Fortunato chi parla arabo
Un innovativo progetto di comunicazione dedicato ai Nuovi Italiani. La Fondazione per le Antichità Egizie avvia un programma per avvicinare le sue collezioni alla comunità araba. “Nessuna istituzione culturale esiste se non è connessa con il tessuto sociale in cui è inserita” e ha la “la necessità di comprendere e interagire con i mutamenti di una società in evoluzione” afferma il Direttore Christian Greco che lancia una campagna di coinvolgimento della popolazione in lingua araba della sua comunità. Un target numericamente rilevante: da una mappatura del territorio risultano 33.545 persone di lingua araba, regolarmente residenti nella Città Metropolitana (di cui 4.700 Egiziani) e 24.114 a Torino
Torino. Un patrimonio museale che non appartiene alla cultura italiana e la precisa volontà di avvicinare questa ricchezza a coloro che in esso possono trovare radici, identità e orgoglio. Sono questi i due elementi su cui si fonda l’ambizioso progetto del Museo Egizio per stimolare la fruizione dell’offerta culturale della città per consentire ai cittadine di lingua araba di essere sempre più parte della comunità con cui hanno scelto di vivere e condividere il futuro.
Il Museo Egizio, partendo da uno studio commissionato a Etnocom - agenzia di comunicazione etnica che da dieci anni studia e segue l’evoluzione e l’integrazione degli stranieri in Italia - si è posto come obiettivo di connettersi maggiormente al territorio, privilegiando le fasce più vulnerabili e meno valorizzate che popolano le nostre città. Un percorso che prende il via dal Piemonte, con l’ambizione di estendersi a tutto il territorio nazionale.
Lo scopo è di avvicinare la comunità araba, in particolare quella egiziana, al Museo, attraverso un processo di democratizzazione che ponga al primo posto l’accessibilità alle collezioni. Il Museo Egizio, luogo fortemente rappresentativo della storia cittadina e grande attrattore turistico, ambisce ad assumere così un ruolo privilegiato anche sotto il profilo dell’inclusione sociale.
“L’Italia ha l’onore e l’onere di custodire una collezione che ha la sua conditio sine qua non nel suo Paese di provenienza, l’Egitto” dichiara il Direttore Christian Greco. “In un museo recentemente rinnovato, che si interroga su identità, missione e obiettivi futuri, siamo sempre più consapevoli del fatto che nessuna istituzione culturale esiste se non è connessa con il tessuto sociale in cui è inserita; scaturisce quindi la necessità di comprendere e interagire con i mutamenti di una società in evoluzione. Credo che la cultura materiale possa avere un ruolo importante nel costruire ponti fra le sponde del Mediterraneo, divenendo elemento principe della diplomazia culturale. Il rapporto costante tra soggetto e oggetto e ciò che può unire persone di provenienza socio-culturale diversa e che aiuta a riflettere su un’esperienza comune.”
La campagna di comunicazione, con affissioni concentrate su Torino e provincia, avrà una diffusione a livello nazionale grazie al web e offrirà un vantaggio consistente ai cittadini di lingua araba: 2 x 1, ovvero la possibilità di entrare in 2 al costo di un biglietto intero. La promozione sarà valida dal 19 dicembre 2016 al 31 marzo 2017.
Il target è numericamente rilevante: da una mappatura del territorio risultano 33.545 persone di lingua araba, regolarmente residenti nella Provincia di Torino (di cui 4.700 Egiziani) e 24.114 nel solo Comune.
L’estrazione di questi dati, grazie a un software esclusivo e proprietario Etnocom, e una mappatura del territorio e dei principali hot spot della comunità, hanno permesso di formulare un’analisi quantitativa, una segmentazione e una geolocalizzazione del target.
La profonda conoscenza linguistica e culturale degli interlocutori garantisce una precisa strategia di comunicazione, l’individuazione del messaggio più idoneo e la selezione dei luoghi di contatto e dei mezzi maggiormente rilevanti:
- Comunicazione one to one: a persone native delle stesse comunità è affidato il ruolo di “ambasciatori”, soggetti che a seguito di una formazione curata dal museo, promuovono l’esperienza a loro connazionali consegnando materiali in lingua che argomentano i contenuti. L’attività si svolge nei principali punti di aggregazione della comunità a Torino e nello specifico: quartieri di residenza, moschee, luoghi di culto, mercati rionali, negozi e ristoranti.
- Coinvolgimento digitale: il target di riferimento sarà intercettato anche tramite il web dove è disponibile una campagna digital display e social con banner in lingua araba geotargettizzata Torino e provincia. Cliccando sul banner, l’utente può accedere a una landing page dedicata sempre in lingua araba.
- Circuito affissioni edicole di Torino: grazie ad una mappatura dettagliata del territorio, la campagna di affissione poster formato 100x140 è veicolata presso le edicole posizionate nelle aree a maggior concentrazione di cittadini di lingua araba.
- Dinamica interna bus: i Nuovi Italiani sono grandi utilizzatori dei mezzi pubblici. 900 cartelli 70x25 in lingua araba saranno posizionati all’interno degli autobus linee urbane circolanti nel Comune di Torino.
“Fin dalla sua inaugurazione, il Museo Egizio ha proposto testi di sala e audioguide in arabo nel rispetto del Paese di provenienza della collezione e da questa idea innovativa e apprezzata anche da altri musei europei è nato il progetto di comunicazione che ci auguriamo riceva una risposta positiva” dichiara la Presidente Evelina Christillin. “La comunicazione in arabo è il primo passo, ma in futuro prevediamo di rivolgere comunicazioni in lingua anche ad altre etnie numericamente rilevanti sul territorio. Gli antichi egizi erano in dialogo con altre civiltà ed è bello pensare che questa attitudine possa replicarsi anche oggi per abbattere barriere culturali.”
Il Museo Egizio ha all’attivo un altro progetto rivolto alle donne migranti di lingua araba iscritte al MIC (Mondi in Città, associazione che ha ricevuto il sostegno di Compagnia di San Paolo per questa iniziativa): un corso tenuto da Alessia Fassone e Paolo Del Vesco, curatori del Museo Egizio, per fornire nozioni di base sulla civiltà faraonica. La finalità è che in futuro le partecipanti possano diventare mediatori culturali verso i cittadini arabofoni.
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