Ricorrente il tema del diverso ma integrabile ruolo di organizzazioni profit e non profit culturali, del loro differente compito in contesti e aree differenti del Paese e del loro rapporto con le istituzioni culturali pubbliche. Per tutta la giornata è stato più volte richiamato il recente Codice del Terzo Settore che, insieme alla revisione della disciplina in materia di Impresa Sociale, sembrerebbe andare nella direzione del consolidamento delle organizzazioni culturali (Art. 5 – Attività di interesse generale, commi f) interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e del paesaggio, ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, e successive modificazioni e i) organizzazione e gestione di attività culturali, artistiche o ricreative di interesse sociale). Non senza alcune remore, soprattutto riguardanti la galassia di piccole realtà magari non molto strutturate ma molto attive nella produzione e fruizione culturale. Ma il Codice adesso è legge, e la parola passa ai tecnici che ragioneranno sulla sua applicazione concreta.
Federculture ha concluso i lavori avanzando alcune proposte. Innanzitutto la questione cogente della governance di questa fase. L’accountability, ad esempio: per la Federazione dovrebbe essere preciso compito delle imprese culturali il dimostrare la misurabilità della loro azione in connessione alla raggiungibilità di obiettivi precisi, definiti dalla Pubblica Amministrazione quando è committente di servizi culturali; obiettivi connessi ad esempio alla capacità di generare coesione sociale da parte dell’impresa stessa. In altri termini le imprese dovranno «intraprendere in modo stabile ed autonomo servizi e attività per qualificare e migliorare la pubblica fruizione, la capacità di produrre valore non solo economico ma anche sociale, innescando dinamiche positive nell’ambito dei territori».
In termini propositivi, Federculture formula un pacchetto così articolato:

  • semplificazione della relazione con la pubblica amministrazione e delle procedure di concessione e co-gestione del patrimonio (ad esempio ricorrendo all’Art. 151, co. 3 Codice degli appalti);
  • provvedimenti per favorire l’occupazione di qualità attraverso disposizioni specifiche che individuino misure volte a promuovere assunzioni stabili;
  • l’applicazione per gli operatori culturali relativamente alle loro attività specifiche di una aliquota IVA agevolata (4% o 10%);
  • lo snellimento delle procedure e del carico fiscale per le donazioni private a soggetti come, ad esempio, le istituzioni museali.

La costituzione di un Tavolo di partenariato permanente consentirà secondo i promotori della Conferenza l’approfondimento e la promozione di queste piattaforma di proposte, insieme alla Scuola di governo per lo sviluppo locale a base culturale volta ad affiancare amministratori e operatori nella progettazione di politiche integrate in cui la cultura sia la piattaforma strategica di ripensamento dei territori.
La Conferenza è stata patrocinata da MiBACT, Agenzia Coesione Territoriale, Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ANCI, Regione Abruzzo, Comune dell’Aquila, ACRI, Unioncamere e ha avuto come partner Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, Camera di Commercio dell’Aquila, Fondazione Cariplo, Giornale delle Fondazioni, AgCult, Rivista Siti Unesco, QuotidianoArte.it.

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Vincenzo  Santoro, Focus Impresa Culturale. L’impresa di far cultura
Claudio Bocci, La cultura fa impresa
 

Bibliografia:
SYMBOLA, Rapporto Io sono Cultura 2017 L’Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi. 2017
ISTAT, Rapporto annuale 2017. La situazione del Paese. 2017
GU Serie Generale n.219 del 21-09-2015, DECRETO-LEGGE 20 settembre 2015, n. 146  Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e artistico della Nazione
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FONDAZIONE FITZCARRALDO, Artlab 16. Taccuino di viaggio in quattro tappe. 2016
MANNINO F., Riforma del Terzo Settore: quale futuro per le non profit culturali? Il Giornale delle Fondazioni, 06.2017
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Schema di decreto legislativo recante revisione della disciplina in materia di impresa sociale
CONSIGLIO S., D'ISANTO M., L'associazionismo culturale: il convitato di pietra della riforma del Terzo Settore. Il Giornale delle Fondazioni, 06.2017
SANESI I., Essere o non essere?, Il Giornale delle Fondazioni, 06,2017
 
 
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