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Sicurezza nei musei e sicurezza dei musei

  • Pubblicato il: 15/04/2016 - 18:52
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CS

Il 6 aprile 2016, al Salone del Restauro di Ferrara, Alberto Garlandini e Daniele Jalla di ICOM, l’International Council of Museums, Mariano Mossa, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, e Adele Maresca, del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, hanno presentato il libro La sicurezza anticrimine nei musei, De Luca Editori d’Arte. Il libro è pubblicato anche in inglese con il titolo Crime Prevention and Security Management in Museums
 
 
 
Presentato al Salone del Restauro di Ferrara, il manuale La sicurezza anticrimine nei musei, De Luca Editori d’Arte, frutto di un progetto del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale e di ICOM Italia, sostenuto dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.
 
Il lavoro ha assunto una dimensione internazionale quando la Strategic Allocation Review Commission di ICOM ha deciso finanziarne la versione in inglese, esprimendo l’apprezzamento della comunità professionale nei confronti del Corpo dei Carabinieri e del suo Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale, stimato in tutto il mondo come un modello di struttura delle forze dell’ordine dedicata alla lotta contro la criminalità in ambito culturale.  Per la salvaguardia del patrimonio culturale e per la prevenzione dei rischi cui è sottoposto, ICOM agisce attraverso il suo International Committee for Museums Security (ICMS)[1], la ICOM Disaster Relief Task Force (DRTF)[2], l’International Observatory on illicit traffic in cultural goods[3], la produzione delle Red List[4]  delle opere a rischio nei paesi  in crisi, la partecipazione alle attività del Blue Shield[5].
 
Ne parliamo con Alberto Garlandini.
 
 
Quali i contenuti del libro?
Il libro è suddiviso in due parti. La prima parte è dedicata alla valutazione del rischio e alle strategie per la sicurezza,  analizza  i reati contro il patrimonio culturale e il ruolo specializzato dei Carabinieri, presenta i diversi attori della sicurezza nei musei.  La seconda parte è dedicata alle attività per la sicurezza. Vi si esaminano le attività di prevenzione e di contrasto, le misure organizzative e di protezione attiva e passiva, la gestione delle emergenze. Un capitolo del libro studia il Piano della sicurezza e dell’emergenza che ogni museo deve approvare tenendo conto delle proprie strutture e del contesto geografico, ambientale, sociale e politico in cui opera, e che deve essere condiviso con tutto il personale.
Il libro è corredato di schede informative e strumenti di lavoro. Vi si trovano la scheda di rilevamento per la prevenzione del rischio criminale nei musei  del Comando dei Carabinieri, esempi di Standard Facility Report, la scheda descrittiva Object –ID[6]  di ICOM, usata da UNESCO, INTERPOL, Unione Europa, Carabinieri, FBI, Scotland Yard.  Il libro è un vademecum tecnico per i professionisti, ma anche una piacevole lettura per quanti vogliano sapere come il patrimonio culturale viene protetto e come lavorano i professionisti.   Il libro è un’opera collettiva, cui hanno contributo, fra gli altri, il Capitano Gianluca Ferrari dei Carabinieri, Tiziana Maffei di ICOM, Caterina Rubino del Ministero.   
 
 
Cosa si intende oggi per sicurezza nei musei?
Il pubblico e i mass media si occupano di sicurezza in occasione di eventi eclatanti, criminosi  come le recenti distruzioni di moschee, templi, monumenti e opere d’arte in Siria, Iraq e Libia, o naturali come terremoti o alluvioni.  In realtà, la sicurezza dei beni culturali e l’incolumità delle persone che visitano i musei o vi lavorano non è un fatto occasionale o la responsabilità di pochi addetti ai lavori, ma una attività diuturna che deve coinvolgere tutti. 
 
Negli ultimi anni il patrimonio culturale e i musei sono diventati un target deliberato o le vittime collaterali di conflitti politici, militari, sociali ed ideologici.  La distruzione e la dispersione del patrimonio culturale nei paesi teatro di guerre e il traffico illecito dei beni culturali sono fenomeni criminali connessi e spesso realizzati dalle stesse persone o organizzazioni.  Con la globalizzazione le misure necessarie a garantire la sicurezza  non possono essere solo nazionali, ma devono superare le frontiere.  I metodi usati in passato per proteggere il patrimonio culturale non sono più sufficienti. I rischi sono maggiori e assumono nuove vesti.  I musei sono costretti ad aumentare le misure di sicurezza più di quanto sarebbe auspicabile in strutture aperte al pubblico godimento.  
 
Anche in Italia la criminalità ha iniziato ad usare tecniche e aggressività inaudite. Il recente furto a mano armata di 17 opere di inestimabile valore nel Museo di Castelvecchio  a Verona si è compiuto con modalità da assalto in banca.  Grazie alle indagini dei Carabinieri la banda criminale italo-moldava è stata individuata e arrestata, ma le opere non risultano ancora recuperate.
 
