Dopo Caravaggio arrivano le «Tizianeidi»
Dopo Caravaggio, Tiziano, in una rincorsa alle iniziative intorno al «grande» nome della storia dell’arte che non conosce soste e riserva sorprese, e in alcuni casi «sòle», a ogni tornata. Mentre si chiudono, con forti polemiche relative e 100 «nuovi» ipotetici disegni del Merisi conservati nel Fondo Peterzano di Milano, le «caravaggeidi» ecco arrivare le «tizianeidi». Sono infatti tanti in questi mesi estivi gli eventi, tra libri e mostre, dedicati al Cadorino. Non potevano mancare due inediti del grande artista, conservati nella collezione della Casa reale di Hannover in Inghilterra e sino al 30 settembre esposti ai Musei civici agli Eremitani di Padova nella rassegna-dossier «Tiziano e Paolo III. Il pittore e il suo modello». L’appuntamento, a cura di Andrea Donati e Lionello Puppi (catalogo Budai editori) propone alla comunità degli studiosi e al pubblico un piccolo, qualitativo, autoritratto su carta e un olio su tela di ampie dimensioni raffigurante il ritratto di papa Paolo III senza camauro. Le opere permettono di riflettere ulteriormente sul modus operandi del Vecellio, sulla impostazione aulica ma per nulla celebrativa che il grande pittore attribuiva alla sua figura, e sull’altrettanto «povera» rappresentazione data al pontefice. Secondo gli studiosi curatori dell’esposizione quest’ultimo lavoro è una sorta di «originale multiplo»»> realizzato probabilmente nel 1943, quando il papa Farnese incontrò l’imperatore Carlo V a Busseto, nel Parmense. Va detto che le valutazioni intorno agli originali e copie tizianesche sono un problema sempre aperto e di difficile soluzione, ma la qualità dell’opera è senz’altro elevata. Di grande qualità è anche il bozzetto dell’autoritratto, secondo Puppi, presidente della Fondazione Centro studi Tiziano e Cadore, utilizzato tra i materiali di lavoro dell’atelier del Biri Grande e forse servito per la xilografia d’apertura dell’edizione Giuntina delle Vite di Giorgio Vasari. Lo stesso Lionello Puppi, uno dei maggiori esperti dell’artista in Italia, è anche il curatore dell’Epistolario di Tiziano pubblicato da Alinari 24 Ore (pp. 406, 70 euro) che raccoglie in una edizione riveduta e corretta le innumerevoli lettere che l’artista scambiò con gli altri Grandi della sua epoca, da Carlo V e Filippo II di Spagna a Isabella e Alfonso d’Este, Federico Gonzaga e Pietro l’Aretino. Ma c’è tanto altro Tiziano in giro e in libreria. A Londra alla National Gallery sino al 23 settembre è in corso un progetto interessante che unisce varie forme artistiche, tra cui il balletto del Royal Ballet di Londra, alla pittura. Il museo detiene 12 dipinti di Tiziano, tra cui i notissimi «Diana e Atteone», «La Morte di Atteone» e «Diana e Callisto», che storie mitologiche legate alle Metamorfosi di Ovidio e su questi la studiosa Minna Ede-Moore ha chiesto a poeti, coreografi e artisti contemporanei di realizzare opere ispirate. Hanno aderito nomi noti come Chris Ofili, Mark Wallinger e Conrad Shawcross e, appunto, la Royal Opera House metterà in scena alcuni balletti. E poi i restauri. Alla sede della Banca di Alba, in Piemonte, sino a fine anno è esposto il «Martirio di San Lorenzo» della chiesa veneziana dei Gesuiti, appena restaurato dal laboratorio Nicola di Aramengo. Infine una anticipazione della prossima mostra che, dal 29 agosto al al 2 dicembre 2012, le Gallerie dell’Accademia di Venezia dedicheranno alla «Fuga in Egitto» dell’Ermitage. L’opera, appena esposta dopo il restauro alla National Gallery di Londra, giungerà a Venezia grazie a un accordo internazionale promosso dalla Soprintendenza per il patrimonio storico artistico e per il Polo museale di Venezia e dal Museo Statale Ermitage. Sarà il fulcro della mostra «Il Tiziano mai visto. La Fuga in Egitto e la grande pittura veneta», curata da Giuseppe Pavanello e Irina Artemieva e prodotta da Venezia Accademia e Villaggio Globale International, che conterà anche opere di Bellini, Giorgione, Tiziano, Cima da Conegliano, Sebastiano del Piombo, Dürer, Bosch (catalogo Marsilio).
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