Da vent'anni, a fronte degli Stati che perdono il monopolio dell'informzione, i think tank conoscono un crescendo wagneriano e l'Università della Pennsylvania  li monitora dal 2006 in un rapporto annuale «Global Go to», 2012 la classifica mondiale dei think tank, al quale contribuiscono esperti di tutto il  mondo.  La ricerca certifica le fonti affidabili per tracciare il futuro analizzando, in 182 Paesi nei cinque continenti, 6.603 organizzazioni  (di cui 60% ha sede in Europa e in USA, 1823 solo in quest'ultimi)  indipendenti, governative, affiliate a partiti che  producono informazioni indirizzate a  disegnare  le  politiche pubbliche.
Tra gli italiani nel top 150 l'Istituto Bruno Leoni (di indirizzo liberale, con sedi a Torino e Milano), l'Istituto per gli Studi di politica internazionale-Ispi, l'Istituto Affari internazionali e Fondazione Eni Enrico Mattei. Tra i migliori «con affiliazione politica», la Fondazione Italianieuropei. Nel  2012, per la prima volta dalla sua nascita nel 2006,  il rapporto evidenzia una frenata nella  nascita di nuovi organismi «dovuta soprattutto al calo dei finanziamenti, alla minore disponibilità degli sponsor per progetti a lungo termine, all'aumentata competitività di società di consulenza private e alla crescente specializzazione che depotenzia l'approccio interdisciplinare», come evidenzia il Corriere della sera (23.1.2013).