 
Il Codice etico di ICOM per i musei  prevede un impegno per la sicurezza.
Con la recente Riforma dei musei statali[7] voluta dal Ministro Franceschini, anche in Italia Il Codice etico di ICOM per i musei [8] non è solo un riferimento morale per i 35.000 soci ICOM, ma una norma di legge che impone il suo rispetto a tutti i musei del sistema museale nazionale, sia pubblici sia privati.
Il Codice di ICOM affronta il tema della sicurezza nei principi relativi sia alla difesa delle collezioni dalle aggressioni  criminali, sia alla lotta contro il commercio illecito dei beni culturali. Il Codice impegna  la comunità professionale a contrastare ogni forma di illegalità, compresa l’acquisizione a titolo oneroso o gratuito di beni provenienti da traffici illeciti e la custodia temporanea di oggetti di provenienza ignota o illegale. Prima di procedere all’acquisizione di un bene offerto in vendita, in dono o in prestito, i musei sono tenuti ad accertare che esso non sia stato illecitamente acquisito o esportato dal paese di origine o da un paese di transito.  Il Codice evidenzia in più capitoli l’importanza delle competenze del personale e la necessità di garantirne una formazione continua.  Come ricorda la Carta nazionale delle Professioni Museali di ICOM[9], dalla professionalità, competenza ed esperienza  del personale dipende non solo la sicurezza dei musei, ma anche la realizzazione della loro missione “al servizio della società e del suo sviluppo[10].
 
E’  possibile annullare del tutto i rischi?
La sicurezza non potrà mai essere totale.  Le indicazioni presenti nel libro possono aiutare a contrastare più efficacemente le azioni criminali.  Secondo i dati dei Carabinieri,  pur in presenza di un aumento dell’aggressività criminale, i furti nei  musei italiani sono in diminuzione, e sono passati dai 23 del 2014 ai 14 del 2015.
 
Il volume ci dice quanto si debba ancora lavorare per adeguare il livello di sicurezza dei musei, cosa particolarmente delicata in Italia dove i musei sono quasi sempre ospitati in edifici storici. Occorre aumentare la strumentazione tecnologica di monitoraggio e allerta, e soprattutto aumentare la consapevolezza dei problemi della sicurezza tra gli addetti ai lavori e la cittadinanza  .   Molto si sta facendo e molto deve essere fatto, sia a livello di prevenzione che di preparazione per la gestione delle emergenze, in caso di eventi criminosi o delle calamità naturali che ripetutamente colpiscono il nostro paese e provocano notevoli danni al patrimonio storico-artistico.
 
La sicurezza di un museo è parte integrante della sua organizzazione complessiva:  riguarda il personale, i visitatori, le collezioni e si collega ad altre attività, come la documentazione dei beni, la manutenzione delle strutture e degli impianti, la formazione degli addetti e la programmazione finanziaria.  Il fattore decisivo della sicurezza nei musei è il fattore umano.  Il libro aiuta i professionisti museali a far fronte alle piccole e grandi emergenze che possono presentarsi, dà indicazioni su cosa fare quando si constata un furto o si subisce un’aggressione criminale, evidenzia che oltre ad usare le tecnologie più moderne occorre rispettare elementari norme di sicurezza nella gestione delle chiavi, nel controllo degli accessi del personale e dei visitatori, nell’apertura e chiusura delle sale, nella organizzazione delle ronde di vigilanza.   
 
 
 
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[1] Si veda il sito web di ICMS http://network.icom.museum/icms/

[2]  Si veda nel sito web di ICOM http://icom.museum/the-committees/technical-committees/standing-committe...

[3] Si veda il sito web dell’Observatory http://obs-traffic.museum/

[4] Si veda nel sito web di ICOM http://icom.museum/programmes/fighting-illicit-traffic/red-list/

[5] L’International Committee of Blue Shield (ICBS) è stato fondato nel 1996 da ICOM, ICA-International Council on Archives, ICOMOS-International Council on Monuments and Sites, IFLA-International Federation of Library Associations and Institutions, CCAAA Co-ordinating Council of Audiovisual Archives Associations.   L’ICBS opera in accordo con i principi espressi dalla Convenzione UNESCO de l'Aja del 14 maggio 1954 per la "Protezione dei Beni Culturali in caso di conflitto armato" (ratificata dall'Italia con L. 7.2.1958 n. 279) e dal Protocollo UNESCO de l'Aja del 26 marzo 1999 (ratifica italiana avvenuta con L 45/2).  Si veda il sito web dell’ICBS http://www.ancbs.org/cms/en/home    

[6] Si veda nel sito web di ICOM http://icom.museum/programmes/fighting-illicit-traffic/object-id/

[7] In vari articoli del Decreto Ministeriale del 23 Dicembre 2014 Organizzazione e funzionamento dei musei statali sono presenti riferimenti al Codice Etico per i Musei e agli standard di ICOM 

[8] Il Codice etico per i musei di ICOM è stato adottato dalla XV Assemblea generale di ICOM tenutasi a Buenos Aires (Argentina) il 4 novembre 1986. E’ stato aggiornato dalla XX Assemblea generale di Barcellona (Spagna) il 6 luglio 2001 e poi dalla XXI Assemblea generale di Seoul (Repubblica di Corea) l’8 ottobre 2004.  La traduzione ufficiale in italiano del Codice etico è pubblicata sul sito di ICOM Italia http://www.icom-italia.org

[9] Si veda A. Garlandini (a cura di), Professioni museali in Italia e in Europa. II Conferenza nazionale dei musei. Complesso monumentale del San Michele. Ministero per i beni e le attività culturali, 2 ottobre 2006, 2007

[10]La definizione di museo di ICOM è inserita nel Codice etico per i musei ed è la seguente: «Il museo è un’istituzione permanente, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo. È aperto al pubblico e compie ricerche che riguardano le testimonianze materiali e immateriali dell’umanità e del suo ambiente; le acquisisce, le conserva, le comunica e, soprattutto, le espone a fini di studio, educazione e diletto». La traduzione ufficiale in italiano del Codice etico è pubblicata sul sito di ICOM Italia http://www.icom-italia.org.