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Quando il Museo porge l’orecchio ai visitatori

  • Pubblicato il: 29/06/2012 - 01:40
Rubrica: 
STUDI E RICERCHE
Articolo a cura di: 
L. Maria Rita Delli Quadri

Roma. 12 musei dello Stato e un totale di 4.500 questionari analizzati per restituire un quadro analitico del rapporto tra i musei e i suoi visitatori attraverso l’intera gamma dei canali di comunicazione museale: dalla segnaletica esterna , al personale preposto all’accoglienza e alla vigilanza, passando attraverso gli strumenti informativi e di guida alla visita, fino alla propensione dei visitatori all’uso delle nuove tecnologie della comunicazione per l’accesso alle informazioni su musei e collezioni. Questo, in sintesi, il contenuto di «Il Museo in ascolto», titolo evocativo della ricerca condotta con attenzione e grande rigore scientifico da Ludovico Solima per conto della Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del MiBAC, in Convenzione con il Dipartimento di Strategie Aziendali e Metodologie Quantitative della Seconda Università degli Studi di Napoli, Facoltà di Economia, e in collaborazione con l’Ufficio Studi MiBAC e con gli istituti interessati, presentata lo scorso 19 giugno nella Sala Dante di Palazzo Poli a Roma.
Si tratta, in realtà, della riedizione, a distanza di dieci anni, di una prima indagine sul «Pubblico dei Musei», condotta sempre da Solima per conto del MiBAC, e voluta proprio per creare l’opportunità di un confronto tra i dati, e tracciare politiche museali a partire da esigenze direttamente espresse da un pubblico che si sta lentamente, ma inesorabilmente, trasformando, e le cui necessità, sempre più articolate e complesse, richiedono un’attenzione particolare da parte dei musei e di chi li cura.
E allora vediamolo, l’identikit dei visitatori censiti dallo studio del MiBAC: il 56% del pubblico è femminile, anche se, negli ultimi 10 anni, le donne che frequentano i musei sono diminuite del 3% (nel 1999, infatti, erano il 59% dei visitatori). La grande «defezione» si registra, piuttosto, nella classe della popolazione giovane (tra i 15 e i 24 anni), che si dimezza, passando dal 28% del 1999 al 14% del 2011, mentre sono triplicati gli anziani (dai 65 anni in su), che passano dal 4,5% a oltre il 13%. In generale, calano le visite degli stranieri, mentre aumentano quelle degli italiani.
Fonte principale di informazione sull’offerta di mostre e musei diventa Internet (nel 67% dei casi), con un aumento del 13% rispetto al 1999, confermando il generale incremento dell’uso degli strumenti dell’innovazione tecnologica al servizio della comunicazione; in generale, è aumentata e significativa la richiesta del ricorso all’ITC da parte del museo, sia per favorire la visita, sia per fornire notizie e aggiornare il visitatore nelle fasi successive ad essa.
Proprio in questa «distanza tecnologica» si potrebbe far rientrare una delle principali motivazioni alla base della grande defezione giovanile nei confronti dei musei italiani. Per dovere di cronaca, chi scrive ritiene opportuno ricordare, a questo proposito, uno studio condotto tra il 2010 e il 2011 dal Centro Studi «G. Imperatori», dell’Associazione Civita, in particolare sui non-visitatori museali, parzialmente pubblicato all’interno del Giornale dell’Arte del dicembre 2011, e presentato al pubblico lo scorso mese di maggio, nell’ambito della Fiera Art&Tourism alla Fortezza Dabasso di Firenze, i cui risultati sono, per altro, speculari rispetto a quelli prodotti nella ricerca del MiBAC, e che, nel complesso, descrivono una società mutata forse più velocemente di quanto non abbiano fatto i musei nazionali, ancora piuttosto «ingessati» soprattutto proprio nei loro canali di comunicazione.
Quello che emerge è la forte necessità di musei, invece, più flessibili e capaci di fornire servizi più mirati alle esigenze dei singoli segmenti di pubblico, soprattutto attenendosi all’accentuarsi di alcuni elementi contrastanti (aumento dei visitatori anziani, forte diminuzione dei giovani). Una maggiore attenzione all’uso delle nuove tecnologie della comunicazione e dei social network, per avvicinare visitatori più consapevoli rispetto a quelli di dieci anni fa, può sicuramente aiutare; ma altrettanto utile potrà essere individuare nuove politiche sui prezzi dei biglietti, il costo dei servizi, la flessibilità degli orari di apertura. Temi, questi, che saranno al centro di una nuova giornata di lavori fissata dal MiBAC per il 27 giugno prossimo.    
 
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