EDUCARE ALLA BELLEZZA. IL NUOVO PROGETTO SPERIMENTALE DELLA CRC
Il Piano operativo 2017 della Fondazione CRC, ente che persegue scopi di utilità sociale e promozione attraverso l’erogazione di contributi e la produzione diretta di progetti in diversi ambiti, prevede un’iniziativa congiunta sui settori strategici Arte attività e beni culturali e Educazione Istruzione e Formazione. Lo scopo è quello di dare “sostegno a iniziative di educazione alla fruizione culturale nelle scuole e educazione alla creatività, all’espressione artistica, alla sensibilità alla bellezza”. Il nuovo bando Educare alla Bellezza, con uno stanziamento complessivo di 180 mila euro, nasce dalla volontà di ragionare sul concetto di bellezza, con l’obiettivo di intersecare gli aspetti legati all’educazione e quelli più strettamente connessi alla cultura, intesa come tutela e valorizzazione del patrimonio. Abbiamo seguito l’incontro di approfondimento su tematiche e approccio metodologico legati al progetto della docente Marisa Musaio, docente di pedagogia presso l’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano.
Cuneo – Nell’aula magna del Liceo Classico Peano Pellico di Cuneo il seminario Connected and Sharing with beauty, tenuto da Marisa Musaio, ha illustrato gli obiettivi progettuali che caratterizzano il nuovo progetto sperimentale Educare alla Bellezza lanciato dalla Fondazione CRC. L’incontro, fortemente partecipato, ha coinvolto studenti, docenti delle scuole superiori e delle agenzie di formazione professionale della provincia cuneese, area di intervento delle attività istituzionali della Fondazione. A loro è rivolto il bando, alla sua prima edizione, che scadrà il 2 maggio prossimo. Ogni soggetto proponente potrà presentare un massimo di tre richieste di contributo e i progetti, da svolgersi durante gli anni scolastici 2017/18 e 2018/19, potranno essere biennali e comprendere il coinvolgimento di soggetti esterni alla scuola quali associazioni, operatori culturali e professionisti. Le componenti specifiche che concorreranno alla stesura e successiva selezione dei progetti saranno sostanzialmente quattro: riconoscimento e godimento della bellezza intorno a sé, la cura del patrimonio, attivazione di relazioni tra gli individui che contribuiscano a costruire comunità capaci di identificarsi in un proprio schema di valori e il riconoscimento dell’arte e della cultura come terreno comune di coesione. Il bando ha uno stanziamento complessivo di 180 mila euro e il contributo della Fondazione potrà coprire una soglia massima di 15.000 euro a progetto; per ogni contributo deliberato, una parte pari al 5% dell’importo, sarà destinato direttamente al gruppo di studenti o gruppo classe sotto forma di premio.
Si tratta di una misura del tutto nuova che si pone a cavallo tra arte, cultura ed educazione, e nasce dall’esigenza di scardinare una serie di preconcetti e luoghi comuni cui spesso si fa ricorso per semplificare ciò che va oltre una definizione circoscritta e condivisa: il concetto di bellezza.
“Abbiamo volutamente voluto mantenere le maglie del bando piuttosto larghe, spiega Valentina Dania, – responsabile dei progetti del settore arte e cultura della Fondazione – proprio perché si tratta di una misura sperimentale in cui i soggetti proponenti sono gli istituti scolastici, ma gli attori interessati e protagonisti vorremmo fossero i ragazzi che possano ragionare attorno al tema della bellezza”.
“Scuole e ragazzi saranno dunque protagonisti attivi di un percorso – continua la Musaio – che avrà carattere indubbiamente sperimentale, da costruire in itinere. In barba alle definizioni necessarie, soprattutto in ambito scolastico e formativo, a contestualizzare e collocare le esperienze nei diversi ambiti, si può affermare non esista una idea precostituita della bellezza, ma oggi, più che mai, emerge una difficoltà nel saperla riconoscere e attuare”.
Il progetto dovrà passare da un percorso di riflessione dei ragazzi – insieme agli insegnanti e agli operatori – sull’estetica, la bellezza e il benessere partendo dalle passioni e curiosità come veicolo per una loro propria definizione del bello; il secondo step sarà quello di individuare l’oggetto di “ricerca”, all’interno del patrimonio culturale materiale e immateriale del territorio della provincia di Cuneo, sulla base dell’emozione di bello o sentimento del gusto che suscita nei ragazzi, superando il solo valore storico culturale, seppur rilevante. Una volta riconosciuto l’oggetto, si passerà alla scelta della disciplina artistica di applicazione (musica, fotografia, teatro, video, pittura, cinema, disegno, letteratura, ecc), per poi passare all’ultima fase che coincide con la restituzione attraverso il coinvolgimento di un pubblico di coetanei più ampio e delle comunità. I progetti selezionati beneficeranno di un percorso di formazione dedicato che si svolgerà nel periodo autunno-inverno del 2017; i laboratori formativi saranno tre: “Information Literacy e ricerca: per una mappatura della bellezza” con Paolo Gennari, “La bellezza delle parole salvate: la poesia come conoscenza di sé” di Stefano Raimondi e “La bellezza nella teatralità” di Clara Scaravonati.
“La sfida più importante da affrontare è quella della restituzione generazionale sulla quale siamo chiamati a essere in atto come adulti – continua la Musaio – attraverso il tema della bellezza che offre grandi opportunità”.
I ragazzi sono destinatari di una serie di nozioni e messaggi che, necessariamente, sono filtrati attraverso le conoscenze dei docenti e formatori. L’obiettivo del progetto è quello di mettere al centro le diverse idee di bellezza di ogni ragazzo e di provare a costruire intorno ad esse dei percorsi di tutela e valorizzazione che siano in grado, attraverso il coinvolgimento, di generare conoscenza, dunque educazione. Il progetto si pone come laboratorio di scambio entro il quale i ragazzi possano muoversi e creare valore rispetto al proprio personale modo di guardare le cose del mondo. Si tratta di offrire ai cittadini di domani uno spazio di condivisione in cui maturare gli strumenti esperienziali e cognitivi per sviluppare una propria attitudine e sensibilità verso il bello. Una palestra di incoraggiamento alla cura, alla fruizione e all’interazione con il patrimonio che possa essere la chiave per una crescita individuale e collettiva, in un processo di attivazione di processi e dialoghi intergenerazionali.
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